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www.ildialogo.org Si è concluso il meeting organizzato da Biogem sul tema: Il Tempo: enigma al crocevia delle due culture.,di Michele Zarrella

Si è concluso il meeting organizzato da Biogem sul tema: Il Tempo: enigma al crocevia delle due culture.

Alcune considerazioni sul nostro tempo futuro.


di Michele Zarrella

Il meeting si propone di raffigurare le istanze scientifiche ed umanistiche, tentando di eliminare la differenza e la discrasia che esiste fra le due culture. I relatori hanno sostenuto che non c’è differenza fra cultura umanistica e quella scientifica, che la cultura è una ed ha tre semplici regole: rigore, rigore, rigore. Esiste invece, e dobbiamo preoccuparcene, la differenza e la discrasia fra cultura e non cultura.

Ha aperto i lavori il presidente della Biogem, Ortenzio Zecchino. Il tempo scandisce le nostre giornate, ci ingloba, ci divora, ci assilla, pervade tutte le attività della vita. Gli antichi Greci lo chiamavano Kronos e lo rappresentavano come una divinità che crea e divora ciò che ha creato. Il filosofo Masullo ha detto che il tempo è il passaggio da uno stato ad un altro, è movimento, è cambiamento, precisando che il passato non è più, il futuro non è ancora e il presente non lo possiamo fermare. Il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Luigi Nicolais ha fatto un excursus eccezionale sulla definizione di tempo menzionando anche Eddington che lo definì poeticamente la freccia del tempo, per indicare che scorre inesorabilmente in un verso che va da quello che è stato a quello che è e a quello che sarà. Mentre il prof. Alberto Varvaro ha affermato: “Sono completamente in disaccordo con Gino Nicolais che è intervenuto ieri. Per me il tempo è ciclico e non rettilineo e tendente all'infinito”.

Il verso del tempo, per i fisici, è determinato dal secondo principio della termodinamica che afferma l’impossibilità di trasformare tutto il calore in lavoro e che porta al concetto di aumento irreversibile dell’entropia nei sistemi chiusi. Ma che ha portato anche ai concetti di asimmetria della natura, irreversibilità delle trasformazioni di energia, ordine e disordine, auto-organizzazione e, in ultima analisi all’incredibile diversità di strutture, viventi o inanimate dell’intero universo. Il secondo principio della termodinamica indica il verso nel quale si muovono i vari processi di trasformazione dell’energia dimostrando che essa si deteriora sempre più e contemporaneamente fa aumentare l’entropia, cioè il caos. L’universo passa da uno stato al successivo e non si può né contenere né fermare. In ogni passaggio, che chiamiamo tempo, aumenta l’entropia. Cioè ad ogni cambiamento, ad ogni trasformazione, ad ogni evoluzione si passa da stati più ordinati a stati più disordinati o anche da stati con maggior temperatura a stati con minore temperatura.

La temperatura iniziale dell’universo non la conosciamo, perché come ha detto il prof. Antonio Ereditato: “All’istante zero non ci siamo arrivati. Le nostre equazioni divergono e non ci dicono nulla all’istante zero. Con la teoria delle stringhe le equazioni non divergono e stiamo tentando di dare una risposta. Con questa teoria le particelle non sono materia ma sono stringhe. Le stringhe fanno sparire gli infiniti e le equazioni sono più leggibili. Ma anche la teoria delle stringhe è stata superata dalla Teoria delle brane. Oggi possiamo parlare dall’istante t = 10-35 secondi. E in quell’istante la temperatura era elevatissima e tendeva a diventare infinita. All’istante t = 10-14 secondi dopo il Big Bang c’era una temperatura al di sotto di 1015 °C (milioni di miliardi di gradi)”. A due secondi dopo il Big Bang, la temperatura dell’universo scende sotto i 109 °C (miliardi di gradi). George Gamow con le sue ricerche ha stabilito che oggi i fotoni dovrebbero avere una temperatura di pochi gradi kelvin (3 K = - 270 °C).

Paco Lanciano ha spiegato che alle elevatissime temperature iniziali, siamo a circa un secondo dopo il Big Bang, che equivalgono a condizioni di energia elevatissima, anche se per natura due protoni non avrebbero voluto legarsi, essendo cariche dello stesso segno e la legge di Coulomb dice che esse si respingono, “i violenti scontri che avvenivano li facevano appiccicare. E così si sono formati gli atomi. I primi atomi sono stati l’idrogeno e poi l’elio. Con questi si è avuta la nascita delle stelle e delle galassie di prima generazione. Venuta la fine della prima generazione delle stelle con violenti esplosioni, la materia poi si è riaggregata, formando le stelle di seconda generazione come il sistema solare. Tutti gli atomi sono stati costruiti all'interno delle stelle. Il sistema solare si forma 5 miliardi di anni fa; la Terra 4,6 miliardi di anni fa; la vita sulla terra fra 4 e 3,5 miliardi di anni fa. La vita poi si è evoluta da monocellulare a pluricellulare. E per fare ciò ci son voluti miliardi di anni. Tutto ciò ci racconta come siamo nati: servivano 13,7 miliardi di anni”.

Riassumendo: la termodinamica ci dice che un sistema chiuso, l’universo, passa da uno stato di minore disordine a uno di disordine maggiore ed essi sono inarrestabili. I filosofi ci dicono che il tempo, nella sua più infima frazione, è il presente ed è il passaggio fra uno stato (passato) a un altro stato (futuro), ma non lo possiamo fermare. Sembrerebbe che la Natura sia davvero beffarda e che siamo costretti ad annichilirci nel presente! Niente affatto. I dibattiti veri sono quelli che aprono nuovi problemi e non quelli che li risolvono.

Continua Masullo: “Per poter contare sulla possibilità che la nostra vita non si riduca ad un istante fra passato e futuro è necessario costruire delle responsabilità: divenire portatori di un debito verso le future generazioni”. Un richiamo alla nostra responsabilità per quello che facciamo del nostro tempo e dell’uso del nostro pianeta e della nostra biosfera. L’uomo si ponga il dubbio e si domandi: “I tempi della tecnologia possono essere compatibili con i tempi della natura? Si potrà mantenere l’attuale equilibrio della biosfera e non aumentare oltre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera?” Certo, come è stato risposto da Paco Lanciano e Giovanni Caprara, molto dipende dalla scuola, dai media, dalla trasmissione della cultura, dagli scienziati, dai convegni come questo. E molto, ma proprio molto, dipende dal cambiamento che ognuno di noi vorrà fare nei propri comportamenti. E questo cambiamento comporta tempo.

Il tema del tempo che potrebbe rimanere alla nostra specie su questo pianeta non è un tema accademico per passare il tempo né è fatto di semplici conquiste di carattere scientifico o umanistico. A che servirà aver raggiunto tali conquiste se continuiamo a modificare “pesantemente” con le attività umane l’equilibrio della biosfera? Vogliamo continuare a inquinare confidando nei tempi della tecnologia? O vogliamo accettare di annichilirci nel presente? Allora il dilemma shakespeariano dovremmo declinarlo in questo modo: Essere e non essere più? Questo è il dilemma. Dobbiamo prendere coscienza di questo grandissimo problema ognuno per le proprie responsabilità per renderci portatori della decisione di salvaguardare quella umanità che non c’è ancora e che potrebbe “esserci o non esserci più”. Dipende da noi, dalle nostre scelte, dai nostri comportamenti, dal modo di trasformare l’energia, dall’uso che faremo di essa. Giocare questa carta di responsabilità verso le future generazioni come affermazione della nostra dignità e della nostra umanità è il modo migliore per dare uno scopo al nostro tempo.

Gesualdo 16 settembre 2012

Michele Zarrella

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: http://digilander.libero.it/prolocogesualdo/indice.html

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Alcune immagini del meeting

Alcune immagini del meeting della Biogem 2012 sul tema del tempo

Alcune immagini del meeting della Biogem 2012 sul tema del tempo

Alcune immagini del meeting della Biogem 2012 sul tema del tempo

Alcune immagini del meeting della Biogem 2012 sul tema del tempo

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Domenica 16 Settembre,2012 Ore: 07:55
 
 
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