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www.ildialogo.org CONTURSI TERME, 24 GIUGNO 2012: UNA FESTA DI BEATIFICAZIONE NELLA "SMEMORATEZZA"! LETTERA APERTA AL PARROCO,di Federico La Sala

IN MEMORIA E A GLORIA DI DON MARIANO ARCIERO ....
CONTURSI TERME, 24 GIUGNO 2012: UNA FESTA DI BEATIFICAZIONE NELLA "SMEMORATEZZA"! LETTERA APERTA AL PARROCO

Un atto di memoria e di riconciliazione, credo sia un grande gesto per te e per tutta la cittadinanza di Contursi, per prepararsi ad onorare nel modo più bello la memoria stessa del nostro Beato, don Mariano Arciero.


di Federico La Sala

 

LETTERA APERTA A DON SALVATORE SPINGI E AL COMITATO PER LA CELEBRAZIONE DELLA BEATIFICAZIONE DI DON MARIANO ARCIERO (1707-1788)

CONTURSI TERME, 24 GIUGNO 2012: MEMORIA E RICONCILIAZIONE


CARO DON SALVATORE ....

IN AVVICINAMENTO AL BELLO E GRANDE GIORNO DI TUTTA LA COMUNITA’ DI CONTURSI,

UN PENSIERO E UNA PREGHIERA IN MEMORIA DI CARMELA CERNERA

Avendo il Comitato individuato la zona del Tufaro, quale luogo in cui celebrare la beatificazione,

io credo che sia opportuno, bello, e doveroso, risanare prima e cristianamente il luogo dalla

memoria del delitto lì avvenuto nel 1959.

Nel percorso di avvicinamento alla grande giornata dedicata alla beatificazione di don Mariano Arciero, sarebbe bello realizzare un pre-evento: decidere di celebrare una messa, proprio lì al Tufaro, in memoria di Carmela Cernera.

Un atto di memoria e di riconciliazione, credo sia un grande gesto per te e per tutta la cittadinanza di Contursi, per prepararsi ad onorare nel modo più bello la memoria stessa del nostro Beato, don Mariano Arciero.

Mi auguro che la cosa sia possibile e realizzabile, anche con la presenza dell’Arcivescovo Moretti.

Con grande stima e in spirito di affettuosa amicizia,

Accogli i miei più fervidi auguri di

Buona Pasqua e di Buon Lavoro!

Federico La Sala (04.04.2012)

Nota:

NON AVENDO AVUTO ALCUNA RISPOSTA, SE NON UN GENERICO "CI STO PENSANDO" (IL 20 APRILE 2012), DAL PARROCO DON SALVATORE SPINGI, IO - PERSONALMENTE - DICHIARO CHE IL 24 GIUGNO 2012 NON SARO’ AFFATTO NELLA "ZONA DEL TUFARO", MA SARO’ DAVANTI ALLA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINEDEL CARMELO (CON LA "MAMMA BELLA" DI DON MARIANO ARCIERO) A RICORDARE LA GIOVANE CITTADINA DI CONTURSI TERME UCCISA NEL 1959.

Federico La Sala (11 maggio 2012)

 

 

 



Sabato 12 Maggio,2012 Ore: 10:58
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/5/2012 11.06
Titolo:Lettera aperta al cardinale Angelo Amato e all’arcivescovo di Salerno Luigi More...
Lettera aperta al cardinale Angelo Amato e all’arcivescovo di Salerno Luigi Moretti

CONSIDERATO CHE “Contursi Terme si appresta a vivere un momento di grande solennità e di grande gioia per la beatificazione, in programma il prossimo 24 giugno 2012, dell’illustre concittadino don Mariano Arciero. Il comitato parrocchiale, guidato dal monsignor Spingi, parroco di Contursi, e il comitato diocesano, presieduto dall’arcivescovo Luigi Moretti, hanno individuato la zona del Tufaro, quale luogo in cui celebrare la beatificazione, l’orario (intorno alle 18), e ricevuto assicurazioni che a celebrarla sarà il delegato dal Papa, cardinale Angelo Amato, prefetto per la congregazione per le cause dei Santi”(cfr. Gianluca Squaccio, Una vita per la carità: don Arciero. La beatificazione il 24 giugno, Avvenire, 27.11.2011)

CONSIDERATO CHE “La beatificazione del sacerdote Mariano Arciero va vista come una grande grazia che il Signore ha elargito alla nostra Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno e, in particolare, al clero. Riflettere sulla vita, sull’insegnamento, sulle opere di Don Mariano Arciero va visto come un dono ed un impegno per ciascuno di noi. Egli, animato da autentico spirito missionario, fu tutto dedito al ministero sacerdotale, all’evangelizzazione, alla predicazione, alla catechesi ed all’istruzione degli adulti. Oltre a tutto questo, la sua opera fu molto feconda nella formazione delle coscienze e nella direzione spirituale di seminaristi, sacerdoti, religiosi, laici (Luigi Moretti, Arcivescovo Metropolita Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno)

CONSIDERATO CHE A CONTURSI TERME SIETE STATI GIA’ IN VISITA ALTRE E VARIE VOLTE E CHE CONOSCETE LE VIE ...

CHIEDO A VOI ILLUSTRISSIMI - come già alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino (si cfr. allegato), UN INTERVENTO URGENTE PER FERMARE IL DEGRADO E RESTITUIRE AL SUO SPLENDORE LA RITROVATA “CAPPELLA SISTINA”, LA CHIESA DELLA “MADONNA DEL CARMINE”, UN PATRIMONIO STORICO E VITALE PER L’INTERA COMUNITA’ CONTURSANA, ITALIANA ED EUROPEA.

“CONOSCI LE VIE” (“SCIVIAS”)

VISTO, INOLTRE, CHE PAPA BENEDETTO XVI HA DEDICATO TANTA ATTENZIONE A SANTA ILDEGARDA, LA “SIBILLA DEL RENO” (che riceverà da Lui il titolo di “dottore” della Chiesa, ad ottobre di questo anno),

ABBIATE LA BONTA’ DI ACCOGLIERE ANCHE QUESTO ULTERIORE INVITO:

INVITATE IL PAPA A PRESENZIARE PERSONALMENTE ALLA CELEBRAZIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE MARIANO ARCIERO E A FARE VISITA ALLA CHIESA DI MARIA SS DEL CARMINE, OVE POTRA’ FINALMENTE VEDERE MARIA INSIEME AI PROFETI ELIA E GIOVANNI BATTISTA ANCHE LE 12 SIBILLE DELLA TRADIZIONE RINASCIMENTALE E CARMELITANA.

CERTO DELLA VOSTRA NOBILE E CARITATEVOLE ATTENZIONE,

VI PREGO DI ACCOGLIERE I MIEI PIU’ DISTINTI SALUTI

E IL MIO FRATERNO AUGURIO DI BUON LAVORO E

BUONA PASQUA

Federico La Sala (29.03.2012)


http://www.ildialogo.org/Ratzinger/Interventi_1333024512.htm
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 12/5/2012 20.22
Titolo:DONNE E UOMINI, DINANZI ALLA LEGGE E DINANZI A DIO .....
- ILLUSTRISSIMI SIGG.,

- CARDINALE AMATO

- ARCIVESCOVO MORETTI

- MONSIGNOR SPINGI ...

è tempo! Per le donne e per gli uomini, è tempo: non solo per le pari opportunità, ma anche per la pari dignità - dinanzi alla Legge e dinanzi a Dio.

Questa la grande e importante lezione non solo della nostra “Cappella Sistina” carmelitana, ma anche delle nostre stesse madri e dei nostri stessi padri del nostro amato Paese.

Mi auguro che non vada in rovina non solo la nostra piccola Chiesa ma neanche il nostro piccolo paese, la stessa Contursi - e il nostro grande Paese, la stessa Italia!!!

- Molti cari saluti e buon lavoro,

- per la beatificazione di don Mariano Arciero e per la salvaguardia della Chiesa di Maria SS. del Carmine

Federico La Sala

P. S.:

MEMORIA EVANGELICA, BIBLICA, E UMANA:

Nell’enciclica ‘conciliare’ Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963) al n.22 l’ingresso crescente delle donne nella vita pubblica veniva annoverato tra i segni dei tempi, insieme alla crescita delle classi lavoratrici (n.21) e alla fine del colonialismo (n.23). NON DIMENTICHIAMOLO!!!
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 13/5/2012 20.46
Titolo:ZONA DEL TUFARO: BEATIFICAZIONE SUL LUOGO DI UN DELITTO...
ZONA DEL TUFARO: LA CELEBRAZIONE DELLA BEATIFICAZIONE SUL LUOGO DI UN DELITTO.

Quando i contursani e le contursane hanno saputo della scelta del luogo, hanno pensato subito che le ragioni non fossero casuali o solo logistiche, ma che fossero dettate da una bella e buona volontà - in nome di don Mariano Arciero (tornato a Contursi nel 1950) - di risanare le ferite di un momento terribile di tutta la comunità. Ma poi hanno dovuto ricredersi.

Incredibilmente, da parte dei due comitati, c’è stato silenzio assoluto su quanto accaduto nella "zona del Tufaro", nel 1959. La preoccupazione dominante è stata unicamente quella di mettere a punto la macchina organizzativa. Di tutto il resto, niente!

Che dire?! C’è solo da sperare che lo spirito di don Mariano Arciero li illumini alla grande! E che il 24 giuno 2012, la giornata della celebrazione della sua beatificazione, possa essere una giornata memorabile di rinnovamento civile e morale di tutta la comunità locale e di tutta la comunita religiosa (da quella parrocchiale a quella diocesana e a quella vaticana - vista anche la presenza del cardinale Angelo Amato alla cerimonia).


Federico La Sala
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 17/5/2012 14.31
Titolo:DON MARIANO ARCIERO, BEATO ... TRA LE BRACCIA DELLA VECCHIA DEA "MEFITE"!!!
LA "SMEMORATEZZA" FA BRUTTI SCHERZI. DON MARIANO ARCIERO, BEATO ... TRA LE BRACCIA DELLA VECCHIA DEA "MEFITE"!!!

LA ZONA DEL TUFARO DI CONTURSI TERME, LUNGO IL FIUME SELE, ERA ED E’ LA ZONA DELLA DEA "MEFITE". LE RAGIONI PER CUI LA GIOVANE UCCISA NEL 1959 FU PORTATA E RITROVATA IN QUESTO LUOGO ERANO DOVUTE PROPRIO AL SAPERE CHE QUESTO LUOGO ERA UN LUOGO "MEFITICO", DI MORTE..

DOPO IL TERREMOTO DEL 1980 LA ZONA DEL TUFARO E’ STATA BONIFICATA ED E’ DIVENTATA LA "ZONA INDUSTRIALE" DEL PAESE. ORA, PROPRIO NEL PIAZZALE APPUNTO DI QUEST’ AREA INDUSTRIALE AVVERRA’ LA BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE DON MARIANO ARCIERO.

PER MEGLIO CAPIRE CHI ERA "MEFITE" E COSA SIGNIFICA "MEFITICO", E’ PIU’ CHE INTERESSANTE LEGGERSI E RILEGGERSI L’ ARTICOLO DI PAOLO RUMIZ:

MEFITE

Capatina all’inferno e ritorno

di Paolo Rumiz (la Repubblica, 19 agosto 2009, p. 35).

Visita alla pozza di fango di Rocca San Felice in Irpinia. È chiamata Mefite e il nome dice tutto. Quando la notte del 22 novembre 1980 il parroco la vide asciutta capì che qualcosa di tremendo stava per succedere. E successe. Qui i popoli pre-romani adoravano la dea della fertilità. E la più forte emissione gassosa di tipo non vulcanico che si sia mai vista in Europa. Sfiata anidride carbonica più di Stromboli e Vulcano messi insieme.

Il parroco di Rocca San Felice in Irpinia lo sapeva bene. Da secoli nella valletta sotto il paese accadevano brutte cose. Passanti uccisi da veleni, animali morti, odore tremendo di uova marce specialmente la sera; e tutto sempre lì, attorno a una pozza di fango detta Mefite dove popoli pre-romani avevano adorato la dea della fertilità. Ma quando la notte del 22 novembre 1980 il prete vide che la pozza s’era disseccata e una tempesta elettromagnetica stava sparando strani fulmini globulari, capì che qualcosa stava per succedere. E difatti arrivò il terremoto.

Poi, gli scienziati ci misero anni a capire che l’epicentro della cannonata che aveva scardinato il Sud dalle fondamenta stava proprio lì, in quella valletta mefitica a due passi dalla via Appia dove Virgilio aveva collocato una porta dell’inferno e dove il poeta Orazio, in una locanda lì accanto, aveva tentato di portarsi a letto una servetta di campagna. Il Terribile era lì, visibilissimo, mille volte esplorato e raccontato nei secoli, ma nessuno lo prendeva sul serio. Eppure nel 1980 aveva parlato chiaro: la pozza della morte che si era disseccata, solo per poi vomitare con maggior violenza i miasmi che aveva temporaneamente trattenuto.

Una capanna all’inferno! Come farne a meno? Stavolta ho con me un amico, Livio Sirovich, un sismologo di prim’ordine dell’Osservatorio Geofìsico Sperimentale di Trieste che nel 1980 ha battuto l’Irpinia metro per metro per conto del Cnr. Ora è venuto a rivedere i suoi luoghi. È un raffinato esploratore, ma nemmeno lui si è mai avvicinato alla Nera Madre che cucina i veleni e depista gli scienziati. Così la nostra curiosità è allo spasimo, unita a un vago timore.

«Nun ci jate, se more», ci avverte una donna sotto il tiglio della piazza, a Rocca San Felice. C’è da capirla: è dal XVII secolo che i registri parrocchiali segnalano decessi di esploratori e ficcanaso. Gli ultimi, due archeologi, asfissiati mentre cercavano monete antiche attorno alla palude. Ma noi andiamo lo stesso. Abbiamo una guida speciale, Giovanni Martinelli, super-esperto di gas sotterranei, uno che sente la Terra dall’odore. È lui che,via telefono,ci pilota fin sull’orlo del cratere e come una Sibilla ci enumera oscure meraviglie.

«Ah, la Mefite, luogo parlante della profondità. La più forte emissione gassosa d’Europa di tipo non vulcanico. Sfiata CO2 più di Stromboli e Vulcano messi insieme...». Passiamo il cartello con la scritta "Pericolo di morte" e l’altro incalza: «Ribollendo, il fango fa riemergere resti sanniti e romani... la Mefite è il collegamento più diretto al Profondo che esista in Italia...». Ecco, ora siamo sull’orlo, l’ambiente è selvaggio, il fondo scroscia come una cascata; ma non è vapore, è gas, mortale ossido di carbonio unito ad anidride solforosa.

Perché si adorava un luogo simile? «Morte e fertilità erano sempre collegate. I fanghi erano rimedi contro le malattie, si son trovati ex voto antichissimi a forma di piede o braccio...». Verso il fondo si vedono carcasse. Un cane, qualche uccello, insetti a non finire, olocausti involontari. Possiamo scendere? Martinelli: «Attenti al vento, all’inversione termica, il gas può salire...». Così dopo un po’ ce ne andiamo, prima che la dea si accorga di noi e ci catturi.

Trent’anni fa c’era un asino che viveva in un cunicolo scavato sotto il castello di Calitri. Per arrivare alla stalla, che aveva una finestrella sul precipizio, la bestia doveva passare per la cucina, la camera da letto e la cantina dei padroni. Un po’ come nella rupestr eMatera, anche sulle alture irpine uomini e animali talvolta dividevano gli stessi spazi. «Ma quando alle 19.34 del 23 novembre 1980 il terremoto arrivò come un’onda di tempesta, lo strapiombo e un pezzo di castello vennero giù con tutta la stalla. Ore dopo, nel marasma dei soccorsi, il padrone andò a vedere che ne era del ciuco, e lo trovò vivo sessanta metri sotto. Malfermo e con i denti rotti, ma incredibilmente in piedi».

Torniamo a caccia dei luoghi sulla linea dell’Ofanto, e intanto Livio ripesca dalla memoria le storie di quei giorni in prima linea. Prodigi, coincidenze, salvataggi funambolici, furbizie di speculatori, guerre di resistenza al cemento. Storie di un’altra Irpinia, che ha saputo uscire talvolta migliore dalla prova del fuoco. Sant’Angelo dei Lombardi, sbarrata alle ruspe dalla determinazione di un funzionario della soprintendenza, Vito De Nicola, e oggi centro delizioso, con castello medievale, chiesa madre e basilica paleocristiana. Ca litri, in bilico su una frana antichissima, con corso Matteotti piazzato sulla linea di distacco dello smottamento e il resto del paese che scivola di metri a ogni sisma, ma in modo così compatto che tutti ci hanno fatto l’abitudine. E che dire del destino di Caposele, nell’alta valle, uscita solo malconcia dalla catastrofe e immediatamente condannata dai geologi a un sommario abbattimento per via delle faglie individuate sotto le case?

Qualcuno chiese delle verifiche, vennero i tecnici triestini dell’Ogs, e presto si vide che le faglie c’erano davvero, ma non erano attive, dunque il paese poteva tranquillamente essere ricostruito nel vecchio posto. Così Caposele si salvò, e per la contentezza il sindaco offrì ai tecnici forestieri una delle cene più memorabili dellaloro vita.

Un chiavistello, un lucchetto che si apre, ed ecco i ruderi di Conza proibiti agli occhi degli uomini. Con Livio e Vito De Nicola scendiamo come palombari nel fondo dei secoli, fino al ciclopico basamento romano, una solidità che ridicolizza tutto quello che è stato costruito dopo. L’evidenza stratigrafica è sconvolgente. Più si sale verso il recente, più la friabilità aumenta, come se dopo l’Evo Antico nulla fosse stato più costruito a rego la d’arte. De Nicola: «È come se la distruzione aumentasse col rarefarsi della memoria delle tecniche edilizia antiche».

Per quali misteriosi canali la Bestia colpisca un paese e non un altro a poca distanza, è spesso un mistero. Sirovich mostra una mappa della "microzonazione sismica" dell’Irpinia, dove - a farla breve - si individuano i punti dove è sensato costruire e quelli dove invece è pericoloso farlo. «Ci sono aree proibite in partenza, per esempio quelle su terreni soffici e sabbie che possono fluidificarsi in certe condizioni. Ma spesso tutto dipende da geometrie profondissime che fanno concentrare diverse onde sismiche in un certo posto e non in un altro. Un po’ come uno specchio ustorio fa con i raggi del sole». Ma lì ogni previsione è un temo al lotto.
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 17/6/2012 17.06
Titolo:23 GIUGNO 2012, AREA DEL TUFARO ...
BEATIFICAZIONE:

NEL "PROGRAMMA PER LA SETTIMANA DAL 17 AL 24 GIUGNO 2012" (http://www.comune.contursiterme.sa.it/index.php?action=index&p=610)

SI LEGGE:

- "Sabato 23 giugno 2012, ore 19.00
- Area del Tufaro, Santa Messa prefestiva
- a purificazione della memoria del luogo"

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