- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (247) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Presepe e crocefisso,di Beppe Manni

Presepe e crocefisso

di Beppe Manni

Il presepe è un racconto, una sacra rappresentazione. Per il credente è la narrazione di un fatto fondante della propria fede. Per chi credente non è, rimane il bel racconto di una famiglia esule che non trova accoglienza.
E comunque fa parte di una tradizione italiana condivisa dalla maggioranza.
Il presepe non è un simbolo controverso, è strumentalizzato solo da politici nostrani stupidi e in mala fede.
A Modena non è mai successo che incivili mascalzoni bastonassero le umili e indifese statue del presepe: nelle chiese, nelle case, negli orti degli anziani, nelle vetrine.
Al liceo san Carlo durante l’occupazione sono stati distrutti alcuni crocefissi. Scandalo. Ma è stata solo stupidità. Niente di più di quando nelle aule, studenti burloni tirano via il cristo di plastica e attaccano sulla croce un biglietto con la scritta “Torno subito”.
E’ proprio dei fondamentalismi scandalizzarsi o peggio minacciare ritorsione, per la derisione o l’offesa a personaggi o simboli religiosi.
Mi è venuto in mente che se i crocefissi non fossero esposti nelle aule pubbliche non subirebbero né dileggio né ‘oltraggi’. I luoghi pubblici di uno stato laico e plurireligoso, non dovrebbero avere nessun segno di nessuna religione. Che non vuol dire essere dei non credenti ma solo abituarsi a rispettare tutte le fedi.
Chi offende o distrugge un crocefisso non vuole dileggiare l’umile uomo di Nazareth finito torturato e ucciso dal potere del suo tempo, ma mandare un messaggio a chi si serve di questo segno per i propri interessi politici, e anche religiosi.
Lo stesso criterio va usato nel giudicare i martiri cristiani vecchi e nuovi. E’ buona norma distinguere sempre chi viene oppresso e ucciso in odium fidei, in odio alla religione e chi invece viene perseguitato e ammazzato perché mette in pratica le parole di Gesù e sta dalla parte dei più deboli e sfruttati.
L’esempio più chiaro è il martirio del Vescovo brasiliano Oscar Romero ucciso 50 anni fa dai militari del regime dittatoriale salvadoregno perché aveva scelto di stare dalla parte dei poveri contadini sfruttati torturati e uccisi. Anche il prete polacco Jerzy Popeluszko di Solidarnosc, nobilissima figura di combattente per la libertà, fu ucciso nel 1984, ma per motivi politici dalla polizia segreta.
Si può usare la stessa misura per comprendere le ‘persecuzioni’ contro i cattolici in Cina, in Iraq, in Africa e oggi in Egitto. Spesso la violenza contro i cristiani non è come la chiama il papa “cristianofobia”. Queste azioni criminali vanno fermamente condannate e sono espressioni di fondamentalismi religiosi che devono essere superati da una intelligente azione politica e sociale. Anche perché sono spesso reazioni, ceratamene non condivisibili, contro il potere ‘coloniale’ dei bianchi occidentali e ‘cristiani’, ancora presente pesantemente nei giochi politici.
Credo però che, con buona pace del papa, il Gesù buono e misericordioso di Nazareth c’entri poco.
Termino portando due esempi di questa ‘confusione’ di giudizio.
A Modena la diocesi sta istruendo la causa di beatificazione di una decina di uomini e donne che vengono ritenute degne di diventare sante. Tra di loro ci sono anche due ‘martiri’.
Il primo è Rolando Rivi un bravo ed esemplare seminarista di San Valentino. Fu ucciso il 13 aprile del 1945 da una banda di sedicenti partigiani, criminali, solo perché con la sua misera vestina da prete era il simbolo di una chiesa che una certa parte politica voleva cancellare.
L’altra è Luisa Guidotti un medico modenese. Nel 1966 era andata in Rodhesia missionaria laica, qui aveva costruito un ospedale, un orfanotrofio e una scuola per infermiere. Assisteva e curava, anche in nome della sua fede cristiana, tutti bianchi e neri, governativi e guerriglieri. Durante la guerra civile, tutti i medici e infermieri bianchi abbandonarono l’Africa. Essa rimase.
Fu uccisa a Souls dagli squadroni razzisti, il sei luglio del 1979.
 
Beppe Manni
(Pubblicato sulla Gazzetta di Modena il 3 gennaio del 2011)


Luned́ 03 Gennaio,2011 Ore: 21:39
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Il crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici pubblici? Facciamo chiarezza

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info