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www.ildialogo.org La XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico, contro razzismo e violenza di genere,di Giampaolo Petrucci

La XVI Giornata del dialogo cristiano-islamico, contro razzismo e violenza di genere

di Giampaolo Petrucci

39065 ROMA-ADISTA. È stato lanciato il 21 luglio scorso, nel cuore di un'estate rovente – resa ancora più calda dai fatti di cronaca e dalle notizie che assecondano la psicosi della “invasione” e della “islamizzazione” del Paese –, l'appello per la sedicesima edizione della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, indetta per il 27 ottobre prossimo, che tratterà «il ruolo delle donne nel dialogo interculturale e interreligioso». L'idea di soffiare sulle vele dell'incontro tra il mondo islamico e quello cristiano era nata subito dopo l'attentato alle Torri Gemelle, proprio quando la risposta dell'Occidente allo spettro terroristico aveva preso ben altra direzione, quella cioè del permanente scontro di civiltà.
A 16 anni di distanza, si legge nell'appello, la Giornata «vuole continuare ad essere un punto di riferimento per quanti vogliono farsi costruttori di pace e impegnarsi attivamente per fermare quella che papa Francesco ha definito la “terza guerra mondiale a pezzi” che si sta radicalizzando sempre di più». I morti non fanno più notizia, nel frattempo crescono a dismisura le spese per armamenti in tutto il mondo, e il dialogo interreligioso vive un momento di grandissima difficoltà, «pesantemente condizionato dalle attività razziste dei partiti e movimenti ultranazionalisti e xenofobi che sono riusciti ad incrementare il proprio consenso popolare, focalizzando la loro propaganda politica sulla presunta minaccia che incomberebbe sull'identità culturale e religiosa dell’Europa, rappresentata come "bianca" e "giudaico-cristiana"».
Il razzismo odierno fa pensare, avverte l'appello, ai grandi orrori del '900, come per esempio la Shoa: «Non si può essere così ciechi e miopi da non rendersi conto che non è possibile ripercorrere le stesse strade che hanno portato allo sterminio di alcune centinaia di milioni di persone nel corso della prima e della seconda guerra mondiale». Commercio di armi, guerra e terrorismo fanno parte di una stessa spirale di violenza che non conduce alla pace nel mondo ma arreca una grave danno agli ultimi del pianeta, soprattutto alle donne, quelle «musulmane in particolare, che in questi anni sono state oggetto di atti di violenza e razzismo a sfondo religioso. Da qui la necessità di mettere al centro la questione femminile e puntare decisamente all’impegno delle donne per la pace ed il dialogo interreligioso e interculturale». Donne non solo musulmane «ma anche tutte le donne in genere, vittime di sempre più nuove forme di discriminazione e di violenze e di ripetuti e spesso cruenti femminicidi».
L'appello del Comitato promotore – composto da associazioni cristiane e musulmane, singoli impegnati sul tema del dialogo, riviste tra cui Confronti, Adista e il sito www.ildialogo.org – è rivolto a tutte le comunità, cristiane e musulmane, affinché «superino le difficoltà che esse stanno oggettivamente vivendo e si rimettano in cammino. L’umanità ne ha bisogno e le future generazioni ce ne saranno grate». Adista ha scambiato alcune rapide battute con Giovanni Sarubbi, direttore del periodico di Monteforte Irpino (AV) il dialogo, rivista pioniera dell'ecumenismo e del dialogo interreligioso, tra i principali fondatori della Giornata. (giampaolo petrucci)
Come si può celebrare la giornata in questo clima di razzismo imperante che è sfociato anche nella persecuzione di quanti cercano di aiutare i migranti?
Ciò che è successo a Pistoia a don Massimo Biancalani (v. Adista n. 30/17, ndr) dimostra che fascisti e nazisti sono isolati rispetto alle comunità cristiane che li fischiano e li cacciano dalle chiese. La loro forza sono tv e i social network, che ripetono ossessivamente le loro parole d'ordine. Ma anche le gerarchie ecclesiastiche che non li condannano con decisione e tengono atteggiamenti ambigui nei loro confronti se non proprio aperta complicità, con vescovi che si fanno ritrarre con fascisti mentre fanno il saluto romano. Rifiutare apertamente il razzismo: così potremo celebrare la giornata.
Aizzare il popolo contro lo straniero sembra piuttosto semplice. Come coinvolgere invece l'opinione pubblica in un percorso di dialogo, rispetto, ascolto e incontro?
Bisogna semplicemente avere il coraggio di usare parole diverse da quelle che diffondono quotidianamente le tv. La narrazione fascio-leghista della realtà è falsa. Bisogna semplicemente rifiutarla e dire le cose come stanno accusando i media di falsità e di razzismo. Bisogna contestare termini come "buonismo", "trafficanti", "scafisti", e quant'altro ci viene vomitato addosso. Se non lo facciamo poi viene fuori l'aggressione violenta. Prima vengono le parole, poi la guerra. È sempre stato così.
Quali sono le iniziative e i soggetti coinvolti nella giornata?
Le adesioni alla giornata sono giunte numerose da tutta Italia e già sono state annunciate diverse iniziative in varie Regioni, di cui daremo conto nelle prossime settimane con appositi comunicati. Per monitorare le iniziative si può consultare il sito www.ildialogo.org.
Come rispondi a chi afferma che la donna nella religione islamica non è rispettata e che su questo tema non può esserci dialogo?
Ovviamente dico che si tratta di falsi stereotipi e che sarebbe opportuno guardarsi in casa prima di scagliare accuse infondate: la cosiddetta società occidentale è infatti intrisa di violenza contro le donne, come dimostrano i femminicidi e i ripetuti casi di violenza in famiglia, che peraltro sono in netto aumento. Persino papa Francesco ha chiesto perdono per i tanti, troppi cattolici che commettono violenza contro le donne. Il tema delle donne, scelto per questa edizione della Giornata, è quanto di più appropriato possa esserci. 



Sabato 16 Settembre,2017 Ore: 22:27
 
 
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