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www.ildialogo.org Serdiana(CA): dialogo, preghiera comune e amicizia fraterna,a cura di Pierpaolo Loi

XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Serdiana(CA): dialogo, preghiera comune e amicizia fraterna

Resoconto della iniziativa del 27 ottobre 2016 - Comunità “La collina” – Serdiana (CA)


a cura di Pierpaolo Loi

Di seguito il testo dell'introduzione all'incontro del 27 ottobre tenuto da Pierpaolo Loi


Il 27 ottobre si è svolta presso la comunità “La collina” di Serdiana la Giornata del dialogo cristiano-islamico con la presenza di una ottantina di persone. Il primo momento di confronto , dopo una mia breve introduzione, è stato animato dagli interventi di Mohamad Doreid, presidente dell’Associazione Sardegna Libano e della sezione Sardegna Unionelibanese culturale nel mondo, e dal parroco di Serdiana , don Mario Cugusi, già parroco a Cagliari per molti anni della parrocchia di Sant’Eulalia nel quartiere più multietnico della città.
Mohamad, musulmano, da 26 anni in Italia, mediatore culturale, sposato con una cristiana, ha parlato della sottomissione a Dio, il Clemente e il Misericordioso, rivelato nel Corano al profeta Maometto. Le differenze tra Sunniti, Sciiti, ecc. non sono rilevanti per il nostro interlocutore, sono legate a situazioni storiche che non inficiano l’unicità del messaggio e l’unità della comunità musulmana. Spesso si usano parole come sinonimi, quando in realtà non lo sono: Mohamad ha decisamente affermato il suo essere musulmano, ma non si riconosce nella parola islamico/islamista, che viene utilizzata a fini politici. I principi della religione musulmana si basano sulla preghiera, sulla responsabilità verso il prossimo che si trova nel bisogno, sulla tolleranza, rispetto degli altri credenti, la cui fede ha fondamento nell’unico padre Abramo.
L’intervento del parroco-teologo ha evidenziato il fascino del mondo musulmano, conosciuto attraverso i viaggi nel Vicino e Medio Oriente, e il contatto diretto a Cagliari, già dagli anni ottanta, con gli immigrati di religione musulmana. Ha anche raccontato come il contatto si sia trasformato in accoglienza e come abbia suscitato un certo scalpore un episodio accaduto nella sua parrocchia: nello stesso momento in cui nella chiesa si celebravano le cresime, nelle aule catechistiche gli amici musulmani celebravano la fine del ramadan. Si è soffermato anche su un’esperienza in Kossovo, dove operava un medico cagliaritano, fondatore del l’associazione ALPO (Alleviare la povertà), che con il sostegno dei soci aveva costruito degli ambulatori per la popolazione in un quartiere musulmano. Un parroco cattolico lo rimbrottava perché si aiutassero i musulmani e non i cristiani.
Don Mario ha, infine, affrontato il tema specifico dell’appello: Misericordia e diritti. La misericordia di cui parla papa Francesco ha la connotazione di tenerezza, che affonda le radici nel termine biblico che significa utero materno: il Dio misericordioso ama come una madre ama la sua creatura. I diritti sono una conquista basata sui limiti positivi che le società umane si sono date e vengono determinati dal “diritto”, l’insieme di leggi, di norme da rispettare, con ciò che comporta dunque dal punto di vista restrittivo. In che rapporto si può porre la misericordia con i diritti? La misericordia va al di là del diritto, in un orizzonte più ampio di gratuità, di relazione; perciò bisognerebbe spingere i diritti sempre più verso l’orizzonte della misericordia.
Anche Mohamad si richiama al termine arabo di misericordia, rahma, la cui radice è la stessa che nella bibbia. I versetti che aprono ogni sura del Corano usano due aggettivi derivati da rahma: il Clemente, il Misericordioso.
Dopo un dibattito interessante – per il quale resta sempre poco tempo - la serata ha proseguito con una preghiera comune nella cappella della Collina, basata sul silenzio, la recita di un salmo, la lettura di alcuni versetti del Corano e di un hadit. La preghiera si è conclusa con il la recitazione in arabo dei primi versetti della sura aprente da parte degli amici musulmani e la recita del Padre nostro.
Infine, ha coronato questo momento molto profondo di confronto e di preghiera una cena conviviale e fraterna.
Pierpaolo Loi

XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico – Comunità “La collina” – Serdiana - 27 Ottobre 2016
Introduzione
Prima di presentare gli ospiti qui convenuti per questo momento di confronto, di preghiera comune e di convivialità fraterna, vorrei iniziare con alcune frasi tratte dal comunicato stampa del 2 agosto scorso del Comitato Promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, del quale faccio parte da diversi anni, dal titolo “Proseguire sulla via del dialogo”.
Il comunicato si riferisce ai fatti di Rouen (Francia), all’uccisione di p. Jacques Hamel e a ciò che è accaduto in seguito: «Dal male, come può capitare, è nato il bene. La barbara uccisione di padre Jacques Hamel in una chiesetta della Normandia ha prodotto  un incontro tra fedeli cristiani e musulmani a livelli mai prima realizzati. Cristiani si sono recati nelle moschee francesi, musulmani sono andati nelle chiese cattoliche durante i rispettivi momenti di preghiera, il venerdì e la domenica. È successo anche in Italia. Un fatto mai accaduto prima come risposta a chi, con l'uccisione di padre Jacques, amico fraterno dei musulmani francesi, voleva portare acqua alla teoria della “guerra di religione” che sarebbe dietro la “terza guerra mondiale a pezzi” in corso dal 2001».
Questa guerra di religione è stata più volte smentita da papa Francesco, il quale sostiene fortemente che la guerra non si sta combattendo per la religione ma è «guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli». Nel discorso nella moschea di Baku in Azerbaijan il 2 ottobre scorso il papa ha ribadito la vocazione delle religioni alla pace e alla riconciliazione: «Nella notte dei conflitti, che stiamo attraversando, le religioni siano albe di pace, semi di rinascita tra devastazioni di morte, echi di dialogo che risuonano instancabilmente, vie di incontro e di riconciliazione per arrivare anche là, dove i tentativi delle mediazioni ufficiali sembrano non sortire effetti».
Viviamo in un Paese in cui l’islamofobia cresce a causa anche di politici e media che usano l’identità cristiana come vessillo, e parlano del''arrivo di profughi e immigrati come di una invasione, a fini di meri vantaggi elettorali; un Paese in cui si fanno leggi contrarie alla Costituzione, che negano di fatto la libertà religiosa, come la legge antimoschee della regione Lombardia già approvata e quelle similari della Liguria e del Veneto, in via di approvazione.
Ciononostante, molte persone credono che si possa continuare a coniugare unità e diversità, la pluralità delle fedi nell’unico cammino di umanità. Come sosteneva il grande filosofo Emmanuel Lévinas: «Ognuna delle famiglie spirituali (ebraismo, cristianesimo e islam) ha insegnato al mondo l'universalismo, anche se non sempre c'è stata comune intesa sulla pedagogia. I nostri destini di fondo sono amici. Il monoteismo non è un'aritmetica del divino. È piuttosto il dono, forse soprannaturale, di vedere l'uomo simile all'uomo sotto la diversità delle tradizioni storiche che ognuno porta avanti: è una scuola di xenofilia e di antirazzismo» (E. Lévinas, Le tre religioni più unite che divise, in nostreradici.it.
Pierpaolo Loi



Giovedì 03 Novembre,2016 Ore: 18:42
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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