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www.ildialogo.org Dio ama ogni uomo teneramente e vuole che tutti siano e vivano da fratelli,di Maria Pia e Giovanni Rompianesi

XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Dio ama ogni uomo teneramente e vuole che tutti siano e vivano da fratelli

Resoconto serata del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2015


di Maria Pia e Giovanni Rompianesi

In una serata d’inizio novembre, esattamente il 10, l’amico Ruggero invita mio marito Giovanni ed io a Fiorano, per dare una testimonianza sulla morte delle nostre figlie, in un incontro interreligioso tra cattolici e musulmani. Anche una famiglia di religione islamica porterà la propria esperienza di morte vissuta alla luce della fede. Sono serate che da molti anni si susseguono, per aumentare la conoscenza e il rispetto tra queste diverse religioni.
Iniziano solitamente con i Vespri recitati dai cattolici, poi con una preghiera fatta dai musulmani, mentre ognuno degli appartenenti all’altro credo resta in silenzio. Successivamente si affronta un tema – stasera è Credo la Vita Eterna - attraverso testimonianze.
A questo punto Giovanni ed io rendiamo la nostra che riferisco. Molti anni fa’ le nostre primogenite Elena e Lucia (11 anni), morirono a causa dell’ossido di carbonio sviluppatosi nel cuore della notte in un incendio, a seguito di un temporale.
Racconto il mio orrore, il rifiuto di quanto stava accadendo, subito seguito da una preghiera incessante, durante quelle tre ore di attesa che sono infine culminate con l’annuncio della loro morte. Ricordo la FORZA che mi sono sentita dentro, FORZA CHE NON VENIVA DA ME.
Ho avuto la certezza che le mie figlie fossero entrate in una gioia senza fine e un pensiero, in particolare si è fatto preponderante: per quanto noi genitori avessimo fatto qui sulla terra per renderle felici, per guidarle verso il Bene, una cosa non avremmo mai potuto dare loro: la Vita Eterna, la salvezza Eterna. Questi pensieri, questa reazione, sono stati possibili perché avevamo un rapporto di grande intimità col Signore, di fiducia, ci nutrivamo della Sua parola e della Sua amicizia attraverso un cammino di fede.
Sono seguiti anni molto duri … e quando arrivava (e capita ancora) la nostalgia, acuta, improvvisa, irrefrenabile, dove mi trovavo piangevo.
Ma poi, sentivo Qualcosa, Qualcuno, che mi asciugava le lacrime. Volevo che le mie figlie fossero fiere di me, che oltre al pianto, io potessi gioire della loro gioia. E Qualcuno mi aiutava.
Giovanni spiega poi il nostro impegno nella Diocesi, attraverso un’iniziativa della Pastorale Familiare che seguiamo dal 2000. Si chiama “Credo la Vita Eterna”, è rivolta a chi vive un lutto e ha due percorsi uno spirituale e l’altro psicologico.
Dopo di noi Kawtar, i cui grandi, bellissimi occhi scuri spiccano nel viso incorniciato dal velo grigio perla, racconta la sua drammatica esperienza con grande dignità e coraggio.
Le sue sorelle, Hajar di 18 anni e Khadija di 8, sono morte quest’estate nel fiume Secchia. Anche Khaoula di 22 anni, a causa dello stesso incidente, è rimasta per giorni in coma e infine non ce l’ha fatta.
Kawtar descrive la sua reazione che risulta così simile alla nostra … Nell’attesa del ritrovamento delle due sorelle scomparse nel fiume, mentre le forze dell’ordine le cercano, lei e la sua famiglia si mettono in preghiera. Ed anche dopo la terribile notizia della loro morte, desiderano, vogliono affidarsi a Dio.
Sperano che Khaoula possa riemergere dal coma, sarebbe tremendo che anche lei morisse, non cessano di pregare.
Ma quando si devono arrendere anche alla perdita della ragazza, continuano a fidarsi di Dio. Dice Kawtar che se Dio le ha volute con se, avrà avuto le sue ragioni che noi non possiamo sapere, non possiamo capire, ma che scopriremo quando andremo da Lui. Che le sue sorelle forse avevano terminato il loro compito sulla terra.
Che lei e la sua famiglia si sforzano di non essere tristi perché sanno che loro stanno benissimo, che sono molto felici. Al termine della testimonianza Kawtar ed io ci abbracciamo forte, ci diciamo con stupore e gioia che davvero quello che ognuna di noi ha detto, rispecchiava ciò che anche l’altra aveva sentito e vissuto in questa drammatica esperienza… Il pregare, il fidarsi di Dio anche di fronte a fatti incomprensibili, la certezza che la vita non termina con la morte, l’impegno per vivere al meglio la vita che ancora ci viene donata, in attesa di riabbracciarle … sono alcune delle cose che abbiamo scoperto di avere in comune.
E sappiamo bene che in una situazione di dolore come questa è impossibile fingere.
Come per magia appaiono tavolate e tavolini e le tantissime persone presenti nella sala possono sedersi davanti a cibi interculturali, dal Kuskus alle pizzette, dai dolcetti arabi alle crostate emiliane. Così lo scambio continua. Anche l’Iman, il Presidente della Moschea di Sassuolo e il parroco di Fiorano, rimangono a condividere il pasto.
E una delle insegnanti delle ragazze afferma che, se ci fosse stato un telo che ci nascondeva e si fossero sentite solo le voci, non si sarebbe capito che chi parlava apparteneva a due diverse religioni.
Infine, posso conoscere anche Chaibia, la mamma, che mi tende la mano imbarazzata dicendomi: “Condoglianze”. Se subito le rispondo allo stesso modo, dopo è un grande abbraccio che ci unisce e che parla più di ogni parola. E’ d’uso concludere la serata con una preghiera che è stata scritta appositamente e che si recita a due cori.
Ci ritroviamo così Chaibia, Kawtar ed io, a guidare la lettura del coro femminile, alternandoci al coro maschile che ha alla guida il presidente della Moschea, Ruggero e Giovanni. Quello rimane per me il momento più emozionante: noi tre donne, provenienti da paesi con lingue, religione, tradizioni culturali differenti, noi così diverse, loro in abito lungo e col velo, io in jeans e scarpe da ginnastica, preghiamo allacciate l’una all’altra, e lievemente ci accarezziamo, perché in quel momento siamo fuse, unite, una cosa sola, perché stiamo pregando un unico Dio, lo stesso che ci ha aiutate, lo stesso che ci sta aiutando e presso cui dimorano insieme le nostre ragazze, quel Dio che ama ogni uomo teneramente e che vuole che tutti siano e vivano da fratelli.



Sabato 15 Ottobre,2016 Ore: 18:27
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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