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www.ildialogo.org Proseguono a Bologna le iniziative di dialogo cristiano-islamico,a cura di Paola Cigarini

Proseguono a Bologna le iniziative di dialogo cristiano-islamico

a cura di Paola Cigarini

A Bologna una lezione aperta del Professor Giuseppe Cecere su Le Costituzioni arabo-islamiche: i tratti comuni fondamentali, la loro collocazione spazio-temporale. L'iniziativa si terrà alla Dozza di Bologna il  10 dicembre prossimo – giornata mondiale per i diritti umani.
A Modena faremo un incontro con un imam sull’ Importanza dell'impegno spirituale nel cammino rieducativo e di ritorno alla vita onesta che tocchi anche il diritto ad avere  condizioni indispensabili per l'esercizio delle pratiche religiose islamiche nel carcere  e   la preghiera come via di apertura e convivenza con gli altri detenuti, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa.
Questo il testo che abbiamo costruito per promuovere iniziative negli istituti penitenziari della regione.
10 dicembre , il diritto a vedere riconosciuto il proprio patrimonio culturale e religioso in carcere.
Un progetto per promuovere la convivenza tra culture e religioni in carcere.
Nella Dichiarazione dei diritti dell’Uomo proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 è scritto: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Come ogni anno, il 10 dicembre, la Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia e l’ufficio della Garante ricordano la Giornata internazionale sui diritti umani con una serie di iniziative promosse in simultanea in tutte le sedi di reclusione della regione.
Arrivati alla sua terza edizione quest’anno la Conferenza vorrebbe accendere un riflettore sul diritto che le persone detenute hanno a mantenere i tratti fondanti della loro cultura di origine ed in particolare vorremmo esplorare, e riconoscere tra i diritti umani il diritto religioso, il diritto a poter esprimere il proprio culto e ad avere l’assistenza religiosa.
Oggi nel nostro Paese sono 54 mila le persone in carcere e il 32% è rappresentato da detenuti stranieri (Dati al 31/10/2014, Fonte DAP ). Oltre 17 mila unità, dunque, con una larga rappresentanza di musulmani: tra gli stranieri in regime di detenzione, la religione islamica è infatti la prevalente, con una consistente componente magrebina (Marocco, Tunisia, Algeria), che da sola supera le 8000 mila unità, di cui la maggior parte si dichiara o è presuntivamente di fede islamica.
Ci occupiamo qui, dunque, di un diritto che può aiutare una pacifica convivenza tra le culture che può solo contribuire a migliorare la qualità complessiva della vita in carcere, e che può essere una risposta (una, certo, non l’unica) democratica ed efficace agli stessi rischi di radicalizzazione.
I drammatici avvenimenti che scuotono il Medio Oriente in questi ultimi mesi mettono in chiara luce la difficoltà che i popoli incontrano nel creare convivenze pacifiche tra le religioni, a riconoscere i diritti  delle minoranze e accettarle.
Noi abbiamo il dovere di provarci, di sperimentare questa convivenza!
Ogni gruppo di volontariato che opera negli istituti della regione troverà modalità proprie per celebrare questa importante ricorrenza all’interno del carcere di riferimento, coinvolgendo, laddove possibile, anche realtà esterne (scuole, associazioni, enti locali e comunità di cittadini stranieri). Letture comuni, drammatizzazioni, lezioni magistrali, dibattiti e proiezione di film diventeranno il modo per conoscere un pezzo di storia della nostra civiltà, per riflettere su valori, ideali e impegni che dovrebbero fare parte della nostra cultura, del nostro essere cittadini del mondo, così come furono per chi, 63 anni fa, si è fatto promotore e autore della Carta con un carico di speranze e attese per un mondo migliore.
Per quanto riguarda la realtà di Bologna il progetto “10 Dicembre” si va ad incardinare strettamente con il progetto educativo Diritti, doveri, solidarietà nato da un'idea di Ignazio De Francesco della Piccola Famiglia dell’Annunziata (islamologo e volontario dell’associazione Avoc), dedicato ai detenuti musulmani con l'intento di fare leva sul loro patrimonio linguistico, religioso e culturale. La rieducazione di un uomo che ha violato la legge, passa infatti anche attraverso i valori più alti delle sue tradizioni, le quali hanno su di lui una presa e un’attrazione incomparabilmente maggiori rispetto ai messaggi provenienti da altre culture.
Articolato in 24 lezioni, il percorso coinvolge tutti i detenuti arabi/musulmani ristretti presso il Carcere Dozza di Bologna iscritti ai corsi scolastici per l'A.A. 2014/2015. L'iniziativa, che ha preso avvio il 5 novembre scorso e terminerà a maggio 2015, è stata promossa dal Cpia, Centro per l’istruzione degli adulti metropolitano di Bologna, e nasce dalla collaborazione tra Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, i responsabili e i docenti dei corsi scolastici istituiti presso l’istituto penale bolognese, l’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria “Don Paolo Serra Zanetti” e la Conferenza regionale del volontariato e della giustizia.
Paola Cigarini



Domenica 07 Dicembre,2014 Ore: 11:50
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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