“Abbiamo bisogno del dialogo come del pane e dell’acqua o dell’aria per vivere”. L’inizio della lettera dei promotori della XIII Giornata del dialogo cristiano musulmano è risuonato anche a Parma al Pozzo di Sicar. L’associazione che accoglie donne immigrate in difficoltà e le aiuta a inserirsi nella società parmense ha infatti ospitato, nell’ambito della Giornata, un incontro molto partecipato, organizzato dal Consiglio delle Chiese cristiane e dalla Comunità islamica di Parma.

La pastora della Chiesa evangelica metodista di Parma-Mezzani, Mirella Manocchio, presidente di turno del Cccpr, e il nuovo imam della Comunità islamica, Abdu Elbaset Alhamidi, sono intervenuti sul tema ““Compassione e misericordia nella Bibbia e nel Corano”. Dai due interventi è emersa la comune concezione di un Dio misericordioso e compassionevole – definizione che inaugura ogni preghiera dei credenti musulmani ed emerge anche dai Salmi e dalle parabole dell’evangelista Luca – che non fa preferenze di persone nell’usare a tutti misericordia. Anche gli esseri umani sono perciò chiamati a usare misericordia verso tutti gli esseri viventi: “non sarete felici finché non sarete misericordiosi”, così è stato citato il Profeta Mohammad. La misericordia non si limita a un sentimento ma è un’azione che diventa segno del Regno di Dio, ha specificato la pastora Manocchio che ha poi citato un’azione che va in questa direzione, intrapresa dal Consiglio delle Chiese cristiane di Parma: l’aver affiancato la Comunità islamica nella ricerca di stabilità e pace per l’esercizio del culto, osteggiato nell’attuale Centro islamico da un vicino intollerante.

Al termine del suo discorso in arabo, tradotto in italiano dal presidente della Comunità, Farid Mansouri, l’imam ha invitato il pubblico a “conoscere l’Islam attraverso le fonti e non attraverso i comportamenti di alcuni musulmani che interpretano erroneamente il Corano e l’Islam”.

Il dialogo è proseguito nell’ascolto di testimonianze, tra cui quella dell’ Associazione Ahmadyya muslim jama’at, e nell’assaggio dei sapori del buffet internazionale che ha offerto cibi halal preparati dalla comunità del Pozzo. “Per noi è fondamentale il rispetto dell’altro, delle culture e delle religioni, ed è ciò che in questa casa si cerca di fare da tanti anni. La cucina è ospitalità, anche questo è ciò che abbiamo imparato dalle nostre ospiti” racconta Franca Cagnolati, che con il marito Gigi Gianpellegrini ha avviato l’esperienza ventun’anni fa.