La giornata ecumenica per il dialogo cristiano islamico nacque oltre dieci anni fa, a poche settimane dalla tragedia dell’11 settembre, con l’intenzione esplicita di ricostruire quel ponte di comunicazione e di fraternità che gli attentati negli USA prima e la guerra in Iraq sembravano avere definitivamente distrutto. L’iniziativa partì dal basso, da uomini e donne che ritennero di dover riaffermare le ragioni e lo spirito di quella stagione del dialogo interreligioso che aveva prodotto una serie di eventi anche internazionali “Noi, cristiane e cristiani di diverse confessioni – si legge nell’appello lanciato nel 2001 – impegnati da anni nel faticoso cammino coi musulmani italiani... chiediamo alle chiese italiane e ai loro responsabili di prendere in considerazione … la creazione di una “Giornata del dialogo cristiano islamico”. Un volume della EMI curato insieme a Brunetto Salvarani e significativamente intitolato “La rivincita del dialogo. Cristiani e musulmani dopo l’11 settembre” raccoglie analisi e testimonianze che ancora oggi risuonano attuali e che hanno consentito, negli anni, di dare continuità a un percorso di fraternità e di conoscenza. Da alcuni anni la giornata è stata stabilizzata nella data del 27 ottobre, anniversario dell’incontro interreligioso di Assisi del 1986; soprattutto, col tempo, l’iniziativa si è imposta anche ai vertici delle chiese che spesso la sostengono attivamente.

A tredici anni dalla I Giornata, gli scenari sono cambiati e le ragioni del dialogo sono forse più evidenti e condivise. Tuttavia vi è la sinistra continuità di una violenza agita nel nome di Dio che impone a tutte le comunità di fede una seria riflessione sulle derive di certi fondamentalismi e radicalismi religiosi che vanno combattuti soprattutto al loro interno. Quest’anno il tema della Giornata ecumenica del dialogo è “Le radici comuni. Compassione e misericordia” ma l’obiettivo resta quello delle prime edizioni: promuovere quanti più incontri possibile in cui cristiani e musulmani possano condividere pensieri, parole e pratiche di pace. Ed ancora una volta sarà importante che cristiani di diversi tradizioni possano impegnarsi insieme.