I cristiani e i musulmani di Dori (città del Nord del Burkina Faso) dicono no alle violenze compiute in Nigeria per asseriti motivi religiosi. A firmare un appello in tal senso sono il Grande Imam di Dori e quello di Gorom-Gorom, l’amministratore diocesano di Dori e il vescovo di Koudougou. I quattro leader religiosi sono legati dalla comune appartenenza all’Unione Fraterna dei Credenti, associazione che da oltre quarant’anni unisce cristiani e musulmani in opere di promozione umana.

Nota anche in Italia, l’organizzazione collabora con diversi comuni della Penisola e, in Alto Adige, col “Pozzo di Giacobbe – Jakobsbrunnen”.

La dichiarazione parla chiaro: le differenze, “siano esse di ordine religioso, culturale, etnico o altro ancora, sono in primo luogo espressione della volontà di Dio”. E “nessuna religione ha il monopolio di Dio”.

“Il credente – scrivono i religiosi africani – è colui che accoglie la fede dell’altro come volontà di Dio. E poiché Dio è amore, il credente è colui che accetta, ama e rispetta l’altro malgrado le sue differenze. Il credente è infine colui che sa vedere ed attingere ciò che c’è di valore presso l’altro”. E aggiungono: “Oggi essere religiosi vuole dire essere interreligiosi”.

Di seguito altri brani dell’appello:

“Alla luce di quanto sopra e a riguardo degli atti di violenza in Nigeria, noi credenti ci poniamo questa domanda: nel nome di quale Dio e nel nome di quale fede interagiscono gli uni con gli altri? L’attualità ci mostra i massacri quotidiani e gli attentanti compiuti nel Nord di questo paese fratello. Il gruppo Boko Haram attacca sia le chiese che le moschee. Purtroppo il fenomeno è mal compreso e si sta ramificando e diffondendo in altre regioni.

Con questa lettera noi leader religiosi cristiani e musulmani, membri impegnati da quarant’anni (43) con l’organizzazione interconfessionale Unione Fraterna dei Credenti (UFC, cfr. www.ufc-dori.org) nella cultura della promozione del dialogo e della tolleranza interreligiosi e interculturali:

- condanniamo con fermezza le varie violenze compiute nel nome di Dio;

- rifiutiamo che il nome del Dio Unico sia usato per giustificare tali ignobili atti;

- rifiutiamo che gli autori delle violenze usino a pretesto la loro fede. Da parte nostra riteniamo che le cause reali debbano essere identificate, perché né la Bibbia né il Corano incitano alla violenza”.

Infine:

- “Invitiamo tutti i credenti del mondo alla vigilanza per non farsi coinvolgere né deviare dalla propria fede;

- chiediamo ai media di usare più spirito di pace nel raccogliere e trattare le informazioni;

- chiediamo alle autorità politiche e religiose nigeriane di prendere tutte le misure necessarie a mettere fine a queste violenze;

- invitiamo tutti i credenti a pregare di più e a praticare maggiormente il dialogo e la tolleranza”.

In allegato: il testo della dichiarazione, nell’originale in francese e in traduzione italiana

Pozzo di Giacobbe – Jakobsbrunnen – Jacob’s Well

info-jacob@alice.it – www.pozzodigiacobbe.altervista.org

www.facebook.com/pozzo.giacobbe

IBAN: IT50 E060 4558 5900 0000 0239 000

(BIC: CRBZIT2B020)

5x1000: codice fiscale - Steuernummer: 91048880214

Scarica sul tuo PC il documento
La dichiarazione in italiano

Scarica sul tuo PC il documento
La dichiarazione in francese

Venerdì 23 Marzo,2012 Ore: 15:44