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www.ildialogo.org Uno sforzo comune per la pace e la salvezza dell'umanità,di Giovanni Sarubbi

Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Uno sforzo comune per la pace e la salvezza dell'umanità

Lettera ai musulmani per l'inzio del Ramadan


di Giovanni Sarubbi

Cari/e Fratelli/sorelle Musulmani,
buon Ramadan Karim.
Sono oramai 16 anni che in occasione dell’inizio del Ramadan vi scriviamo per porgervi i nostri auguri non formali e per tentare una riflessione sullo stato dei rapporti fra cristiani e musulmani in vista delle iniziative comuni nell’ambito della Giornata Ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre.
Quest’anno le difficoltà dell’incontro fra cristiani e musulmani sono diventati molto gravi ed evidenti. Nonostante vi siano stati importanti momenti di confronto anche a livello internazionale, come quello avvenuto al Cairo recentemente fra Papa Francesco ed il Grande Imam di Al Azhar, la generalità delle comunità cristiane e musulmane è confusa, divisa, impaurita e sotto il costante e violento attacco dei mass-media che diffondono, a reti unificate, i messaggi di odio e di aperta islamofobia diffusi da forze politiche che ignorano pervicacemente qualsiasi dichiarazione delle comunità musulmane che negano qualsiasi rapporto fra attentati terroristici e islam.
Giornalisti bugiardi negano la verità che dovrebbe essere loro obbligo etico e giuridico sostenere. Vengono ignorate, in un mondo che rivendica le proprie “radici cristiane”, persino le dichiarazioni dello stesso Papa Francesco che ha negato più volte qualsiasi rapporto tra islam e violenza e fra religioni e violenza. Se così non fosse bisognerebbe parlare anche della violenza insita nello stesso cattolicesimo o nel protestantesimo per quello che queste religioni hanno fatto nel corso della storia e fino ai giorni nostri.
Ogni attentato terroristico sul suolo europeo è usato per ingigantire l’attacco all’islam ed al dialogo pur essendo evidente che non esiste alcun rapporto tra le due cose. Rapporto che non si può neppure dedurre né dalle dinamiche degli attentati né dalle biografie dei presunti responsabili, di cui immediatamente vengono indicati nomi e biografia evidentemente già nota prima degli attentati, che nella loro vita nulla hanno avuto a che fare con una vita religiosa di qualsivoglia tipo. Si tratta per lo più di manovalanza, disperati figli del degrado sociale delle grandi città europee, semplici strumenti al soldo di chi sta conducendo su scala globale una guerra che è oramai chiaramente mirata alla conquista della supremazia economica e politica mondiale.
Nello scrivervi questa lettera non vogliamo nascondere le difficoltà che finora ci hanno impedito persino di proporre, come abbiamo fatto fino allo scorso anno, il tema della prossima giornata del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre. Lo scoramento è forte, le forze della pace e del dialogo sono sotto scacco. Stanno prevalendo sia piccoli interessi di bottega, sia logiche di subordinazione a giochi partitici che di fatto negano il diritto alla libertà religiosa, sia l’infiltrazione nel nostro ambito della dottrina dello “scontro di civiltà” che è il vero convitato di pietra del dibattito politico mediatico del nostro tempo. Questioni piccole e grandi che offuscano le coscienze e ci impediscono di procedere con la necessaria unità contro il mostro della guerra e della morte.
Volendo usare un paragone scacchistico le forze dell’avversario sembrano preponderanti e non ci sarebbe altro da fare che arrendersi. Ma, come nel gioco degli scacchi, le posizioni apparentemente più forti hanno in realtà al proprio interno un punto debole scardinando il quale si può passare dall’accerchiamento al contrattacco e alla sconfitta del Re avversario.
E questo è possibile se chi è sotto scacco riesce a trovare la forza spirituale necessaria per capire la via giusta, per comprendere il punto debole dell’avversario trovando la strada che conduce alla rottura dell’accerchiamento e alla vittoria.
Il vostro Ramadan è un momento dunque importante di questo “sforzo spirituale” che è oggi il compito prioritario di tutti gli uomini e le donne di pace del nostro tempo.
Ci auguriamo che tutti/e gli amici e amiche che in questi anni hanno realizzato iniziative comuni fra cristiani e musulmani prendano esempio da questo vostro momento di preghiera, digiuno e sforzo lungo la via di Dio per intraprendere anch’essi una via simile.
Abbiamo già proposto, e lo riproponiamo, che tutte le comunità cristiane cerchino di organizzare in questo mese del vostro Ramadan per lo meno una iniziativa con un momento di digiuno e preghiera comune per la pace. Auspichiamo che quante più persone di pace possano seguire quest’appello che non ha bisogne di facili firme su un modulo on-line ma di azioni concrete nella vita reale.
Abbiamo bisogno dell’incontro tra le persone in carne ed ossa, dobbiamo guardarci negli occhi, parlarci senza filtri, mettere in comune le nostre difficoltà e speranze e insieme trovare la via per la salvezza dell’umanità.
Entrambe le comunità, quelle cristiane e quelle musulmane, scontano una profonda divisione al proprio interno. È un dato di fatto comune a tutte le religioni. Non dobbiamo scoraggiarci. Le divisioni sono figlie del maligno. Sia nella tradizione cristiana che in quella musulmana c’è la comune indicazione a seguire la via del bene rifiutando il male. È questa la strada.
Ed è con questo auspicio che vi formulo i nostri più sentiti auguri di buon Ramadan Karim.
Giovanni Sarubbi
Coordinatore nazionale del comitato promotore della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico



Sabato 27 Maggio,2017 Ore: 10:55
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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