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www.ildialogo.org L'inganno dei Legionari di Cristo, venuto alla luce nei documenti recenti, testimonia una vasta copertura dei fatti,di Jason Berry

L'inganno dei Legionari di Cristo, venuto alla luce nei documenti recenti, testimonia una vasta copertura dei fatti

di Jason Berry

Jason Berry - 18 febbraio 2013
I documenti recentemente resi noti in sede di processo a Rhode Island dimostrano che i Legionari di Cristo, al centro di tremendi scandali, hanno nascosto informazioni sulla vita sessuale del loro fondatore ad una ricca vedova che ha fatto donazioni all'ordine per 30 milioni di dollari nell'ultimo ventennio.
Nel 2009 la nipote della vedova, Mary Lou Dauray, ha fatto causa ai Legionari e alla banca che ha disposto le transazioni, accusandoli di frode. Alla richiesta della Dauray, supportata da una mozione da parte del NCR e da tre tra i maggiori media, il giudice della Corte Suprema Michael Silverstein ha revocato la garanzia di protezione ai Legionari, consentendo la pubblicazione dei documenti venerdì scorso.
Le migliaia di pagine di testimonianze, dati finanziari e religiosi, offrono una visione incredibile sulla cultura propria dei Legionari e del loro fondatore messicano, P. Marcial Maciel Degollado.
Maciel ha costituito una centro di potere a Roma istituendo una delle più grandi raccolte fondi della chiesa moderna. Si è garantito il supporto incondizionato di papa Giovanni Paolo II che lo aveva definito "guida efficace per i giovani" e lo aveva pubblicamente lodato durante solenni cerimonie, anche dopo una denuncia del 1998 che vedeva Maciel indagato per abusi sessuali sui seminaristi della Legione.
Il Vaticano non è coinvolto a Rhode Island, ma le decisioni di Giovanni Paolo e di papa Benedetto XVI permeano la lunga cronistoria quale emerge dai documenti. Un capitolo chiave della documentazione riprende l'ammissione del cardinale Fran Rodé, che ha dichiarato a NCR e al Globa Post in una recente intervista che "alla fine del 2004 aveva visto un video di Maciel con una donna e un figlio che lui presentava come suo". Un Legionario, di cui Rodé non ha fatto il nome, gli ha mostrato il video di Maciel con una ragazza identificata come sua figlia.
Il cardinale non ha interrogato Maciel riguardo la sua paternità, ma afferma di aver ordinato ai canonisti vaticani, sottoposti al cardinale Joseph Ratzinger, capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, di investigare sulle accuse di pedofilia. Su questo fronte, Ratzinger, già papa Benedetto, ha preteso le dimissioni di Maciel nel 2006, ma il portavoce vaticano non ha mai specificato la ragione né fatto cenno alle vittime. Le spiegazioni sono arrivate solo nel 2010, dopo l'indagine vaticana sui Legionari, che ha prodotto nuovi report sull'ordine certificando che Maciel aveva una figlia e che il Vaticano lo sapeva dal 2005.
Più tardi si è accertato che Maciel aveva avuto due figli da una seconda donna con la quale aveva intrattenuto una lunga relazione.
I documenti del processo di Rhode Island, pubblicati meno di una settimana dopo l'annuncio delle dimissioni di Benedetto, hanno aggiunto un ulteriore capitolo agli scandali che probabilmente egli teneva ben presenti nella sua ultima messa pubblica da papa, quando ha parlato del volto della chiesa "talvolta sfigurato".
Gabrielle Mee, donna che parla un francese fluente, conservatrice e raffinata, pensava di aver trovato una dimora spirituale all'interno degli ultra-ortodossi Legionari per i suoi ultimi anni. Si è consacrata al gruppo laico Regnum Christi, andando ad abitare presso una casa religiosa e cedendo al contempo le sue immense ricchezze alla Legione dando procura a P. Anthony Bannon, Legionario irlandese che divideva il suo tempo fra il Connecticut e Rhode Island.
Come tutti nell'ambiente chiuso dell'ordine, Mee aveva appreso che il Nostro Padre, come Maciel amava essere definito, aveva dei nemici, ma che era un vero santo per la sua leadership in campo evangelico, che avrebbe guidato la chiesa lontano dagli abusi liberali del Vaticano II e attratto giovani uomini alla vita religiosa rigorosa. Questo era il messaggio della Legione.
In tutti i modi Gabrielle ha creduto a questo messaggio fino alla sua morte a 96 anni nel maggio 2008, appena quattro mesi dopo il funerale di Maciel in Messico. Non ha mai saputo che Maciel avesse tre figli, due dei quali - come riportato in precedenza dal NCR - mantenuti nel segreto delle messe private papali da un apparentemente ignaro Giovanni Paolo.
Alla sua morte il sito dei Legionari ha annunciato che Maciel è andato in paradiso. Eppure in quello stesso momento p. Luis Garza ed alcuni alti esponenti della Legione, si chiedevano come e quando rivelare che Maciel aveva una figlia grande, e che il Vaticano ne era a conoscenza da tre anni.
Gabrielle aveva sottoscritto la pubblica campagna dei Legionari contro nove ragazzi che nel 1997 avevano accusato Maciel di aver abusato di loro quando erano seminaristi. Di questo si parla in un documento bancario.
Il marito di Gabrielle, Timothy, era nel consiglio di amministrazione della Fleet Bank. Alla sua morte nel 1985 aveva disposto un fondo fiduciario a suo nome e uno separato a nome della moglie. Tre anni dopo lei fece una prima donazione di 1 milione di dollari alla Legione dopo che la sua cara amica Marguerite Garrahy, ex first-lady a Rhode Island, aveva intessuto le lodi dei Legionari. La Mee e la Garrahy andavano a messa insieme tutti i giorni.
Bannon aveva immediatamente avvisato Maciel a Roma della donazione di un milioni di dollari. Ma insisteva per un deposito con questa scusa: "Non ho controllato il suo carnet degli assegni".
Maciel istituì una pratica ricorrente in Mexico, quella di "coltivare" ricche vedove o le mogli di qualche riccone. Le scuole gestite dai Legionari erano frequentate da famiglie influenti reclutate nell'ambito di Regnum Christi. Le scuole preparavano i ragazzini per la Legione. Bannon, riferendosi alla Mee, testimoniò di come Regnum Christi e i membri della Legione donassero ad essa i propri beni.
Li avrebbe fatti gestire a qualcuno fidato, e, prima di prenderli definitivamente in carico, avrebbe deciso cosa farne. E lo stesso per i beni ricevuti in eredità. "Ritengo che i beni delle persone siano qualcosa che Dio ha donato loro tramite la famiglia o sono il frutto del loro lavoro, e ne sono proprietari e amministratori, a loro spetta capire cosa Dio vuole che ne facciano. Io posso dir loro le necessità che abbiamo, ma rispetto sempre le loro decisioni".
Emergono i problemi
Il rapporto di una banca indica che Bannon ha agito con maggiore astuzia quando l'ordine è stato minacciato.
Il 23 febbraio 1997 Gerald Renner e l'autore hanno pubblicato un rapporto investigativo alla Hartford Courant, evidenziando la lunga storia degli abusi sessuali compiuti da Maciel, basata sui racconti di nove ex-seminaristi o ex-preti della Legione. Maciel ha rifiutato l'intervista ma si è professato innocente. Il Vaticano non ha commentato.
La Legione al tempo aveva alcuni grandi conti presso la Fleet Bank e un mutuo per un ex complesso della IBM a Thornwood, NY. Pianificava di aprire un collegio nonostante le questioni urbanistiche che si presentavano, e la resistenza dei residenti di Westchester County. La Legione acquistò la proprietà nel gennaio 1997 per 33 milioni di dollari con il cospicuo contributo della Mee, facendosi carico di un mutuo che all'epoca era di 25 milioni di dollari.
Prima della pubbicazione di Courant, la Legione ha inviato le dichiarazioni giurate dei sostenitori di Maciel a tutti i giornali, cercando di dimostrare l'innocenza di Maciel a fronte di una cospirazione avviata da chi voleva diffamarlo.
Nel frattempo Garza, il vicario ordinario del generale, ha viaggiato in lungo e in largo nelle case dei Legionari in molti paesi per avvertirli della prossima uscita dell'articolo, anticipando che si trattava di menzogne e suggerendo ai Legionari e ai membri di Regnum Christi di non leggerlo se ne avessero trovato una copia.
I Legionari fanno espresso voto di astenersi dalla critica al fondatore o ai superiori e di riferire di chiunque lo faccia. Questo "voto speciale" - che Benedetto ha abolito alcuni hanni dopo - ha protetto Maciel dalle critiche e ha stabilito che fare la spia fosse un atto di fede.
In questo contesto cinque giorni dopo l'uscita dell'articolo, Bannon e un altro Legionario hanno incontrato due ufficiali della Fleet Bank. Un memorandum della banca spiega ufficialmente:
Abbiamo discusso la strategia di marketing dei Legionari e seguiremo ogni ulteriore sviluppo sui media.
Abbiamo determinato la maniera più efficace per misurare i fondi della Legione e monitorare il flusso di cassa mensile in tempo reale per valutare eventuali cali nei ricavi.
Il memorandum afferma che Bannon abbia chiesto alla banca di scrivere una lettera a Courant "per lamentarsi a proposito delle vicende". La banca non l'ha mai fatto.
Il memo prosegue:
In termini di credito supplementare i Legionari erano preoccupati dell'impatto delle novità sulla Fleet Bank. P. Bannon ha offerto a garanzia il flusso di cassa del fondo fiduciaro Mee per fornire ulteriore sicurezza in questo periodo di incertezza. Io l'ho ringraziato, ma ho aggiunto che ci sarebbe stato un significativo conflitto di interesse se avessimo accettato a garanzia gli interessi dei fondi Mee perché siamo anche noi fiduciari (per Gabrielle Mee e per la fondazione Timothy Mee).
"Non esistono prove che la signora Mee conoscesse nel dettaglio le accuse contro Maciel, né l'esistenza di questo articolo di Hartford Courant", ha detto l'avvocato Bernard Jackvony al NCR. "Piuttosto, si capisce che ne era all'oscuro".
Regnum Christi ha pubblicato un avviso nelle sue sedi che diceva che "il Nostro Padre si trova sotto attacco in un articolo menzognero". E questo è ciò che sembra che la Mee sapesse. "Era totalmente all'oscuro del fatto che i Legionari stessero usando il suo fondo come strumento di negoziazione con la banca", afferma Jacvony. "Dimostra come i Legionari a quel punto consideressero i suoi soldi come propri. Si sono permessi delle libertà con i suoi fondi senza che lei neanche lo sapesse, come se fosse un loro diritto".
Nel 2001 Bannon ha ottenuto una procura per gli affari della Mee, scritta dagli avvocati dei Legionari. La Legione ha citato in giudizio la Fleet per ottenere maggiore accesso ai fondi combinati dei Mee, e Gabrielle ha testimoniato in suo favore. Le parti hanno raggiunto un accordo stragiudiziale. Poi la Fleet è stata accorpata alla Bank of America. In seguito all'accordo del 2001 la causa Dauray vede la banca come difensore della Legione per l'accusa di frode.
Quanti Legionari fossero a conoscenza della seconda vita di Maciel - o di come Maciel avesse fondato l'ordine con la cassa di una fondazione religiosa - non è chiaro da una prima occhiata ai documenti. Secondo la trascrizione di un discorso di Garza, vicario generale per lungo tempo, Maciel ha versato, negli ultimi anni della sua vita, 20.000 dollari al mese dal conto della Legione al gruppo di Regnum Christi di Monterrey, Mexico, dopo che nel 2009 si era saputo dell'esistenza di una figlia.
Questo discorso non era stato ammesso come prova nel processo, e non fu neanche sentito per questo. Un portavoce della Legione ha detto al NCR di non poter rispondere alle domande.
La testimonianza di Garza è una parte essenziale dell'azione legale. In qualità di vicario generale, era il secondo in grado dopo Maciel ed era, secondo l'organigramma di Regnum Christi, "responsabile della supervisione di aree chiave della governance logistica, ivi compresa l'analisi completa dei numeri, delle persone, delle strutture, delle organizzazioni, dei rischi e delle opportunità".
Garza era cresciuto con cinque fratelli a Monterrey ed era il rampollo di una delle famiglie più ricche dell'America Latina, spesso comparata ai Rockfeller. Maciel aveva puntato la famiglia Gaza per anni, ingraziandosi i genitori. Tre dei fratelli sono entrati in Regnum Christi; l'altra metà si è invece opposta alle pressioni di Maciel. "La nostra famiglia è ad oggi irrimediabilmente divisa. Una delle mie zie ha donato una casa a Maciel", ha dichiarato Roberta Garza, la più giovane dei fratelli.
Luis Garza, laureato in ignegneria a Stanford nel 1978 è entrato nei Legionari dopo un periodo in Regnum Christi. La famiglia ha fatto grandi donazioni negli anni. Un ex legionario afferma che Luis abbia versato diversi milioni di tasca propria. Ha conseguito una laurea in diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Maciel lo ha nominato vicario generale quale segno della sua crescente autorità.
Nel 1989 la signora Mee si recò a Roma e incontrò Maciel per discutere dei progressi del seminario dei Legionari, costruito con il suo generoso contributo. Jacvony, ex governatore repubblicano del Rhode Island ha chiesto a Garza nella sua deposizione: "Sapeva di una donazione (Mee) fatta alla Legione nel 1989 pari a un milione di dollari"
"No, non lo sapevo"
"Lo ha mai saputo nell'arco del suo incarico?
"No."
"Lo seppe in seguito?"
"Non ricordo".
Jackvony ha incalzato: "Nel 2002 ci furono quattro milioni di dollari in lasciti, incluso un condominio a Narragansett?"
"L'unica cosa che so è che si tratta di un condominio".
Jackvony ha continuato: "Nel 2003 ci sono state donazioni per un totale di 3milioni e secentomila dollari. E' a conoscenza di alcuna di queste?"
"No"
Al contrario P. Stephen Fichter, capo dell'amministrazione della Legione alla fine degli anni '90, ha fornito risposte dettagliate nonostante fossero trascorsi 11 anni. Fichter ha lasciato l'ordine nel 2000, cosa non facile vista la rigidità interna, pur credendo che Maciel fosse innocente rispetto alle accuse dei seminaristi. Nel 1997, prima che l'indagine Hartford Courant raccontasse come Maciel avesse abusato dei nove ex-seminaristi, Garza si era recato nelle case dei Legionari di tre continenti, convincendo i Legionari e i membri di Regnum Christi che certe accuse di lì a poco pubblicate erano menzoghe e che nessuno avrebbe dovuto leggere i resoconti mediatici su questa faccenda. Era perfino stato limitato l'accesso ai computer in quegli anni.
Fichter è stato incardinato nell'arcidiocesi di Neward, N.J. e aveva conseguito il dottorato in sociologia. Ora è pastore nel New Jersey e ricercatore al Centro Universitario per le Ricerche Applicate nell'Apostolato di Washington.
"Anche se sono fermamente convinto che Dio possa scrivere diritto su linee storte, e che abbia portato qualcosa di buono nella mia vita personale attraverso la Legione, mi sento ingannato, defraudato rispetto alle informazioni su Maciel che sono venute alla luce nel 2011".
Fichter ha ricordato di aver riveduto i file degli investimenti bancari di Gabrielle Mee a Roma e di averli riposti tra i dati delle donazioni "in qualche archivio cartaceo".
Maciel ha gestito il denaro in modi "del tutto contrari" alla politica dei Legionari. "Dovevo sempre dargli 10.000 dollari in contanti, 5.000 in dollari americani e 5.000 nell'equivalente della valuta del paese in cui si recava", ha dichiarato Fichter. "Non so come abbia usato quel denaro. Non ha mai fornito resoconti".
"Il procuratore generale di Rhode Island, Peter Kilmartin, ha il diritto di intervenire nel nostro caso perché si tratta di un fondo di benevidenza", ha detto Jackvony. "La truffa perpetuata da Maciel e dai Legionari di Cristo illustrata in questi documenti necessita di immediata attenzione per determinare se le norme contro gli abusi finanziari sugli anziani siano state violate".
Maciel aveva nascosto la sua vita sessuale patologica dietro un muro di ricchezza e un'immagine di ortodossia militante, risultata affascinante anche agli occhi di Giovanni Paolo II. Ha tratto vantaggio da un papa adorante, che tesseva pubbicamente le lodi di Maciel e dei suoi Legionari. Le trenta risorse che operavano per la racconta fondi presso la casa madre dei Legionari Statunitensi a Cheshire, Connecticut, hanno commercializzato le videocassette della manifestazione quale testimonianza fondamentale per la raccolta. La scena in cui Giovanni Paolo abbraccia Maciel sull'altare ha enfatizzato la sua posizione agli occhi dei ricchi benefattori come Gabrielle Mee.
Nel 2004 la Legione aveva 650 milioni di dollari a bilancio e 1 miliardo di dollari in beni per le attività delle scuole, dei seminari e delle opere in America Latina, Europa e Nord America. Nel 2005, con la morte di Giovanni Paolo II, Ratzinger ha interrotto l'impunità di Maciel e ha ordinato al canonista vaticano Mons. Charles Scicluna di avviare un'indagine. Cicluna ha lavorato alla Concregazione per la Dottrina della Fede, che ha sede nel maestoso palazzo del Sant'Uffizio in cui è stato condannato Galileo per eresia. I piani superiori ospitano i funzionari della Curia Romana tra cui Rodé, 78enne, ex prefetto della Congregazione gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ora in pensione.
Un segreto al sicuro
Nel 2004 Rodé è diventato prefetto della congregazione che governa gli ordini religiosi. Il suo predecessore, cardinale Eduardo Martinez Somalo, ha ricevuto una donazione di 90.000 dollari da Maciel, stando ai racconti del prete che ha portato la busta. Martinez Somalo ha rifiutato di essere intervistato.
Rodé ha dichiarato di non aver preso soldi dalla Legione.
"Ho stima del carisma dei Legionari", ha dichiarto al NCR in una intervista in 20 novembre nei suoi appartamenti in Vaticano. Ha visto giovanotti di ortodossa tradizione crescere in numero in America Latina mentre le vocazioni diminuivano tragicamente in Europa e Nord America. Rodé ha fatto discorsi celebrativi per la Legione in Brasile e in Cile, elogiando il fondatore anche dopo la sua cacciata.
Alla domanda se questo fosse stato un errore, ha ripiegato verso una presunta fedeltà al papa. "E' difficile dire se questo fosse un errore da parte del papa", ha detto riferendosi alle lodi intessute da Giovanni Paolo nei confronti di Maciel dopo che nel 1998 il suo caso era stato archiviato dalla Congregazione per la Dottrina. "Non lo so. Io non c'ero" per poter sapere cosa Giovanni Paolo sapesse o non avrebbe considerato riguardo Maciel.
Rodé difende i Legionari considerandoli come un fenomeno differente rispetto a Maciel, posizione che Benedetto ha mantenuto dopo la decisione vaticana di riformare l'ordine.
Un prete ex Legionario, parlando del contesto, ha affermato di aver incontrato Rodé dopo la morte di Maciel e che il cardinale gli aveva detto di aver visto una videocassetta di Maciel e la sua figlioletta, quando egli era superiore generale.
Interrogato su questo Rodé ha annuito cupamente, dicendo che si trattava della fine del 2004 e non del 2005. Il Legionario che glielo aveva mostrato intendeva informarlo prima delle elezioni del superiore generale, posizione che Maciel aveva detenuto per decenni. Rodé ha dichiarato di aver persuaso l'ormai 84enne Maciel, ormai sotto stretta indagine, di dimettersi. Maciel è stato rieletto, ma poi si è ritirato.
Cosa ha fatto Rodé della videocassetta che mostrava la figlia di Maciel?
"Ho detto tutto a Mons. Scicluna".
Scicluna ne ha riferito direttamente a Ratzinger.
Quale prefetto degli ordini religiosi perché Rodé non ha punito Maciel?
"Non dipendeva da me comminare una pena, ma alla fine ha avuto la sua punizione" - dall'ordine di Benedetto nel 2006 che lo obbligava a "una vita di preghiera e penitenza".
Il cardinale ha affrontato Maciel riguardo suo figlio?
"Non era compito mio"
Perché no?
"Non ero il suo confessore". Rodé fa una pausa. "Era mio obbligo come prefetto per i religiosi convincerlo a dimettersi, e l'ho fatto".
L'intervista al cardinale evidenzia un'altra dimensione della testimonianza di Garza: il suo crescente sospetto sul fatto che la paternità di Maciel fosse un montaggio e il tempo impiegato prima che lui confermasse. Ci sono voluti quasi due anni dopo che un altro Legionario aveva mostrato la videocassetta a Rodé.
Nel 2005 Maciel mostrava "un principio di demenza, dimenticava le cose, le ripeteva più volte in una conversazione", questo affermò Garza nella sua testimonianza a Rhode Island.
Dopo le sue dimissioni da superiore generale, Maciel lasciò Roma ed incominciò a viaggiare. Trascorse la primavera nella sua città natale, Cotija de la Paz, in Messico, dove i Legionari hanno una sede. Foto di un incontro con la sua ex amante Norma Banos HIlda e la loro figlia Normita, 23 anni, sono poi comparse su una rivista messicana di gossip.
Gli ultimi mesi di Maciel
Anche mentre combatteva contro la demenza, Maciel rimase una figura dominante. Chi si prende la briga di controllare un ex superiore generale a lungo venerato come un santo? Ma le gerarchie della Legione erano molto preoccupate per l'indagine Scicluna, così come per la stabilità di Maciel dopo la visita alla Clinic a Mayo di Rochester. La testimonianza di Garza rivelava che Maciel, in un lento declino mentale, aveva ancora la facoltà di viaggiare ovunque e quandunque desiderasse. Dopo la visita alla Clinica Mayo, Maciel nella primavera del 2006 si registrò in entrata al Sawgrass, un hotel a cinque stelle di Jacksonville. La Legione, come sempre, pagava le sue spese.
Le prove rivelano che lui si trovava a Jacksonville in quel maggio quando il Vaticano annunciava le sue dimissioni in favore di "una vita di preghiera e penitenza".
Non esiste alcuna indicazione nel processo che Garza, nato nel 1958, fosse a conoscenza del fatto che Maciel avesse abusato dei seminaristi di alcune generazioni prima. Il contrattacco della Legione nei confronti degli accusatori si basava sul fatto che gli stessi, alla fine degli anni '50, avevano ordito dal Messico e dalla Spagna un complotto per deporre il Nostro Padre. Le ragioni non furono mai spiegate, ma la personalità carismatica e le mole donazioni che riservava ai funzionari di Curia e agli alti prelati nell'arco degli anni erano tra i motivi per cui i difensori si batterono alla fine degli anni '90. Tra quelli che facevano eco alle lodi di Giovanni Paolo per Maciel c'erano P. Richard John Neuhaus, William Bennett, George Weigel, uno dei biografi di Giovanni Paolo II e la docente di diritto ad Harvard, Mary Ann Glendon, che poi divenne ambasciatrice USA presso il Vaticano.
L'ordine Vaticano di dimissioni mise Garza in una situazione imbarazzante. La risposta della Legione conteneva elementi contraddittori. L'ordine aveva proclamato la sua fedeltà a Benedetto, paragonando Maciel a Cristo per le false accuse, affermando che stava vivendo la sua vita "con la coscienza in pace". In questo fandango bizzarro del linguaggio - il Vaticano relegando Maciel ad una vita di penitenzia mentre lodava la Legione, e la Legionie comparando il suo fondatore a Cristo - Maciel ricaricava le batterie in un albergo di lusso in Florida.
E quindi la Legione acquistò una residenza in un complesso recintato a Jacksonville e portò alcuni preti a vivere con il Nostro Padre.
"E qual era la ragione dalla loro presenza?" chiese Jackvony nella deposizione.
Garza rispose: "creare una comunità".
"Perché?" incalzò Jackvony.
"Affinché P. Maciel potesse vivere in penitenza e in assenza di un ministero pubblico". rispose Garza.
Anche nella sua nuova casa Maciel si struggeva per Roma. Ci tornò nel settembre del 2006, nella speranza di partecipare alla cerimonia di canonizzazione di suo zio, un vescovo messicano. Le tempistiche delle dimissioni comminate da Benedetto senza dubbio furono legate a quella canonizzazione. I funzionari vaticani non gradivano un Maciel raggiante alla cerimonia sapendo, come poi dichiarò un funzionario del NCR, che aveva molestato "più di 20 vittime, anche se meno di 100".
Garza non specificò come Maciel fosse stato convinto di non poter partecipare alla canonizzazione, ma fatto sta che lui fece ritorno a Jacksonville.
Da allora Garza sospettò anche di Normita e di sua madre, che avevano soggiornato presso l'Hotel Sawgrass e trascorrevano il loro tempo con Maciel nella sua vita di penitenza nella dimora de Legionari con la piscina.
Nel gruppo di preti presenti nella casa c'era Javier Maciel, fratello del Nostro Padre. I preti e Javier, come ha testimoniato Garza, "conoscevano le donne", ma non avrebbero saputo dire chi fossero. Di fronte ai crescenti sospetti di Garza, scelse un hotel meno costoso nei suoi viaggi a Jacksonville, ma mai decise per la "comunità" situtata nella casa appena acquistata. Nell'ottobre 2006, Garza chiese a Norma "se la ragazza fosse la figlia di P. Maciel. E lei confermò".
Garza ottenne il certificato di nascita e stabilì che Normita compisse gli studi al collegio dei Legionari in Messico.
Garza, come tutti i Legionari, era legato al "voto privato" e non poteva criticare Maciel o i superiori, e aveva promesso di non cercare promozioni nella Legione e di riferire ai superiori critiche riguardo al fondatore. Maciel aveva imposto i voti per salvaguardare i suoi segreti sessuali. Benedetto poi avrebbe abolito i voti. Ma a quel tempo, Garza poteva confidare su una sola persona: il nuovo superiore generale, P. Alvaro Corcuera.
All'inizio del 2007 la Legione era nei guai col Vaticano. Maciel era andato, o quasi. Corcuera e Garza, che l'avevano difeso a lungo contro le accuse di pedofilia, si trovarono di fronte ad un dilemma interno: come dire ai Legionari, ai membri di Regnum Christi delle famiglie segrete di Maciel.
Inoltre Garza era preoccupato dell'impatto sulle due donne. Egli disse che "Normita aveva un padre molto attaccato a lei, ma in generale piuttosto assente. Norma si mantiene attraverso le proprietà che affitta", sollevando ulteriori dubbi su eventuali frodi legali. Come ha conseguito il titolo di agente immobiliare se apparentemente non aveva un'occupazione?
Maciel aveva incontrato Norma ad Acapulco in Messico nel 1980. Normita era nata tre anni più tardi. Nel 1997 le aveva trasferite a Madrid, manenendole in un appartamento di lusso, stando ai report spagnoli.
Nel 2007 la paternità di Maciel rimane segreta. Il Vaticano non rivela nulla, e neanche la Legione. Quanto ciascuna parte sapesse dell'altra non è chiarito da alcuna evidenza.
La demenza di Maciel andava peggiorando verso la fine dell'anno, secondo la testimonianza di Garza. Alla fine del gennaio 2008 la malattia ebbe la meglio. Secondo l'articolo di El Mundo, quotidiano di Madrid, mentre Norma e Normita si sono trasferite pressoi preti vicini a Maciel nella casa di Jacksonville, Corcuera, il suo successore alla guida dell'ordine, ha cercato di somministrargli l'unzione degli infermi e pare che lui abbia gridato: "Ho detto di no!"
Il corpo fu riportato a Cotija de la Paz per la sepoltura nella tomba di famiglia. La Legione annunciò che era andato in paradiso. Garza e Corcuera cercavano di decidere come rivelare la verità mentre i funzionari Vaticani attendevano le novità.
Gabrielle Mee morì quattro mesi più tardi a Rhode Island.
Nel luglio 2008 il direttore delle comunicazioni dei Legionari americani, Jim Fair, si recò a Roma per stabilire la strategia mediatica. Fair rilasciò una deposizione anche per la causa. Dichiarò che nell'incontro di Roma Corcuera aveva rivelato che Maciel aveva una figlia. Dovevano preparare la copertura mediatica dell'avvenimento. "Per noi era cruciale la risposta a tutto questo" affermò Fair. "Credo che l'unica cosa che abbiamo chiesto era se fosse sicuro e (Corcuera) ha risposto di sì".
In una conversazione telefonica domenicale con il NCR, Fair ha detto che nessun funzionario Vaticano ha partecipato all'incontro e che nessuno ha messo in discussione il coinvolgimento del Vaticano.
Perché la Congregazione per la Dottrina della Fede, che aveva investigato su Maciel e poi sulla Legione, non ha diffuso l'informazione o non ha spinto i Legionari a farlo quando Benedetto ha sospeso Maciel nel 2006?
Perché il Vaticano ha taciuto quest'informazione per tutti questi anni?
José Barba, il professore in pensione del Mexico City college che ha presentato ricorso nel 1998 contro Maciel presso il tribunale della Congregazione dottrinale, sostiene che la questione fondamentale per Benedetto era proteggere la reputazione di Giovanni Paolo II.
"Ratzinger voleva garantire la beatificazione di Giovanni Paolo", afferma Barba, coautore de La Voluntad de No aber (La volontà di non sapere), una analisi dei documenti vaticani su Maciel. La pubblicazione del libro nello scorso marzo e il rifiuto di Benedetto di incontrare le vittime di Maciel in viaggio in Messico ha innescato una serie di attacchi e critiche verso il papa. Benedetto ha dovuto fare i conti con l'imbarazzo per l'entusiasmo di Giovanni Paolo verso Maciel dopo la causa del 1998, che quasi ignorava le accuse contro uno dei più famosi predatori sessuali della storia della chiesa. Barba afferma che pressando il coperchio sulla vita segreta di Maciel Benedetto spera "di difendere la causa di canonizzazione dalle accuse che Giovanni Paolo ha protetto un maniaco".
Testo Originale
Reperimento testi di Patrizia Vita
Traduzione di Stefania Salomone

Legion of Christ's deception, unearthed in new documents, indicates wider cover-up
Newly released documents in a Rhode Island lawsuit show that the scandal-tarred Legion of Christ shielded information on their founder's sex life from a wealthy widow who donated $30 million over two decades.
In 2009, the widow's niece, Mary Lou Dauray, sued the Legion and the bank that facilitated key transactions, alleging fraud. At Dauray's request, backed by a motion from NCR and three other media outlets, Superior Court Judge Michael Silverstein revoked a protective order the Legionaries had secured and released discovery findings Friday.
The thousands of pages of testimony, financial and religious records open a rare view into the Legion culture shaped by its Mexican-born founder, Fr. Marcial Maciel Degollado.
Maciel built a power base in Rome as the greatest fundraiser of the modern church. He won the undying support of Pope John Paul II, who called him an "efficacious guide to youth" and praised Maciel in lavish ceremonies even after a 1998 canon law case at the Vatican in which the cleric was accused of sexually abusing Legion seminarians.
The Vatican is not a defendant in Rhode Island, but decisions by John Paul and Pope Benedict XVI permeate a larger story rising from the files.
A key strand in the new material aligns with an admission by Cardinal Franc Rodé, who told NCR and Global Post in a recent interview that "in late 2004 or early 2005" he saw a videotape of Maciel "with a mother and child represented as his." A Legionary, whom Rodé did not identify, showed him a tape of Maciel with a girl identified as his daughter.
The cardinal did not confront Maciel about paternity, but says he told a Vatican canon lawyer who was under orders from Cardinal Joseph Ratzinger, then head of the Congregation for the Doctrine of the Faith, to investigate the pedophilia accusations. On that front, Ratzinger, as Pope Benedict, dismissed Maciel from ministry in May 2006, but the Vatican communiqué did not specify why or acknowledge the victims. Those explanations only came in 2010, after a Vatican investigation of the Legion prompted by news reports of the order's disclosure that Maciel had a daughter, a fact the Vatican had known since 2005.
Two sons by a second woman, with whom Maciel had a longstanding relationship, came forward later.
The Rhode Island documents, coming less than a week after Benedict announced his resignation from the papacy, add another chapter to the scandals that apparently were on his mind when, in his final public Mass as pope, he spoke of the face of the church that "is, at times, disfigured."
Fluent in French, Gabrielle Mee was conservative and refined; she felt she had found a spiritual home with the ultra-orthodox Legionaries for her twilight years. She became a consecrated woman in the order's lay group, Regnum Christi, living in a religious home while steadily ceding her enormous wealth to the Legion by giving power of attorney to Fr. Anthony Bannon, an Irish-born Legionary who divided his time between Connecticut and Rhode Island.
Like everyone else in the order's closed environment, Mee was taught that Nuestro Padre, as Maciel was called, had his enemies, but that he was a living saint for his leadership as an evangelist, drawing the church back from liberal abuses of the Second Vatican Council and attracting young men to a strict religious life. That was the Legion message.
By all accounts, she believed that message until her death at 96 in May 2008, just four months after Maciel's funeral in Mexico. She never knew Maciel had sired three children, two of whom, as previously reported in NCR, he secreted into private papal Masses celebrated by an apparently clueless John Paul.
At his death, the Legion website announced that Maciel had gone to heaven. Yet at that very time, Fr. Luis Garza and other top Legionaries were scrambling to decide how, and when, to reveal that Maciel had a grown daughter -- a fact the Vatican had known for three years.
Mee had long embraced the Legion's public campaign against nine men who in 1997 accused Maciel of abusing them as seminarians. This is referenced in a bank document.
Mee's husband, Timothy, was on the board of trustees of Fleet Bank. By the time he died in 1985, he had established a charitable trust in his name and a separate trust for Gabrielle. Three years later, she gave her first donation of $1 million to the Legion after her close friend Marguerite Garrahy, a former first lady of Rhode Island, spoke favorably of the Legion. Mee and Garrahy attended daily Mass together.
Bannon immediately notified Maciel in Rome of the million-dollar gift. But, he insisted in a deposition, "I did not control her checkbook."
Maciel made a practice in Mexico of cultivating wealthy widows and the wives of wealthy men. The Legion prep schools catered to affluent families, recruiting parents to Regnum Christi. The schools fed young men into the Legion. Bannon, referring to Mee, also testified on how Regnum Christi and Legion members donate their own assets to the order:
She would assign the management of those assets to somebody she trusts, and then before taking her final commitment would decide what is to be done with those assets. When there are assets that come as an inheritance, the same. ... It's my belief in the premise, and the way I've always acted is a person's assets is something God has given to him through family or through their own good work, and they are the owners and managers of that, and it's up to them to see what God wants them to do with the money.
I always speak to them about the needs that we have, but always respect their decision.
Troubles emerge
A bank memo suggests Bannon acted with greater self-interest when the order was threatened.
On Feb. 23, 1997, Gerald Renner and this writer published an investigative report in the Hartford Courant detailing a long history of sexual abuse by Maciel based on lengthy on-the-record accounts by nine former seminarians or ex-Legion priests. Maciel refused to be interviewed but claimed innocence. The Vatican refused any comment.
The Legion at the time had several major accounts with Fleet Bank and a mortgage on a former IBM complex in Thornwood, N.Y. It had plans to establish a college that involved zoning issues that were drawing strong resistance from Westchester County residents. The Legion purchased the property for $33 million in January 1997 with major help from Mee and carried a mortgage balance at the time of almost $25 million.
Prior to the Courant publication, the Legion sent affidavits of Maciel supporters to the newspaper, purporting to show Maciel's innocence in the face of a conspiratorial effort by the men to defame him.
Meanwhile, Garza, the order's vicar general, traveled to Legion houses in several countries to warn of the forthcoming article, claiming it would be based on lies and telling Legionaries and Regnum Christi members not to read the report should they see a copy.
Legionaries took a special vow never to criticize the founder, or superiors, and to report on anyone who did. This "special vow" -- which Benedict abolished many years later -- protected Maciel from criticism and rewarded spying as an act of faith.
In this environment, five days after the article was published, Bannon and another Legionary met with two Fleet officials at the bank. A summary memo from a bank official explains:
We discussed the Legion's public relations strategy and we will all follow any further developments in the news media.
We determined the most effective way to measure the health of the Legion's fundraising stream and cash flow on a real time basis was to monitor monthly cash flows to determine whether there has been any fall-off in revenues.
The memo states that Bannon asked Fleet to write a letter to the Courant "to complain about the story." The bank never did.
The memo continues:
In terms of additional credit concerns the Legion was concerned about the impact of the surprise on Fleet. Father Bannon offered to pledge the cash flow stream from the Mee trust funds in order to provide additional security in this uncertain period. I thanked him, but communicated that it would be a significant conflict of interest if we were to seek a perfected security interest in the Mee funds because we are also a trustee [for Gabrielle Mee and for the Timothy Mee Charitable Trust].
"There is no evidence that Mrs. Mee knew of the detailed allegations against Maciel nor the existence of the Hartford Courant article," plaintiff attorney Bernard Jackvony told NCR. "Rather, it shows that she was in the dark."
Regnum Christi posted a notice in its residences saying that Nuestro Padre was under attack in a false article. But that, it appears, is the extent of what Mee knew.
"She was totally unaware that the Legion was using her wealth as a negotiating tool with the bank," Jackvony said. "It shows how the Legion at that point essentially treated her money as theirs. They took such liberties with her funds without her even knowing, and treating [it] like they were entitled to it."
In 2001, Bannon obtained sweeping power of attorney, drafted by the Legion's lawyers, for Mee's affairs. The Legion sued Fleet to obtain greater access to the combined Mee funds, with Gabrielle testifying for the Legion. The two sides settled out of court. Fleet later merged with Bank of America. Because of the 2001 agreement, Dauray's lawsuit includes the bank as a defendant with the Legion on allegations of fraud.
Just how many Legionaries knew of Maciel's secret life -- or how Maciel funded it through the coffers of a religious charity -- is unclear from an initial review of the documents. But Maciel was drawing $20,000 a month from the Legion in his later years, according to the transcript of a speech by Garza, the longtime vicar general, to a Regnum Christi group in Monterrey, Mexico, after the Legion divulged existence of the daughter in 2009.
Garza's speech was not evidence in the lawsuit, nor was he questioned about it. A Legion spokesman told NCR he could not respond to questions.
Garza's testimony is a pivotal part of the legal action. As vicar general, he was Maciel's second in command and "responsible for overseeing key areas of logistical governance," according a Regnum Christi profile, "involving constant analysis of numbers and personnel, structures and organizations, risks and opportunities."
Garza grew up with five siblings in Monterrey, a scion of one of Latin America's wealthiest families, often compared to the Rockefellers.
Maciel cultivated the Garza family for years, ingratiating himself with the parents. Three of the siblings became immersed in Regnum Christi; the other half reacted against Maciel's tactics.
"Our family is hopelessly split to this day," said Roberta Garza, the youngest sibling. "One of my aunts gave Maciel a house."
A 1978 graduate of Stanford with a degree in engineering, Luis Garza joined the Legion after a period in Regnum Christi. The family made huge donations over the years, with Luis reported by one former Legionary as donating several million of his own. He earned a canon law degree from the Jesuits' Pontifical Gregorian University in Rome. Maciel named him vicar general as a sign of his rising authority.
In 1989, Mee went to Rome and met with Maciel to see the progress of the Legion seminary being built with her generous help.
Jackvony, a former Republican lieutenant governor of Rhode Island, asked Garza in deposition: "Were you aware of a gift [Mee] made to the Legion in 1989 of a million dollars?"
"No, I was not aware."
"Did you ever become aware of that in your official duties?"
"No."
"Did you become aware of it later?"
"I don't remember."
Jackvony bore down: "In 2002, there were a total of four million dollars in gifts, including a condominium in Narragansett?"
"The only thing I know about this is it's a condominium."
"In 2003," Jackvony continued, "there were gifts totaling about $3,600,000. Are you aware of any of those gifts?"
"No."
In contrast, Fr. Stephen Fichter, chief financial officer for the Legion in the late 1990s, gave often detailed answers despite 11 years' distance. Fichter left the order in 2000, uneasy with the internal rigidity, yet believing then Maciel was innocent of the seminarians' accusations. In 1997, before the Hartford Courant investigation profiled nine ex-Legionaries recounting how Maciel abused them as boys, Garza had traveled to Legion houses in three continents, telling Legionaries and Regnum Christi members that certain accusations soon to be published were lies and none of them should read the media account if they came across it. Computer access was tightly limited in those years.
Fichter joined the Newark, N.J., archdiocese and earned a doctorate in sociology. He divides his time as a New Jersey pastor and in a research position at Georgetown University's Center for Applied Research in the Apostolate in Washington.
"While I firmly believe that God can write straight with crooked lines, and that he brought some good into my personal life through the Legion," Fichter testified, "I personally feel deceived, defrauded, lied to" by the scope of information on Maciel that surfaced by 2011.
Fichter recalled reviewing Gabrielle Mee's bank investment files in Rome and storing her donation records "in paper form in some filing cabinet."
Maciel drew money in a manner "totally inconsistent" with ordinary Legionaries. "I would always have to give him $10,000 in cash; 5,000 in American dollars and 5,000 equivalent in currency to the country he was traveling," Fichter said. "I do not know what he used that money for. He never gave an accounting of that money."
"Rhode Island's attorney general [Peter Kilmartin] has the right to intervene in our case because it involves a charitable trust," Jackvony said. "The fraud by Maciel and the Legion of Christ demonstrated in these documents also deserves immediate attention to determine whether laws against financial abuse of the elderly have been violated."
Maciel hid his pathological sex life behind a wall of wealth and an image of militant orthodoxy, charming John Paul II. He capitalized on footage of a beaming pope, celebrating Maciel and his cheering Legionaries at a public audience. A 30-person fundraising office at the Legion's U.S. headquarters in Cheshire, Conn., marketed cassettes of the event as a pivotal item in the Legion fundraising. A scene of John Paul embracing Maciel at the altar dramatized his standing for wealthy benefactors, like Mee.
By 2004, the Legion had a $650 million budget and $1 billion in assets for the prep schools, seminaries and universities in Latin America, Europe and North America. In 2005, with John Paul's death, Ratzinger broke with the pope's resistance to prosecuting Maciel and ordered Vatican canon lawyer Msgr. Charles Scicluna to investigate. Scicluna worked at Congregation for the Doctrine of the Faith, which is housed in the majestic palazzo called the Holy Office where Galileo was convicted of heresy. The upper floors house certain Roman Curia officials, including Rodé, 78, now retired as the prefect of the Congregation for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life.
A secret safe
In 2004, Rodé became prefect of the congregation that governs religious orders. His predecessor, Cardinal Eduardo Martínez Somalo, took a $90,000 gift from Maciel, according to the priest who carried the envelope. Martínez Somalo refused interview requests.
Rodé said he took no cash gifts from the Legion.
"I esteem the charism of the Legionaries," Rodé told NCR in a Nov. 29 interview at his apartment at the Vatican. He saw young men of rock-solid orthodoxy, their numbers rising in Latin America as vocations sank in Europe and North America. Rodé gave celebratory speeches for the Legion in Brazil and Chile and praised the founder after Maciel's ouster.
Asked whether that was a mistake, he couched his answer in the context of papal loyalty. "It is difficult to say it was a mistake by the pope," he said, referencing John Paul's praise of Maciel long after the 1998 case filed in the doctrinal congregation. "I don't know. I wasn't there" to know what John Paul knew, or would not consider, about Maciel.
Rodé defends the Legionaries as a phenomenon apart from Maciel, a position Benedict took in the Vatican takeover to reform the order.
A former Legion priest, speaking on background, said he met with Rodé after Maciel's death and the cardinal told him of a VHS he had seen when Maciel was superior general of Maciel and his young daughter.
Asked about this, Rodé gave a somber nod, saying it was "late 2004, or early 2005." The Legionary who showed it wanted him to have the information before the order's election for superior general, the position Maciel held for decades. Rodé says he persuaded the 84-year-old Maciel, by then under investigation, to step down. Maciel was re-elected and then retired.
What did Rodé do about the videotape showing Maciel's daughter?
"I told Msgr. Scicluna all about the problem," the cardinal said.
Scicluna reported directly to Ratzinger.
As the prefect over religious orders, why did Rodé not punish Maciel?
"It was not for me to pronounce the penalty," he said. "But he was, in the end, corrected" -- by Benedict's 2006 Vatican order sending Maciel to a "life of prayer and penitence."
Did the cardinal confront Maciel about his child?
"It was not my obligation."
Why not?
"I was not his confessor." Rodé paused. "It was my obligation as prefect for religious to get him to step down, and I did."
The cardinal's interview lends validity to another dimension of Garza's testimony: his mounting suspicions about Maciel having a child and what it took for him to confirm it. This occurred almost two years after another Legionary showed Rodé the videotape.
By 2005, Maciel was showing "basic evidence of dementia, like forgetting things, repeating things in a conversation," Garza stated in his Rhode Island testimony.
After he stepped down as superior general, Maciel left Rome and began traveling. He spent time that spring in his birthplace, Cotija de la Paz, Mexico, where the Legion has a religious house. Photographs of a reunion with his former paramour, Norma Hilda Baños, and their daughter, Normita, 23, later appeared in a Mexican gossip magazine.
Maciel's final months
Yet even as he battled dementia, Maciel was a domineering figure. Who oversees an ex-superior general long revered as a living saint? But the Legion high command worried about Scicluna's investigation as well as Maciel's stability following a visit he made to Mayo Clinic in Rochester, Minn. Garza's testimony reveals his concern that Maciel, in a slow mental decline, was still traveling whenever and wherever he pleased. After the visit to Mayo Clinic, Maciel in the spring of 2006 checked into Sawgrass, a five-star hotel in Jacksonville, Fla. The Legion, as always, paid his expenses. The evidence suggests he was in Jacksonville that May when the Vatican announced his dismissal to "a life of prayer and penitence."
There is no indication from the lawsuit that Garza, born 1958, had knowledge of Maciel abusing seminarians a generation before. The Legion's counterattack on the original accusers insisted that those men in their late 50s from Mexico and Spain hatched a conspiracy to bring Nuestro Padre down. The motives were never explained, but Maciel's charismatic personality and the many financial gifts he dispensed to curial officials and others over many years were among the reasons a chorus of defenders spoke out in the late 1990s. Among those who echoed John Paul's admiration for Maciel were Fr. Richard John Neuhaus; William Bennett; George Weigel, a biographer of John Paul II; and Harvard Law professor Mary Ann Glendon, who later became the U.S. ambassador to the Vatican.
The Vatican order of dismissal threw Garza into an awkward situation. The Legion's response contained contradictory elements. The order proclaimed its loyalty to Benedict while comparing Maciel to Christ as falsely accused, facing his new life with "tranquility of conscience." In this bizarre fandango of language -- the Vatican ordering Maciel into penitential life while praising the Legion, and the Legion comparing their founder to Christ -- Maciel was running up charges in a Florida luxury hotel.
And so the Legion bought a house in a Jacksonville gated complex and installed several priests to live with Nuestro Padre.
"And what was the purpose of them being there?" Jackvony asked in the deposition.
Garza replied, "To create a community."
"Why?" Jackvony asked.
"For Father Maciel to live a life of penance and absence from public ministry," Garza said.
Yet even with his new home, Maciel pined for Rome. He flew back in September 2006, hoping to attend the canonization ceremony of one of his uncles, a bishop in Mexico. The timing of Benedict's dismissal order was undoubtedly tied to that canonization. Vatican officials did not want a beaming Maciel at the ceremony knowing, as one official later told NCR, that he had molested "more than 20 but less than 100" victims.
Garza does not specify how they persuaded Maciel that he could not attend the canonization, but he returned to Jacksonville.
Garza by then was suspicious of Normita, 23, and her mother, Norma Hilda Baños, in her late 40s, who had been at the Sawgrass Hotel and were spending time with Maciel in his life of penance at the Legion house with the pool.
Among the group at the house was Javier Maciel, Nuestro Padre's brother. The priests and Javier, Garza testified, "knew the women" but would not say who they were. As Garza's suspicions grew, he stayed at a less-expensive hotel on his trips to Jacksonville, not at the "community" in the newly purchased house. In October 2006, Garza asked Norma "if the girl was the daughter of Father Maciel," he testified. "She confirmed that."
Garza tracked down her birth certificate and determined that Normita had studied at a Legion college in Mexico.
Garza was, like all Legionaries, beholden to the "private vows" never to speak ill of Maciel or superiors, never to seek higher office in the Legion, and to report to the superiors any criticism overheard about the founder. Maciel had imposed the vows to safeguard his sexual secrets. Benedict would later order the vows abolished. But at that time, Garza had only one person in whom to confide: the new superior general, Fr. Alvaro Corcuera.
By early 2007 the Legion was in an existential drama with the Vatican. Maciel was gone, sort of. Corcuera and Garza, who had long defended him of the pedophilia accusations, faced a huge internal issue: how to tell Legionaries, Regnum Christi members and the donor base about Maciel's shadow family.
Garza was also concerned about the impact on the women. Normita, he testified, said "she had this father that was very caring for her but in many instances very absent." Norma supported herself by "property that she leases," raising further questions of fraud in the legal action. How did she gain title to rental real estate when she apparently did not work?
Maciel met Norma in Acapulco, Mexico, in 1980. Normita was born three years later. In 1997, he moved them to Madrid, providing support in an upscale apartment, according to Spanish reports.
Through the year 2007, Maciel's paternity stayed hidden. The Vatican made no disclosure, nor did the Legion. How much each side knew about the other is not clear from the available evidence.
Maciel's dementia was getting worse by the end of that year, according to Garza's testimony. He sank into his final illness in late January 2008. According to a report in Madrid's El Mundo, as Norma and Normita joined the priests closest to Maciel in the Jacksonville house, Corcuera, his successor as superior general, tried to anoint him, to which he reportedly yelled, "I said no!"
The body went back to Cotija de la Paz for burial in a family tomb. The Legion announced that he had gone to heaven. Garza and Corcuera were trying to decide how to reveal the truth as Vatican officials looked on.
Gabrielle Mee died four months later in Rhode Island.
In July 2008, the Legion's American communications director, Jim Fair, traveled to Rome to discuss ongoing media strategy. Fair gave a deposition in the litigation too. In the Rome meeting, he stated, Corcuera revealed that Maciel had a daughter: They had to prepare for news coverage when it was disclosed. "We were very emotional in our response to this," Fair testified. "I think the only question any of us asked is, are you sure, and [Corcuera] said yeah."
In a telephone interview with NCR on Sunday, Fair said no Vatican official attended the meeting, nor did they discuss Vatican involvement.
Why did the Congregation for the Doctrine of the Faith, which had investigated Maciel and then the Legion, not release the information or prod the Legion to do so when Benedict dismissed Maciel in 2006?
Why did the Vatican sit on the information all those years?
José Barba, the retired Mexico City college professor who filed the 1998 recourse against Maciel in the doctrinal congregation tribunal, argues that the paramount issue for Benedict was protecting John Paul II's reputation.
"Ratzinger wanted to elevate John Paul to beatification," said Barba, coauthor of La Voluntad de No Saber ("The Will Not to Know"), an analysis of Vatican documents on Maciel. The book's publication last March and Benedict's refusal to meet with Maciel victims on a trip to Mexico ignited an onslaught of bad press for the pope. Benedict had to reckon with the embarrassment of John Paul's praise of Maciel after the 1998 case, in essence scoffing at allegations against one of the most notorious sexual criminals in church history. By keeping a lid on Maciel's secret life, Barba said, Benedict hoped "to defend the sainthood case against the accusations that John Paul protected predators."



Lunedì 25 Febbraio,2013 Ore: 22:29
 
 
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