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www.ildialogo.org VI FAREMO SAPERE. I LEFEBVRIANI CONTINUANO A TENERE IL VATICANO SULLE SPINE,di Adista Notizie n. 29 del 28/07/2012

VI FAREMO SAPERE. I LEFEBVRIANI CONTINUANO A TENERE IL VATICANO SULLE SPINE

di Adista Notizie n. 29 del 28/07/2012

36807. ÊCONE-ADISTA. Ci si aspettavano grandi cose definitive ma si è concluso con un nulla di fatto il Capitolo generale della Fraternità S. Pio X, la comunità scismatica dei lefebvriani, che avrebbe dovuto elaborare una risposta (definitiva?) all’offerta di una prelatura personale da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, previa adesione al Preambolo dottrinale – riveduto e corretto – come garanzia di ortodossia (v. Adista Notizie nn. 25 e 26/12). Di fatto, dal Capitolo esce una risposta interlocutoria: «Abbiamo definito ed approvato - si legge nella Dichiarazione conclusiva, diffusa il 19 luglio scorso - le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo». Non si esclude, dunque, un esito positivo di tutta la vicenda, fortemente spinto da Benedetto XVI, ma il documento dei lefebvriani prosegue con una presa di distanza: «Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa»: frase piuttosto trasparente chiarita ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, da quella successiva: «Analogamente, la Fraternità ha la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione».

La risposta dei lefebvriani ha, comprensibilmente, suscitato delusione in Vaticano: «Noi non la consideriamo, e non è, la risposta ufficiale che la Fraternità Sacerdotale San Pio X doveva dare alla Santa Sede», ha detto in conferenza stampa p. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, secondo quanto riportato da Avvenire (19/7). «Noi aspettiamo che tale risposta arrivi - ha poi aggiunto - e nell’attesa di quella non commentiamo la dichiarazione di oggi». Questa fase di stallo è ben riflessa, in ogni caso, dal comunicato ufficiale della Santa Sede arrivato lo stesso 19 luglio: «Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi – vi si legge - ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede. Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità. La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione “Ecclesia Dei”».

Da parte sua, Fellay ha ribadito, in un’intervista del 16 luglio rilasciata al sito dei tradizionalisti dici.org, che il “dossier” riguardante i rapporti con Roma è stato affrontato, durante il Capitolo, nel suo complesso, ottenendo di ridurre le divisioni all’interno della Fraternità: «Niente è stato messo da parte, non ci sono tabù tra noi. Era mio dovere esporre con precisione l’insieme dei documenti scambiati col Vaticano, cosa che si era rivelata difficile per il clima deleterio di questi ultimi mesi. Tale esposizione ha permesso una discussione franca che ha chiarito i dubbi e dissipato le incomprensioni. Questo ha favorito la pace e l’unità dei cuori, cosa che è molto gratificante». Per quanto riguarda la risposta da dare a Roma, Fellay non si sbottona: «Tutte le ambiguità sono state eliminate. Molto presto faremo pervenire a Roma la posizione del Capitolo, che ci ha dato l’occasione di precisare la nostra tabella di marcia insistendo sulla conservazione della nostra identità, unico mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità».

Quanto alla nomina del nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede mons. Gerhard Ludwig Müller, che sarà, d’ora in poi, il suo interlocutore vaticano e che già in passato, in un’intervista a die Zeit dell’8 maggio 2009, aveva assunto una posizione frontale nei confronti dei lefebvriani, il leader dei lefebvriani è molto critico: «L’ex Vescovo di Ratisbona – ha detto nell’intervista – non ci apprezza, non è un segreto per nessuno. Dopo l’atto coraggioso di Benedetto XVI in nostro favore, nel 2009, ha dato prova di non voler collaborare nella stessa direzione e ci ha trattati come dei paria! Fu lui che allora dichiarò che il nostro seminario di Zaitzkofen (ricadente nella diocesi di Ratisbona, di cui Müller era vescovo, ndr) avrebbe dovuto essere chiuso e i nostri studenti sarebbero dovuti andare nei seminari delle loro regioni d’origine, prima di affermare senza mezzi termini: “I quattro Vescovi della Fraternità San Pio X dovrebbero dimettersi tutti”!». Ciò che più inquieta Fellay è, dunque, il nuovo ruolo acquisito da Müller: «In effetti, diversi testi di mons. Müller sulla reale transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, sul dogma della verginità di Maria, sulla necessità per i non cattolici di una conversione alla Chiesa cattolica… sono più che discutibili!». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Venerd́ 27 Luglio,2012 Ore: 16:20
 
 
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