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www.ildialogo.org SLOVACCHIA: IL GIALLO DEL VESCOVO RIMOSSO. SENZA SPIEGAZIONI,di Adista Notizie n. 28 del 21/07/2012

SLOVACCHIA: IL GIALLO DEL VESCOVO RIMOSSO. SENZA SPIEGAZIONI

di Adista Notizie n. 28 del 21/07/2012

36794. TRNAVA-ADISTA. Assume quasi i contorni di un giallo l’estromissione del vescovo slovacco mons. Robert Bezak, dalla propria diocesi, quella di Trnava, città a nordest di Bratislava, “licenziato” dal Vaticano a soli tre anni dalla nomina. I motivi di questo provvedimento, infatti, sono in buona sostanza ancora oscuri. La rimozione di Bezak, resa nota in uno stringatissimo comunicato del Vaticano – e in uno della Conferenza episcopale slovacca – in cui non si fa riferimento ad alcun articolo del Codice di Diritto canonico, come d’uso, ha suscitato ampie proteste, essendo il vescovo molto apprezzato dai fedeli per il suo atteggiamento di apertura, per la sua disponibilità alla comunicazione con i media e per il suo stile nuovo, fresco, non inamidato. Oltre 7mila fedeli hanno sottoscritto una petizione per chiedere spiegazioni alla Chiesa, mentre, la prima domenica senza Bezak, l’8 luglio, numerosi fedeli si sono trattenuti fuori dalla cattedrale di Trnava in segno di protesta.

Sulla causa reale del provvedimento vaticano nulla è finora trapelato. Lo stesso Bezak ha ricevuto da Roma l’ordine di non parlare con i media, ma il 1° luglio, celebrando la messa, aveva dato notizia del suo licenziamento affermando di non conoscerne le cause. Il nunzio apostolico in Slovacchia mons. Mario Giordana, tuttavia, per evitare false illazioni, ha emesso un comunicato ufficiale in cui invita i fedeli a rispettare «in spirito di fede» la decisione di Benedetto XVI, affermando che Bezak conosce le ragioni della misura intrapresa contro di lui. Infatti, sulla base di numerose segnalazioni alla Santa Sede di sacerdoti e fedeli riguardanti la situazione pastorale di Trnava, il segretario di Stato vaticano – così si legge nel comunicato – aveva autorizzato la Congregazione per il clero a condurre una visita apostolica, guidata da mons. Jan Baxant, vescovo di Litomerice, nella Repubblica Ceca. La visita, che aveva lo scopo di verificare la veridicità delle denunce, si è svolta dal 22 gennaio al primo febbraio. L’esito è pervenuto alla Congregazione per il Clero, poi la Congregazione per i Vescovi ha informato Bezak riguardo alle questioni più importanti relative alla sua persona e alle sue attività pastorali, chiedendo al vescovo di esaminare quanto emerso e di spiegare la sua posizione. Il papa, sulla scorta della risposta del vescovo, ha poi deciso di chiedere a mons. Bezak di dimettersi dal suo incarico pastorale. A causa del rifiuto di quest’ultimo, Ratzinger ha allora stabilito di sollevarlo d’autorità, pubblicando la decisione il 2 luglio. Il giorno prima, però, Bezak ha condiviso la notizia con i suoi parrocchiani, durante la messa. Cosa per cui la Santa Sede ha espresso «profondo rammarico», dal momento che si tratterebbe di una violazione del «segreto pontificio».

Destituito perché?

Qual è lo scenario che si cela dietro a questo scarno elenco di fatti? Quali sono i reali motivi che hanno portato all’allontanamento di Bezak? Le ipotesi sono diverse. Secondo il quotidiano slovacco Sme (10/7), per Frantisek Miklosko, ex politico cattolico, le denunce dei fedeli non sono il vero motivo: questo potrebbe addirittura risiedere in qualcosa legato ai problemi finanziari del Vaticano e alla questione VatiLeaks. Un’altra ipotesi, ventilata sempre da Sme, afferma che avrebbe consacrato preti che erano stati espulsi dai seminari sotto l’autorità di altri vescovi, andando oltre, dunque, la portata della sua giurisdizione. Fonti più vicine al vescovo rimosso affermano, tuttavia, che sarebbero stati invece gli sforzi di trasparenza finanziaria attuati da Bezak a portare al suo allontanamento. Una delle ipotesi più probabili è, infatti, che la rimozione di Bezak possa derivare dalle critiche pronunciate contro il suo predecessore, mons. Jan Sokol, all’interno della denuncia penale a carico di quest’ultimo per la cattiva gestione delle finanze. Appena assunto l’incarico episcopale, nel 2009, Bezak commissionò un audit – a partire dal tenore di vita di Sokol - imputandogli il possesso di milioni in contanti (ufficialmente regali e donazioni per le riparazioni della chiesa) e l’audit sembrò rilevare trasferimenti finanziari non chiari a carico di mons. Sokol; questi, tuttavia, denunciò il settimanale slovacco Tyzden per diffamazione.

Appena tre giorni dopo il provvedimento ai danni di Bezak, poi, è stata depositata da un revisore dei conti, che vuole rimanere anonimo, una denuncia penale riguardante una cattiva gestione delle finanze diocesane contro Sokol, che è stato vescovo di Trnava per vent’anni, dal 1989 al 2009. Una fonte del quotidiano in lingua italiana Buongiorno Slovacchia afferma che questa è la ragione più verosimile: la longa manus finanziaria di Sokol, in diocesi, poco trasparente.

Le proteste

Secondo quanto si apprende, le richieste di chiarimento avanzate tanto da Bezak quanto da diversi gruppi di fedeli sono rimaste senza risposta. «Vorremmo che il papa ci spiegasse il perché di questa decisione, contro un uomo della Chiesa al quale dobbiamo dire solo grazie per come si è sempre comportato», ha detto, all’agenzia giornalistica TmNews (3/7), una donna che ha preso parte, insieme a centinaia di cittadini, a una manifestazione davanti alla cattedrale di San Nicola. Un’altra manifestazione di protesta è avvenuta a Bratislava: «Siamo pecorelle della Chiesa, ma abbiamo diritto di sapere perché hanno mandato via il nostro arcivescovo», hanno detto alcuni manifestanti.

Nel frattempo, Bezak, che sul sito della Conferenza episcopale slovacca compare già nella qualifica di “vescovo emerito”, si starebbe preparando a lasciare la Slovacchia o a entrare in un monastero del Paese. La gestione della diocesi, per il momento, è affidata al vicario mons. Jan Orosch, nella veste di amministratore apostolico. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 17 Luglio,2012 Ore: 13:28
 
 
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