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www.ildialogo.org IL REVISIONISMO DI ISRAELE SU PIO XII SPIANA LA STRADA ALLA SUA BEATIFICAZIONE?,di Adista Notizie n. 28 del 21/07/2012

IL REVISIONISMO DI ISRAELE SU PIO XII SPIANA LA STRADA ALLA SUA BEATIFICAZIONE?

di Adista Notizie n. 28 del 21/07/2012

36793. ROMA-ADISTA. Respingono ogni accusa di aver ceduto a pressioni vaticane, i responsabili dell’Holocaust History Museum Yad Vashem, il museo sulla Shoah di Gerusalemme al centro delle polemiche nelle scorse settimane per l’ammorbidimento di una didascalia riguardante Pio XII e i suoi silenzi sullo sterminio degli ebrei.

Una scelta motivata, si legge in un comunicato del 1° luglio, dalle raccomandazioni dello “Yad Vashem International Institute for Holocaust Research”, che ha suggerito un aggiornamento che riflettesse quanto emerso negli ultimi anni sotto il profilo storiografico, comprese le conclusioni del workshop internazionale tenutosi presso lo stesso Yad Vashem nel 2009, dal titolo “Pope Pius XII and the Holocaust - Current State of Research”, di cui dovrebbe essere prossima la pubblicazione degli atti.

Il primo cambiamento si rinviene già nel titolo: la didascalia non riporta più il nome di Pio XII ma la dicitura “Il Vaticano”. Sparita poi la frase che interpretava il Concordato firmato con il regime nazista nel 1933, quando il futuro Pio XII ricopriva la carica di segretario di Stato, come un riconoscimento del «regime razzista nazista». Così come è scomparsa la menzione della lettera contro il razzismo e l’antisemitismo preparata dal suo predecessore, Pio XI, e accantonata da Pio XII non appena eletto papa. Campeggia invece ora parte del testo del radiomessaggio nel quale il papa faceva riferimento alle «centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talvolta solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate a morte o a un progressivo deperimento», pur sottolineando che gli ebrei non vi erano esplicitamente menzionati. Una questione spinosa che, conclude il nuovo testo, «finché tutto il materiale rilevante non sarà disponibile agli studiosi, resterà aperta a ulteriori indagini».

La notizia è stata accolta con gioia da parte del Vaticano. L’Osservatore Romano, in un articolo a firma di Maurizio Fontana intitolato “Pio XII restituito alla storia” (3/7), rimarca una «differenza di prospettiva sostanziale». «Il passaggio è di quelli da segnalare come qualitativamente rilevanti», scrive. «Dal terreno dell’ideologia – osserva – sembra che si riesca a passare a quello della valutazione storica». Stessa accoglienza da parte del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire, che sottolinea come lo Yad Vashem abbia «finalmente sostituito la controversa didascalia» che «aveva suscitato non poche polemiche cinque anni fa, anche perché definiva “ambiguo” il comportamento del pontefice di fronte allo steminio degli ebrei» (3/7).

Polemiche che ripercorre, nella sua intervista a Radio Vaticana (2/7), il nunzio apostolico in Israele mons. Antonio Franco, che nel 2007 aveva sollevato il caso a livello internazionale. «La notizia per me non è stata una sorpresa; perché dal 2007, da quella protesta, scaturì anche un impegno di lavoro con Yad Vashem, che ha portato a diversi incontri, tra i quali anche un workshop organizzato dall’Istituto Ratisbonne dei salesiani nel marzo del 2009, prima della visita del Santo Padre. Ci sono stati anche altri frequenti contatti, che avevano già portato a pensare di sostituire questa didascalia, poi all’impegno del direttore del Consiglio di amministrazione e finalmente, alcuni mesi fa, alla discussione dei contenuti di questa nuova presentazione. Per me, quindi, è stato vedere realizzato quello che era maturato in questi tempi».

Ed è proprio questo iter all’origine della lettura che addebita questo cambiamento a pressioni vaticane. Tra i primi a lanciarla il quotidiano progressista israeliano Haaretz, che ha pubblicato un articolo di Nir Hasson dal titolo “Under pressure from Vatican, Yad Vashem rewords Pius XII wall text” (1/7). Interpretazione condivisa dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. «Malgrado le patetiche smentite d’ufficio della direzione dello Yad Vashem – si legge sul notiziario in rete dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (L’Unione informa, 2/7) – è difficile allontanare il dubbio che questo non sia il risultato delle pressioni diplomatiche vaticane. Accettando queste pressioni, non era più possibile una critica del papa, ma anche una sua difesa sarebbe stata problematica, e allora è stata scelta questa strana soluzione. Che comunque non farà contenti i difensori di Pio XII e che a noi lascia l’amaro in bocca. Perché non è accettabile che un gruppo di burocrati, diplomatici e forse anche politici considerino le richieste vaticane, in cambio di chissà che cosa, più importanti per Israele delle nostre memorie dolorose».

Immediata la reazione dello Yad Vashem che, in una lettera al rabbino Di Segni, firmata da Dan Michman, Dina Porat e Bella Gutterman, della direzione scientifica dello Yad Vashem, e dal consulente del museo Yehuda Bauman (di cui dà notizia anche L’Osservatore Romano, 7/7), ha negato ogni condizionamento politico, difendendo la scelta effettuata alla luce di nuove acquisizioni storiche.

E altrettanto immediata la risposta di Di Segni: «Se esistono ulteriori documenti in vostro possesso – ha dichiarato (Moked.it) –, lasciate che altri, studiosi e non, li conoscano. In caso contrario il pubblico sarà, così come si sente adesso, scioccato da quella che sembra essere una decisione unilaterale. Vi prego di comprendere l’impatto della vostra decisione sulla nostra comunità. Non sono storici, è gente che la storia l’ha subita. Possono cambiare la loro opinione, ma solo sulla base di fatti e di documenti».

La valutazione della figura di Pio XII già in passato ha diviso Vaticano e comunità ebraica: in particolare da quando ha avuto inizio l’iter della sua causa di beatificazione, ferma per ora alla proclamazione delle sue virtù eroiche da parte di Benedetto XVI nel dicembre del 2009 (v. Adista nn. 43/07, 71/08 e 1/10). Che tutta la manovra non sia altro che un tentativo di agevolare il suo cammino verso gli altari? (ingrid colanicchia)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 17 Luglio,2012 Ore: 13:25
 
 
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