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www.ildialogo.org PER I VESCOVI IBERICI LA SPAGNA È ALLO SFASCIO. MORALE,di Adista Notizie n. 27 del 14/07/2012

PER I VESCOVI IBERICI LA SPAGNA È ALLO SFASCIO. MORALE

di Adista Notizie n. 27 del 14/07/2012

36787. MADRID-ADISTA. A sentire i vescovi, la società spagnola, più che «malata» come essi stessi la definiscono, è in coma civile. «Le pratiche abortive, la rotture matrimoniali, lo sfruttamento dei deboli e degli impoveriti, l’uso degli anticoncezionali e le sterilizzazioni, i rapporti prematrimoniali, la prostituzione, la violenza domestica, le dipendenze» di vario tipo, sono fenomeni cresciuti in tal modo che «non ci sembra esagerato affermare che la nostra è una società malata». Siffatta drammatica descrizione è il contesto dal quale prende le mosse il documento “La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore coniugale, l’ideologia di genere e la legislazione familiare” (una quarantina di pagine), approvato dall’Assemblea plenaria dello scorso aprile con la finalità di riannunciare «il Vangelo del matrimonio e della famiglia come un bene per tutta l’umanità». Perché in Spagna «il matrimonio ha sofferto una svalutazione senza precedenti», immerso com’è, insieme alla famiglia, in «una cultura di morte» che ha prodotto: il «divorzio espresso»; la norma in base alla quale le minori possono chiedere l’aborto «senza il consenso dei genitori»; leggi che «fomentano il permissivismo quasi assoluto nel campo della sessualità e del rispetto della vita»; una vincente «ideologia di genere» in base alla quale «la propria identità sessuale è variabile e dipendente dalla volontà del soggetto» («dietro queste teorie c’è un pensiero materialista e radicale, in definitiva inumano») e che, mentre conduce alla «trasgressione permanente», si diffonde «in ambito legislativo e educativo», per cui, come dimostra la legge che consente anche ai gay di sposarsi, «assistiamo alla distruzione del matrimonio per via legale».

A proposito di gay, il documento afferma che non deve mancare loro «comprensione e aiuto», nella società e nella Chiesa; secondo la quale, poi, proprio sani non sono: devono essere «sostenuti nella speranza che superino le loro difficoltà personali». Perciò i vescovi – è il richiamo – devono «attenzione pastorale alle persone omosessuali», avvalendosi anche della collaborazione delle «scienze psicologiche, sociologiche e mediche».

Per la Chiesa, solo «l’uomo e la donna, rimanendo persone singolari e complete, sono una “unità-duale” in quanto persone sessualmente distinte e complementari. L’alleanza che si origina non dà luogo ad un vincolo meramente visibile, ma anche morale, sociale e giuridico» e di «una tale ricchezza e densità che richiede, da parte dei contraenti, “la volontà di condividere (in quanto tali) tutto il loro progetto di vita”». Nell’odierna realtà iberica, «riconoscere e aiutare l’istituzione matrimoniale – che non va assimilata ad altre forme di unione – è uno dei maggiori servizi che si possono offrire al vero sviluppo degli uomini e della società». Fra le richieste che il documento avanza, politiche che «consentano alle famiglie di disporre di un’autonomia economica sufficiente per potersi sviluppare», che facilitino il superamento della disoccupazione e della precarietà lavorativa. (eletta cucuzza)

Articolo tratto da
ADISTA
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Martedì 10 Luglio,2012 Ore: 17:01
 
 
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