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www.ildialogo.org ROMANZO DOTTRINALE. E I LEFEBVRIANI ORA DICONO NO AL PREAMBOLO,di Adista Notizie n. 26 del 07/07/2012

ROMANZO DOTTRINALE. E I LEFEBVRIANI ORA DICONO NO AL PREAMBOLO

di Adista Notizie n. 26 del 07/07/2012

36777. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il nuovo documento consegnato il 13 giugno a mons. Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede – con il quale veniva offerta ai lefebvriani il reintegro nella Chiesa grazie alla possibilità di creare una prelatura personale e una nuova formulazione del Preambolo dottrinale (v. Adista Notizie n. 25/12) – sarebbe stato giudicato dallo stesso Fellay «chiaramente inaccettabile». A diffondere la notizia in rete è stato il segretario generale della Fraternità, don Christian Thouvenot in una lettera interna, inviata dalla Casa generalizia di Menzingen ai vari leader delle comunità lefebvriane – poi pubblicata sul sito Ignis Ardens – nella quale afferma che il testo presentato da Fellay lo scorso aprile, frutto di una correzione del Preambolo dottrinale proposto nel settembre 2011 dal Vaticano è stato restituito al mittente, il 13 giugno scorso, con troppe revisioni, tanto da renderlo nuovamente simile al testo originario. E dire che, si legge nella lettera, «secondo numerose fonti concordanti», la versione presentata da Fellay «sembrava soddisfare il Sovrano pontefice». L’ultima versione del documento, tuttavia, farebbe al contrario retrocedere pesantemente il percorso di avvicinamento al primo step, quello dello scorso settembre. In ogni caso, afferma Thouvenot, il prossimo Capitolo generale, in programma ai primi di luglio, consentirà di affrontare l’intera questione.

Contestualmente, Thouvenot informa che uno dei quattro vescovi cui Benedetto XVI ha tolto la scomunica, il revisionista mons. Williamson, rappresentante dell’ala intransigente della Fraternità che non vuole “svendere” l’eredità lefebvriana con un compromesso con Roma, è stato privato dal superiore dell’incarico di membro del Capitolo per aver «assunto una posizione che istiga alla ribellione e per la sua continua disobbedienza», nonché del permesso di recarsi alla sede di Écône, in Svizzera, per le ordinazioni sacerdotali. Ordinazioni che, programmate per il 29 giugno, sono state rimandate «a causa del desiderio di mons. Fellay di accertarsi della fedeltà delle comunità» di provenienza dei futuri sacerdoti, quella dei domenicani di Avrille e dei cappuccini di Morgon.

Ratzinger, nel frattempo, rafforza la sua task force nominando, come vicepresidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incaricata del dialogo con i lefebvriani, il prelato americano mons. Augustine di Noia, arcivescovo titolare di Oregon City e finora segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e, dal 2002 al 2009, sotto-segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. «La nomina di un prelato di alto livello è un segno della sollecitudine pastorale del Santo Padre per i cattolici tradizionalisti in comunione con la Santa Sede e del suo grande desiderio di riconciliazione con quelle comunità tradizionaliste non unite con la sede di Pietro», si legge in una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede. In un’intervista all’agenzia dei vescovi statunitensi Catholic News Service, Di Noia ha affermato che il Vaticano deve aiutare chi ha forti opposizioni al Vaticano II a capire che «questi disaccordi non devono essere elemento di divisione o tenerci lontani dalla stessa tavola eucaristica». Di Noia, insomma, minimizza la gravità del gap che divide i lefebvriani da Roma sull’accettazione del Vaticano II e riduce tutto ad una “divergenza di opinioni”: «È possibile avere disaccordi in fatto di teologia pur restando in comunione con la sede di Pietro». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Giovedì 05 Luglio,2012 Ore: 20:15
 
 
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