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www.ildialogo.org BREVI ADISTA,di Adista Notizie n. 25 del 30/06/2012

BREVI ADISTA

di Adista Notizie n. 25 del 30/06/2012

WASHINGTON-ADISTA. Nemmeno un centesimo all’Obolo. Sono già 51mila i dollari che i cattolici degli Stati Uniti hanno devoluto alle comunità di suore statunitensi invece che all’Obolo di San Pietro. «Nella Chiesa il denaro è potere», è scritto in uno dei messaggi che accompagnano la donazione e che li riassume più o meno tutti, «e per questo, dico, diamo potere reale alle suore, neanche un centesimo per l’Obolo di San Pietro. D’ora in avanti invierò la maggior parte del mio sostengo finanziario per la Chiesa direttamente alle suore». La protesta “fiscale” – nata a causa della negativa «valutazione dottrinale» da parte del Vaticano sull’associazione di religiose più importante degli Usa, la Leadership Conference of Women Religious (Lcwr, v. Adista Notizie nn. 16, 17, 19, 22, 23, 24/12) – è sostenuta dal Progetto Giustizia per le Suore, una coalizione di organizzazioni cattoliche, che ha consegnato all’Assemblea dei vescovi cattolici Usa una petizione, corredata da 57mila firme raccolte in pochissimi giorni, perché il Vaticano receda dal commissariamento della Lcwr. La portavoce del Progetto, che è anche direttore esecutivo della Conferenza per l’Ordinazione delle Donne, ha sottolineato: «Spesso le donazioni dell’Obolo di San Pietro sono usate per coprire i costi di gestione del Vaticano (…). La maggioranza dei cattolici dovrebbe sostenere con il proprio denaro le suore piuttosto che sostenere l’ingiustizia e la mancanza di trasparenza finanziaria del Vaticano».

DES MOINES-ADISTA. Nuns on the bus. Un tour che attraversa nove Stati Usa è stato lanciato da un gruppo di suore americane in segno di protesta contro i tagli alla spesa pubblica annunciati dal governo. Un gesto eclatante, certo, ma che non deve essere letto come una reazione alle recenti critiche mosse dal Vaticano circa l’“eccessivo” impegno sociale delle suore Usa. Si tratterebbe – affermano le sisters – solo di un gesto di prossimità alle tante famiglie che verrebbero pesantemente danneggiate dalle politiche repubblicane. Il bus tour è stato organizzato da “Network”, un gruppo con sede a Washington costituito da cattolici impegnati sui temi della giustizia sociale. Lo stesso gruppo che, in un rapporto del Vaticano sulle suore Usa, è stato accusato di “trascurare” i problemi dottrinali (come l’aborto e matrimonio omosessuale) per l’impegno economico e sociali.

SIDNEY-ADISTA. Ecumenismo omofobico. Tre distinte lettere pastorali di altrettante Chiese sullo stesso tema: il no alle nozze fra gay. Accade in Australia, dove il parlamento sta discutendo due progetti-emendamento dell’attuale legge sul matrimonio perché si possa dare il via libera ai matrimoni fra omosessuali. Per alzare il dibattito, nel tentativo di scongiurare il “misfatto”, la Chiesa cattolica, quella greco-ortodossa e quella anglicana hanno espresso, nelle lettere indirizzate ai rispettivi fedeli, le motivazioni del loro parere negativo. La modifica della forma tradizionale del matrimonio, se per l’arcivescovo greco-ortodosso Harkianakis, «è contro la sacralità del matrimonio stesso, così come è concepito dalla fede cristiana», per il cardinale George Pell di Sidney «invece di rimuovere discriminazioni ed ingiustizie, le provocherebbe». L’anglicano Peter Jensen segnala una sorta di abuso, in quanto il cambiamento della definizione del matrimonio andrebbe al di là dei poteri del Parlamento, e si ripercuoterebbe sul bene comune dell’intera società, disgregandola.

VIENNA-ADISTA. “Domestiche”, su la testa! «Perché non deve essere possibile che delle donne vengano incaricate e ordinate diacone nella Chiesa? Perché le si esclude? È la paura dei vertici che le donne si avvicinino troppo al sacerdozio, o addirittura all’episcopato». Poco dopo aver rimesso il suo mandato di superiora delle francescane di Vöcklabruck, nell’Austria settentrionale, ricoperto per 18 anni, suor Kunigunde Fürst, teologa 68enne, ha espresso la sua adesione all’“Appello alla disobbedienza” lanciato dalla Pfarrer-Initiative lo scorso giugno e ha criticato l’atteggiamento della Chiesa che considera le religiose come «le domestiche del clero». In un’intervista al quotidiano OÖNachrichten (2/6), suor Fürst punta il dito contro l’esclusione delle donne da alcuni ruoli ecclesiali: del sacerdozio femminile afferma di «poterlo immaginare, anche se non per tutte le donne».

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 27 Giugno,2012 Ore: 20:09
 
 
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