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www.ildialogo.org NULLA DI PERSONALE. TRANNE LA PRELATURA. VATICANO-LEFEBVRIANI, ECCO LA PROPOSTA,di Adista Notizie n. 25 del 30/06/2012 -

NULLA DI PERSONALE. TRANNE LA PRELATURA. VATICANO-LEFEBVRIANI, ECCO LA PROPOSTA

di Adista Notizie n. 25 del 30/06/2012 -

36762. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. E alla fine, l’offerta è arrivata. Dopo un ennesimo incontro in Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha scoperto le proprie carte proponendo alla scismatica Fraternità San Pio X, fondata da mons. Marcel Lefebvre, un progetto di documento di creazione di una prelatura personale (una sorta di diocesi senza territorio che fa capo ad un vescovo, così come nel caso dell’Opus Dei) nel caso in cui la Fraternità venisse riconosciuta canonicamente. Sembra dunque procedere il percorso accidentato verso la reintegrazione nella Chiesa cattolica del gruppo ultratradizionalista, benché questo continui a non riconoscere alcune acquisizioni dottrinali del Concilio Vaticano II e questo sia un elemento ostativo al “ritorno all’ovile” della Fraternità (v. Adista Notizie nn. 6, 14, 20/12).

Il 13 giugno scorso, nel corso di un incontro a Roma tra il superiore dei lefebvriani mons. Bernard Fellay, accompagnato dal suo assistente generale p. Niklaus Pfluger, e il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei card. William Levada, affiancato come di consueto dal segretario mons. Luis Ladaria e dal segretario di Ecclesia Dei mons. Guido Pozzo, quest’ultimo ha spiegato quali siano le difficoltà dottrinali ancora sussistenti nonostante i numerosi confronti avvenuti tra le parti in questi ultimi mesi, da quando il Vaticano, il 14 settembre 2011, ha sottoposto alla Fraternità un Preambolo dottrinale da sottoscrivere, al quale i lefebvriani hanno risposto con una Dichiarazione dottrinale, lo scorso 15 aprile.

Ora, l’offerta formale di una prelatura da parte del Vaticano apre un capitolo nuovo nella negoziazione del reintegro della comunità scismatica, nonostante lo scarno comunicato della Sala Stampa che, mantenendo un basso profilo, pone al centro dell’ordine del giorno la «presentazione della valutazione della Santa Sede circa il testo consegnato dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X nel mese di aprile, in risposta al Preambolo dottrinale», e solo dopo, quasi en passant, parla della consegna di «una bozza di documento con il quale viene proposta una Prelatura Personale come strumento più adatto ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità».

L’esito del percorso non è affatto ovvio, però. Fellay si è preso del tempo per ragionare sulla proposta che comporterebbe in ogni caso l’accettazione di una serie di punti dottrinali da sottoscrivere per entrare in piena comunione: si potrebbe dunque essere alla vigilia di una nuova fase di discussione prettamente dottrinale, come ha peraltro lasciato intendere p. Federico Lombardi in un incontro con i giornalisti. Il testo presentato a Fellay il 13 giugno, ha detto, «non è la risposta pura e semplice arrivata da Fellay in aprile, ma è il frutto di riflessioni ulteriori su di essa. Adesso la risposta dipende da loro. Non è esattamente quello che loro avevano già scritto, o non ci sarebbe stato bisogno di presentare un’ulteriore riflessione di approfondimento. È chiaro che la palla adesso è nel campo della Fraternità». Fraternità che, ora, si riunirà per il proprio capitolo generale ai primi di luglio.

D’altronde, che il Concilio Vaticano II continui a essere il punto dolente del dialogo lo conferma il superiore del distretto degli Stati Uniti della Fraternità, l’abate Arnaud Rostand, in un’intervista rilasciata l’11 giugno a The Angelus Press e rilanciata il 22 dal sito dei lefebvriani: il riconoscimento della Fraternità, ha detto, non può coniugarsi con un compromesso dottrinale, «poiché, ancora una volta, ci siamo confrontati sui punti dottrinali con Roma, che ormai conosce esattamente la nostra posizione. Questa posizione riguardante la libertà religiosa, l’ecumenismo, ecc. è pubblica e nota, e noi non abbiamo fatto alcuna dichiarazione, né abbiamo intenzione di farne, che indichi da parte nostra una disponibilità a fare marcia indietro sulla nostra lotta per la fede. Il riconoscimento della Fraternità e la lotta per la fede non sono la stessa cosa». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 27 Giugno,2012 Ore: 19:02
 
 
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