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www.ildialogo.org LICENZIATO SU… TREPPIEDI. MA PERCHÉ È STATO RIMOSSO MONS. MICCICHÈ?,di Adista Notizie n. 21 del 02/06/2012

LICENZIATO SU… TREPPIEDI. MA PERCHÉ È STATO RIMOSSO MONS. MICCICHÈ?

di Adista Notizie n. 21 del 02/06/2012

36707. TRAPANI-ADISTA. «Un fulmine a ciel sereno». Ha accolto così la notizia della propria rimozione dalla diocesi di Trapani, mons. Francesco Miccichè costretto, il 19 maggio scorso, a passare il testimone all’ex vescovo di Pisa, mons. Alessandro Plotti, nominato amministratore apostolico al fine di «uscire al più presto», come sostiene egli stesso nel messaggio di saluto alla diocesi (26/5), «dal clima di disagio e conflittualità», ripristinando serenità in un «tessuto comunionale così gravemente compromesso».

Si consuma così l’ultimo atto di una vicenda che ha scosso il palazzo della Curia trapanese e che ha visto protagonisti da un lato l’ormai ex vescovo e dall’altro l’ex direttore dell’Ufficio amministrativo della diocesi, don Ninni Treppiedi.

Il cielo, in effetti, non era poi così sereno considerati gli scambi di accuse, i colpi di scena e l’iscrizione nel registro degli indagati di don Treppiedi – per ricettazione, truffa, calunnia, falso ideologico, appropriazione indebita – nell’ottobre del 2011 (v. Adista nn. 48 e 80/11). Tuttavia la conferma da parte del Vaticano, nel marzo scorso, del provvedimento di sospensione a divinis inflittogli dal vescovo (v. Adista Notizie n. 12/12) e la totale estraneità di mons. Miccichè ai fatti contestati a don Treppiedi, lasciavano pensare che la questione fosse avviata a risoluzione.

Diverse, come avevamo anticipato in marzo ipotizzando la rimozione di Miccichè o le sue dimissioni volontarie, le conclusioni cui deve essere giunto mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, al termine della visita apostolica affidatagli dalla Santa Sede nel giugno del 2011.

«È un provvedimento estremo che non condivido e non comprendo», scrive mons. Miccichè il 19 maggio nella lettera di commiato dai fedeli: «Non hanno avuto esito fruttuoso le mie reiterate richieste di conoscere la relazione fatta dal visitatore apostolico», pertanto, «non mi è dato sapere i motivi che avrebbero reso necessario un atto così platealmente punitivo: motivi che secondo la legge canonica devono essere gravissimi, ma che certamente sono falsi». «È chiaro – prosegue il vescovo – che il complotto che si è mosso contro di me non aveva solo riferimenti locali nel prete sospeso a divinis ma ha trovato sponde, purtroppo, anche in più alti livelli della Chiesa dove il verdetto contro di me era stato scritto prima di qualsiasi effettiva verifica». «Quello che mi preme soprattutto – sottolinea Miccichè che ci tiene anche a far sapere di aver rifiutato la richiesta di dimissioni – è respingere ogni tentazione di superbia e non chiedere nulla per me, ma per voi» che «con tutti i miei limiti ho cercato di servire fedelmente negli ultimi 14 anni dando vita ad iniziative e realtà che mai si erano viste nella Chiesa trapanese. Forse pago anche per questo? Pago per aver denunciato la cultura mafiosa presente anche al nostro interno invitando ad un serio esame di coscienza durante il Giubileo? Pago per aver denunciato la cappa della massoneria? Pago per non aver fatto accordi con nessun politico per avere contributi ed elargizioni? Pago per essermi esposto dove la Chiesa non si era mai esposta? Pago per aver dovuto imporre una condanna al presbitero che si è reso responsabile di situazioni censurabili?».

Cosa abbia indotto il Vaticano al «sollevamento del vescovo di Trapani dalla cura pastorale» non è dato sapere e risulta ancora più oscuro alla luce del decreto con cui la Congregazione per il Clero ha confermato la sospensione di Treppiedi. Al vescovo (che sul piano giudiziario risulta «parte lesa») la Congregazione non ha contestato alcunché. Anzi, è anche in virtù della legittimità del suo operato che il ricorso presentato da Treppiedi contro il provvedimento di sospensione da lui inflittogli è stato respinto.

Per quale motivo allora Miccichè è stato rimosso? La risposta è nella relazione consegnata da mons. Mogavero al termine della visita apostolica, il cui contenuto, a quanto si evince, non è stato comunicato neppure al diretto interessato. (ingrid colanicchia)

Articolo tratto da
ADISTA
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Mercoledì 30 Maggio,2012 Ore: 19:07
 
 
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