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www.ildialogo.org IRLANDA: SOLIDARIETÀ AI DUE PRETI PUNITI DAL SANT’UFFIZIO,da Adista Notizie n. 15 del 21/04/2012

IRLANDA: SOLIDARIETÀ AI DUE PRETI PUNITI DAL SANT’UFFIZIO

da Adista Notizie n. 15 del 21/04/2012

36643. DUBLINO-ADISTA. Divieto di esprimere opinioni sui media e sul sito della propria associazione e interruzione dell’attività editoriale sulla rivista dei redentoristi irlandesi Reality, sulla quale scriveva mensilmente: è stato censurato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e inviato in un monastero «a pregare e a riflettere», p. Tony Flannery, uno dei fondatori dell’Association of Catholic Priests (Acp), organismo nato due anni fa che riunisce circa 800 preti irlandesi, pari a quasi un quinto del totale. Si tratta di coloro che sono favorevoli ad un profondo e radicale rinnovamento nella Chiesa – specialmente in seguito all’erompere, nel Paese, dello scandalo pedofilia – e sostenitori del movimento dei preti disobbedienti austriaci (v. Adista n. 9/12).

Ma è evidente che è anche la stessa rivista Reality ad essere sotto osservazione; Flannery non è stato infatti l’unico prete nel mirino del Vaticano. Anche p. Gerard Moloney, direttore della rivista, ha ricevuto l’ordine di non pubblicare più articoli su determinati temi: entrambi, infatti, hanno sempre espresso posizioni progressiste  – e sono molto noti nel loro Paese – su temi scottanti come la contraccezione, il ruolo delle donne nella Chiesa, il sacerdozio femminile e il celibato obbligatorio per i preti. Se Moloney non ha voluto commentare la misura adottata da Roma, immediata è stata invece l’espressione di solidarietà nei confronti di Flannery da parte dei confratelli dell’associazione, in un comunicato firmato da p. Brendan Hoban, p. Sean McDonagh, p. P. J. Madden: «Affermiamo nel modo più fermo possibile la nostra solidarietà con padre Flannery e vogliamo esprimere il nostro punto di vista, ossia che questo intervento è ingiusto, ingiustificato e irragionevole». Un approccio del genere, scrivono i preti, che prende di mira p. Flannery e di conseguenza i membri dell’Associazione, è «estremamente sconsiderato nell’attuale contesto pastorale irlandese».

I preti dell’Acp contestano anche l’immagine che dell’associazione hanno contribuito a diffondere «alcuni gruppi reazionari», da cui vengono dipinti come «un gruppetto di preti radicali con un programma radicale»: «Abbiamo protestato con forza contro la loro descrizione, che è scorretta. Siamo e restiamo nel cuore della Chiesa, impegnati ad applicare le riforme del Concilio Vaticano II». Di qui l’espressione del loro «estremo disagio» e della loro «inquietudine» per quanto sta accadendo e per l’atmosfera di cospirazione che serpeggia all’interno della Chiesa: «Questa forma di intervento, che l’arcivescovo Diarmuid Martin ha recentemente definito “caccia all’eresia”, non è utile alla Chiesa cattolica irlandese e potrebbe avere l’effetto indesiderato di inasprire la percezione di un sempre crescente e significativo “scollamento” tra la Chiesa irlandese e Roma.

Il 13 aprile, poi, i tre confratelli di Flannery hanno tenuto una conferenza stampa, durante la quale hanno affermato di non essere stati oggetto di censure né di provvedimenti disciplinari. I membri dell’associazione, ha detto Hoban, «non sono preti dissenzienti»; «non siamo a capo di un movimento che vuole allontanarsi da Roma. Non abbiamo problemi con gli insegnamenti fondamentali della Chiesa ma siamo molto consapevoli del Concilio Vaticano II». «Dobbiamo portare avanti più dialogo», ha detto McDonagh. Ciò che è accaduto negli ultimi tre o quattro decenni, ha osservato, è che la Curia romana «ha cercato di restituire il controllo al Vaticano stesso»; la Chiesa «non è una democrazia ma non è nemmeno un’autocrazia. È una comunità di fedeli». I preti hanno poi invitato i vescovi e il nunzio apostolico all’evento “Verso un’assemblea della Chiesa cattolica irlandese” che avrà luogo il 7 maggio prossimo a Dublino.

Le reazioni alla censura abbattutasi sui due preti irlandesi non si è fatta attendere. P. Kevin Hegarty, parroco sulla costa Atlantica, ha definito «scioccante» il trattamento subito dai due preti, secondo quanto si legge sul quotidiano Irish Times (7/4). Hegarty era stato nominato, nel 1991, direttore di Intercom, rivista pubblicata dalla Commissione episcopale per le comunicazioni. Nel 1993 i vescovi criticarono la pubblicazione di un articolo della futura presidente dell’Irlanda Mary McAleese sul sacerdozio femminile e, un anno dopo, Hegarty fu rimosso e trasferito in una parrocchia.

P. Adrian Egan, a capo del monastero di Mount St Alphonsus a Limerick, si è detto «costernato, attonito, stupefatto e profondamente sconcertato per l’azione intrapresa dal Vaticano».

La notizia dell’investigazione su p. Flannery è arrivata a tre settimane dalla diffusione del Summary of the Findings of the Apostolic Visitation in Ireland, il rapporto sulla visita apostolica condotta in Irlanda dal Vaticano (v. Adista n. 12/12), nel quale si prendeva anche atto di «una certa tendenza, non dominante ma ciononostante diffusa tra preti, religiosi e laici, verso opinioni teologiche divergenti dagli insegnamenti del magistero» e veniva sottolineato che «il dissenso rispetto agli insegnamenti fondamentali della Chiesa non rappresenta una via autentica verso il rinnovamento». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Martedì 17 Aprile,2012 Ore: 16:33
 
 
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