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www.ildialogo.org DON GIUSSANI SUGLI ALTARI? “NOI SIAMO CHIESA” CHIEDE UNA MORATORIA SU SANTI E BEATI,da Adista Notizie n. 10 del 17/03/2012

DON GIUSSANI SUGLI ALTARI? “NOI SIAMO CHIESA” CHIEDE UNA MORATORIA SU SANTI E BEATI

da Adista Notizie n. 10 del 17/03/2012

36578. MILANO-ADISTA. Perplessità sul metodo – ossia la moltiplicazione di santi e beati che caratterizza la storia recente della Chiesa (ne sono stati proclamati negli ultimi 30 anni assai di più che nei precedenti 4 secoli) – perplessità nel merito, cioè sulla figura che la Chiesa intende presentare come modello di fede e di vita ai suoi fedeli. Questo, in sintesi, il pensiero di Noi Siamo Chiesa sull’apertura del processo canonico per la beatificazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.

Quella di Noi Siamo Chiesa è la prima voce ecclesiale ad esprimere riserve sulla decisione presa dalla diocesi di Milano (oggi sotto la guida ciellina del card. Angelo Scola), il 22 febbraio 2012 (settimo anniversario della morte del “Gius”) di inoltrare formale richiesta di nihil obstat alla Santa Sede per dare inizio alla fase diocesana della canonizzazione.

In un comunicato datato 1° marzo 2012, il movimento per la riforma della Chiesa si chiede anzitutto se «questa accondiscendenza agli aspetti meno evangelici della religiosità popolare» costituita dalla continua proclamazione di nuovi santi e beati «non sia un ostacolo da una parte alla tanta conclamata volontà di promuovere una nuova evangelizzazione, dall’altra a un più accelerato percorso ecumenico».

Inoltre, prosegue il comunicato, sotto gli ultimi due pontificati sono stati elevati agli onori degli altari «suore, preti, fondatori di ordini religiosi, papi». Personalità spesso spinte dagli ordini religiosi o dai gruppi ecclesiali di appartenenza, quando non funzionali a veicolare messaggi di tipo ideologico. «Ma mai o quasi mai madri di famiglia, sans papier, operai o contadini; mai qualche cristiano impegnato in prassi di liberazione sociale o politica».

Sarebbe quindi opportuno, secondo Noi Siamo Chiesa, un lungo periodo – «per esempio cinquanta anni» – durante il quale «sospendere beatificazioni e canonizzazioni e iniziare una generalizzata fase di riflessione sul senso stesso di questo modo di essere Chiesa. In questo periodo si potrà approfondire il concetto stesso di santità come elemento intrinseco all’essere “normale” di ogni cristiano».

Entrando nello specifico del “caso” Giussani, Noi Siamo Chiesa bolla poi come inopportuna la decisione di avviare il processo canonico a così breve distanza dalla morte del “Gius”: «Il “santo subito” lo abbiamo considerato del tutto inopportuno per papa Wojtyla, lo ripetiamo per don Giussani». La cui figura, sostiene il comunicato, viene proposta come modello «non solo per riconoscere la sua personale vita di fede», ma anche «per il complesso del suo messaggio e delle iniziative che ha fondato e ispirato per molti anni». Proprio su queste ultime il giudizio di Noi Siamo Chiesa è particolarmente severo. Anzitutto, perché «la presenza di Comunione e Liberazione nella Chiesa è sempre stata tesa a organizzarsi come realtà a sé, rispetto al generale corpo ecclesiale», creando, specie nella diocesi di Milano, conflitti e tensioni che hanno coinvolto gli stessi cardinali Colombo e Martini. Poi perché «la stretta e teorizzata connessione tra vita di fede e impegno politico e sociale in Cl ha portato a una presenza politica monolitica, molto coesa, con caratteristiche costanti nel tempo, sotto il segno dell’integralismo culturale e della spregiudicatezza nelle alleanze». Infine, anche «ammessa e concessa ogni assoluta buona fede a tanti militanti generosi e trasparenti di Cl, i dubbi su quanto siano “cristiane” le prassi di governo della galassia del Movimento sono veramente tanti se si esamina la situazione a Milano e in Lombardia, città e regione in primis della presenza di don Giussani e di Cl». «Di don Giussani si può dire che ciò avvenisse “a sua insaputa”?». (valerio gigante)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 13 Marzo,2012 Ore: 16:55
 
 
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