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www.ildialogo.org NUOVE NOMINE AL VERTICE DEI LEGIONARI. MA IL MALESSERE RESTA,di Adista Notizie n. 9 del 10/03/2012

NUOVE NOMINE AL VERTICE DEI LEGIONARI. MA IL MALESSERE RESTA

di Adista Notizie n. 9 del 10/03/2012

36568. ROMA-ADISTA. È arrivata a toccare qualcuno dei vertici la ristrutturazione della congregazione ultraconservatrice dei Legionari di Cristo, resasi necessaria dopo il crollo dell’immagine del fondatore, p. Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008, responsabile di abusi sessuali e psicologici, e condotta dal delegato pontificio card. Velasio De Paolis, che sta anche procedendo alla revisione delle costituzioni. Dopo l’uscita di scena, lo scorso autunno, di p. Evaristo Sada, segretario generale dal 2005 (sostituito dal 35enne spagnolo p. Jaime Rodríguez), il cardinale ha infatti provveduto ora alla nomina di un nuovo vicario generale nella persona del tedesco p. Sylvester Heereman che va a prendere il posto lasciato vacante nel luglio 2011 da p. Luis Garza Medina, ora direttore territoriale dell’area nordamericana. Heereman, sacerdote dal 2006, è molto giovane (38 anni) ma è già stato, dal 2001 al 2003 segretario territoriale per l’Italia e, dal 2007 al 2011, direttore dell’area tedesca. Nel 2011 era stato scelto per dirigere l’area dell’Europa occidentale e centrale. De Paolis ha inoltre nominato come secondo consigliere generale per la congregazione p. Deomar De Guedes,  in sostituzione di p. Francisco Mateos Gil, dimessosi qualche mese fa.

In una lettera del 15 febbraio scorso, inoltre, il cardinale ha reso noto di aver nominato come incaricato dei consacrati del braccio secolare della Legione, Regnum Christi, il gesuita p. Gianfranco Ghirlanda (già Rettore della Pontificia Università Gregoriana) e come responsabile delle donne consacrate il religioso giuseppino esperto in diritto canonico p. Agostino Moran, entrambi nel gruppo di consiglieri di De Paolis. I nuovi superiori, afferma il cardinale, sono unanimi nel ritenere che gli appartenenti all’associazione debbano godere di «una sana autonomia», cosa che implica «una realtà associativa dotata di una soggettività propria». E se il carisma, l’apostolato e la spiritualità di Regnum Christi assumono la propria forma nella collaborazione con la congregazione “madre” dei Legionari, il modo concreto in cui essa si attuerà «dovrà essere meglio precisato grazie alla riflessione richiesta tanto ai consacrati uomini e donne di Regnum Christi quanto ai Legionari di Cristo».

Nel complesso, De Paolis ha voluto trasmettere fiducia nella possibilità di recupero della congregazione rimasta pesantemente disorientata dagli scandali su Maciel, anche se è più che evidente che, sotto la sua guida, alcuni aspetti non saranno più toccati. Il 24 febbraio, al termine di una messa celebrata a León, in Messico, alla presenza di diecimila persone dei collegi dei Legionari, appartenenti all’associazione Gioventù e Famiglia, ha detto infatti di essere stato nominato delegato dal papa «non per distruggere, ma per vitalizzare, scoprire, rinnovare le grandi energie che vi sono nella Legione e nel movimento Regnum Christi»; e non per «spingere a cambiare vocazione», ma per incoraggiare la vocazione sacerdotale dei Legionari o la consacrazione e l’impegno di tutti i componenti di Regnum Christi. Che non avesse intenzione di andare più a fondo nelle indagini sulle responsabilità di Maciel era già emerso chiaramente in un’intervista all’Associated Press dello scorso novembre (v. Adista n. 82/11). «Non vedo i benefici che potrebbero derivare da un’inchiesta più approfondita», aveva detto: «Correremmo il rischio di trovarci di fronte ad un intrigo senza fine: si tratta di cose troppo private perché io possa indagarle».

Sta di fatto, però, che all’interno della Legione e di Regnum Christi sembra scemare la speranza in una “rifondazione” autentica. A rendere necessaria e urgente la nomina di un responsabile per le donne sono state le dimissioni dell’assistente generale per la vita consacrata femminile Malén Oriol, e l’abbandono di Regnum Christi, dopo alcuni anni di riflessione, da parte di una trentina di religiose. A queste il cardinale ha chiesto di non cercare di persuadere altre consorelle a fare lo stesso passo: «Come giustamente si chiede rispetto per la scelta di chi abbandona quest’opera – ha scritto nella lettera del 15 febbraio – lo stesso rispetto occorre nei confronti di chi, ed è la stragrande maggioranza, ha scelto di perseverare nell’opzione fatta all’interno di Regnum Christi».

Le religiose fuoriuscite hanno dato vita a Santiago del Cile, il 22 febbraio scorso, a una nuova associazione di vita consacrata femminile, intitolata Totus Tuus, il motto di Giovanni Paolo II, che è stata salutata con favore da Regnum Christi (che spera di «mantenere con loro un legame di fraternità», si legge in un comunicato) e dalla Segreteria di Stato vaticana, che ha dato «parere favorevole» alla sua nascita. Nel corso del suo primo anno di vita, il nuovo organismo sarà accompagnato dall’arcivescovo emerito di Santiago, il card. Francisco Javier Errázuriz. Se non vi sono ancora informazioni riguardo alla sua organizzazione concreta, ciò che è chiaro è che essa intende offrire una «nuova casa comunitaria» alle religiose che lasciano Regnum Christi e intendono continuare a vivere la loro vita consacrata.

D’altronde, le dimissioni di Malén Oriol hanno un notevole peso specifico all’interno del movimento. La famiglia Oriol, spagnola, è strettamente legata alla Legione, essendo quella che fece conoscere al fondatore Maciel le più ricche famiglie spagnole ed europee. Quattro fratelli di Malén erano preti della Legione ma già nel 2010 uno di essi aveva abbandonato dopo 33 anni di sacerdozio perché, si legge sul settimanale francese la Vie (16/2) non aveva più fiducia nella Legione, anche per la sua gestione finanziaria «costruita sulla speculazione economica». Gli altri tre fratelli, da quel momento, sono stati presi di mira dalla Legione e si sono fatti incardinare in diocesi spagnole. Malén, la prima ad aprire gli occhi sulla perversione di Maciel, secondo fonti di La Vie, aveva scelto invece di restare per accompagnare il rinnovamento del movimento: cosa che, ora, non ritiene più possibile. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 06 Marzo,2012 Ore: 15:32
 
 
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