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www.ildialogo.org COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI: IN GERMANIA LO CHIEDONO IN 100MILA,da Adista Notizie n. 8 del 03/03/2012 -

COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI: IN GERMANIA LO CHIEDONO IN 100MILA

da Adista Notizie n. 8 del 03/03/2012 -

36564. BERLINO-ADISTA. Circa 100mila adesioni: è questo il bilancio (parziale) di un appello per l’ammissione alla comunione dei divorziati risposati, lanciato lo scorso settembre in Germania dalla Katholische Frauengemeinschaft Deutschlands (Kfd, Comunità delle donne cattoliche tedesche), organismo che, con i suoi 600mila aderenti, è il più rilevante nel Paese. «La grande risonanza della nostra azione – ha detto la presidente, Maria Theresia Opladen, nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 14 febbraio scorso – mostra quanto urgente sia questo tema nella nostra Chiesa e non solo per le persone coinvolte». «Molti divorziati – ha spiegato – si sentono esclusi dalla comunità ecclesiale dopo un secondo matrimonio, perché, per esempio, non possono fare la comunione. Pertanto hanno bisogno di sostegno e di incoraggiamento. Una Chiesa che prende sul serio le difficoltà delle persone non può disinteressarsi di questo problema». Di qui la necessità di «trovare soluzioni teologiche e pastorali che rispondano ai problemi quotidiani delle persone»: «Solo insieme possiamo realizzare una Chiesa che sia vicina alle persone e che le accompagni e le sostenga nelle situazioni più critiche della vita».

La Kfd ha anche chiesto di incontrare il presidente della Conferenza episcopale tedesca mons. Robert Zollitsch, arcivescovo di Freiburg, per parlare di questo tema – senza che con ciò venga messo in discussione il principio di indissolubilità del matrimonio – e per chiedere che vengano riesaminate le questioni teologiche relative all’accesso dei divorziati risposati ai sacramenti; l’argomento sarà comunque all’ordine del giorno all’assemblea dei cattolici in programma nel prossimo maggio a Mannheim.

«Anche nella Chiesa cattolica – si legge nell’appello della Kfd – il fallimento del matrimonio riguarda un numero sempre più elevato di donne e di uomini. Molte persone non possono mantenere la promessa fatta di stare insieme fino a che morte non le separi, e questo per i motivi più diversi. In Germania viene sciolto un matrimonio su tre, nelle grandi città addirittura uno su due. Il 70% circa delle richieste di separazione viene presentato da donne. Oggi il 25% di tutti i nuovi matrimoni è rappresentato da seconde nozze». L’argomentazione dogmatica per la quale i divorziati risposati sono esclusi dai sacramenti perché la loro condizione di vita contraddice l’unione tra Chiesa e Cristo (cfr. Familiaris Consortio 84), «si scontra con una prassi pastorale che sempre più viene considerata crudele, non viene compresa o viene reputata inadeguata al sostegno e all’accompagnamento di tali persone»; inoltre, si diffonde il timore, per i divorziati risposati che lavorano per la Chiesa, di essere licenziati. Il punto, continua l’appello, è che «i sacramenti sono segni efficaci dell’amore di Dio per gli uomini. Non rappresentano una ricompensa per un certo modo di vivere, ma una forza e un irrobustimento nella fede, in tutte le situazioni problematiche e le contraddizioni della vita, soprattutto nei momenti difficili». In tale situazione, la Chiesa deve «fare in modo che donne e uomini possano vivere l’amore di Gesù e il suo atteggiamento umano e misericordioso». La Kfd si schiera dunque a favore degli argomenti canonici, pastorali, dogmatici e teologico-morali che «aprono nuove vie per affrontare questa tematica e che contribuiscono perciò alla credibilità di noi tutti in quanto Chiesa». La questione dei divorziati risposati rappresenta, infatti, un’opportunità per «scoprire di nuovo il messaggio liberante del Vangelo, anche e proprio di fronte a rotture e nuovi inizi». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Luned́ 27 Febbraio,2012 Ore: 23:06
 
 
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