- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (255) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org La messa č finita. Quasi,di Carmen Morán

La messa č finita. Quasi

Spagna: in alcune zone rurali, la carenza di sacerdoti spinge a cercare soluzioni alternative


di Carmen Morán

Da Adista Contesti n. 8 del 03/03/2012


Tratto dal quotidiano spagnolo El país (3 febbraio 2012). Titolo originale: Ideas imaginativas para celebrar la misa

Il mondo rurale perde abitanti, donne, giovani… Tra i cattolici il cocktail è preoccupante perché c’è notevole carenza di fedeli e soprattutto di sacerdoti. Una cifra illuminante è quella che riguarda la diocesi di Orense (Galizia): 735 parrocchie e solo 275 parroci in attività, compresi i pensionati. Andare a messa sta diventando difficile nei piccoli villaggi e la Chiesa si sta spremendo le meningi per cercare di colmare questo vuoto. Durante la settimana, i sacerdoti si spostano di qua e di là, recandosi dove c’è bisogno dei loro servizi – a volte “volano” perché i funerali abbondano in un mondo rurale che invecchia – ma la situazione si complica la domenica. E, nonostante lo scarso numero di abitanti, in molti paesi non ci sono sacerdoti sufficienti per celebrare l’eucarestia.

La dispersione è un problema inevitabile tanto che le diocesi coinvolte organizzano il rito domenicale a turnazione: una domenica in questo paese, quella successiva in un altro. Il problema spesso è lo spostamento della gente, donne anziane in molti casi prive di mezzi di trasporto privato o troppo poche per organizzare un trasporto collettivo. «Stiamo sperimentando e riflettendo, alla Chiesa sta succedendo la stessa cosa accaduta ad altre realtà del mondo rurale: medici, ospedali geriatrici, scuole, non possono esserci in ogni paesino», dice Txomin Pérez, direttore del servizio di comunicazione della diocesi di Palencia. «Quando una domenica non c’è un sacerdote in un paesetto, né possibilità di spostarsi, optiamo per una celebrazione della Parola, che di solito è presieduta da un religioso o da una religiosa», spiega. È come una messa, però senza eucarestia, perché non c’è il sacerdote, sostituito, generalmente, da una suora. «Dobbiamo essere creativi, fantasiosi», prosegue.

I piani pastorali, che sarebbero come programmi di governo, in queste zone già accolgono parte di queste riflessioni. Oltre alla mobilità dei fedeli da un paese all’altro, stanno dando una mano anche i sacerdoti in pensione.

Molte zone sono interessate da questo problema: Burgos, Teruel, Astorga, le province della Galizia ecc. A Salinas de Pisuerga (Palencia), il parroco di tanto in tanto carica in auto alcuni fedeli, quelli che non hanno altri mezzi, e li porta alla messa che celebra nel paese vicino. A Orense già ci si è mobilitati da molto tempo con il trasporto pubblico, perché la domenica ci sono problemi ma ce ne sono di più la Settimana Santa o a Natale, per esempio.

Riti speciali e più corposi non possono essere frammentati tra un paesino e l’altro. «Le parrocchie di riferimento di solito sono, come tanti altri servizi, nei capoluoghi della Regione, e lì trasportiamo i fedeli in autobus in occasioni significative come queste», dice il vicario pastorale di Orense, José Pérez Domínguez. «A volte la gente viene con i propri mezzi, come fa per andare dal medico, a fare la spesa o per altre cose».

E a Teruel? «Siamo al limite», riconoscono dalla diocesi, però al momento c’è un sacerdote per ogni unità pastorale, che è tutto dire perché significa che il parroco deve amministrare dai 4 ai 7 villaggi. «Ci sono un paio di unità con 14 o 15 paesi che sono gestite da due sacerdoti». Fanno a turno, si organizzano, fanno quello che possono. Qualche anno fa dovettero ricorrere ai laici, ora la situazione è migliorata un po’, assicurano. Lo spopolamento, tuttavia, non sembra destinato a fermarsi, anzi. E nemmeno le vocazioni sembrano volersi moltiplicare: in Spagna ci sono 22.686 parrocchie e 18.633 sacerdoti incardinati nelle diocesi. Nel 2010 sono stati ordinati 162 sacerdoti, pochi, una manciata in più rispetto all’anno precedente. E la cifra totale dei seminaristi è diminuita di un 3% in questo periodo, secondo la Conferenza episcopale. Il problema è che diminuiscono anche i fedeli e nel mondo contadino sono pure sparpagliati. Le parrocchie hanno conosciuto tempi migliori.

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Lunedě 27 Febbraio,2012 Ore: 22:50
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Crisi chiese

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info