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www.ildialogo.org I DISOBBEDIENTI AUSTRIACI PREOCCUPANO IL VATICANO. VESCOVI A RAPPORTO,di Adista Notizie n. 10 del 11/02/2012

I DISOBBEDIENTI AUSTRIACI PREOCCUPANO IL VATICANO. VESCOVI A RAPPORTO

di Adista Notizie n. 10 del 11/02/2012

36532. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. L’iniziativa dei 300 parroci “disobbedienti” - e della consistente base che li appoggia - che chiedono con urgenza una riforma della Chiesa, lanciata in Austria a giugno dello scorso anno (v. Adista n. 55/11), è sbarcata a Roma. Il 23 gennaio scorso, infatti, alcuni rappresentanti della Conferenza episcopale austriaca hanno incontrato la Congregazione per la Dottrina della Fede a margine dell’assemblea annuale di quest’ultima. Ne parla il quotidiano austriaco Kurier (25/1), sottolineando che l’incontro sembra non avere prodotto decisioni riguardo a eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti dei promotori dell’iniziativa che nel loro appello dichiarano, tra le altre cose, di voler dare la comunione a cristiani di buona volontà, quand’anche fossero divorziati risposati o membri di altre Chiese; di permettere anche ai fedeli di celebrare, quando non ci fossero preti a disposizione; di ignorare la proibizione di far pronunciare l’omelia a laici competenti, tra cui donne che insegnano religione. «Si è trattato di un incontro di lavoro, come ne avvengono regolarmente», ha minimizzato il portavoce della Conferenza episcopale p. Paul Wuthe.

Sta di fatto, però, che la delegazione arrivata a Roma non era composta da vescovi che abbiano un qualche ruolo all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede: a parte il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale, che fa parte della Congregazione, gli altri erano mons. Alois Kothgasser, arcivescovo di Salisburgo, mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz e mons. Klaus Küng, vescovo di St. Pölten. Una circostanza che non fa che avvalorare la tesi che l’incontro vaticano avesse all’ordine del giorno anche la questione della “disobbedienza” dei preti austriaci e della profonda spaccatura tra base e istituzioni ecclesiali che la Chiesa locale sta vivendo.
Del resto, p. Helmut Schüller, promotore dell’iniziativa, ha confermato al Kurier che Schönborn gli aveva preannunciato che avrebbe parlato, un giorno, della Pfarrer-Initiative alla Congregazione. Nulla di concreto, però: «Non so se ciò sia avvenuto ora», ha detto; «ho saputo dell’incontro solo dai media». Peraltro, Schüller si è detto soddisfatto della risonanza che il movimento sta ottenendo: «Siamo contenti del fatto che il papa e la Chiesa universale affrontino le nostre richieste. Forse alla fine qualcosa si sta muovendo», ha commentato. Il promotore del movimento non teme provvedimenti da parte di Roma, meno che mai una scomunica: «A nostro favore abbiamo un appoggio molto esteso da parte della Chiesa di base», ha detto.
E non solo nel Paese: un esplicito sostegno all’iniziativa è stato espresso, nei mesi scorsi, da preti di Rouen, in Normandia (v. Adista n. 69/11), che di recente hanno creato un sito internet per seguire gli sviluppi del movimento e per diffonderlo anche in Francia, con lo slogan «per una vera obbedienza al Vangelo», nonché in Irlanda, dove un’associazione di preti istituita di recente ha manifestato il proprio appoggio ai parroci austriaci.
Che in Austria qualcosa si stia muovendo, è sicuro. A fine febbraio uscirà il libro Risse im Fundament? Die Pfarrerinitiative und der Streit um die Kirchenreform (“Crepe nelle fondamenta? La Pfarrer-Initiative e la polemica sulla riforma della Chiesa”), del teologo viennese Ian-Heiner Tück, nel quale l’autore riunisce intorno a un tavolo i protagonisti del dibattito, tra i quali Schönborn, Schüller, il teologo pastorale Paul Zulehner, il teologo moralista Eberhard Schockenhoff.
Il libro, scrive Tück nella prefazione, di cui l’agenzia di stampa austriaca Kathpress (1/2) riporta il contenuto, dovrebbe aiutare a comprendere quale sia la reale portata del dissenso nel Paese e quali possano esserne le conseguenze. La situazione, scrive Tück, «è tutt’altro che innocua» anche per la risonanza che ha avuto a livello internazionale, e potrebbe portare a «una vera scissione». «C’è consenso – scrive Tück – sul fatto che lo stato attuale della Chiesa sia critico, e che le riforme siano urgentemente necessarie». Ciò su cui le varie parti implicate non concordano è la strada da seguire per uscire dalla crisi: se i preti “disobbedienti” cercano cambiamenti strutturali e immediati, i vescovi propendono per soluzioni più soft, ma soprattutto esprimono la necessità di costruire una Chiesa più forte e significativa nella società. La profondità della crisi, comunque, richiede a tutti, secondo Tück, di abbassare i toni e di affrontare le difficoltà come occasione di rinnovamento. Un crescente «analfabetismo religioso» da un lato e la necessità di un nuovo orientamento spirituale ed etico dall’altro devono spingere la Chiesa a guardarsi dentro.
Tra gli interventi, quello di Zulehner colloca il conflitto intraecclesiale nel contesto sociologico di un intenso “stress da modernizzazione” che i preti starebbero vivendo. Zulehner denuncia l’esistenza, da anni, di un doppio binario di vita ecclesiale, quello della Chiesa locale, con le sue prassi, e quello della Chiesa universale, con il Magistero. L’iniziativa dei parroci, ha scritto, non ha fatto altro che rendere pubblica questa dicotomia ed è uno dei tanti tentativi fatti, nella Chiesa austriaca, «per cercare di continuare a parlare con l’uomo del nostro tempo».
I temi sollevati dall’iniziativa, continua Zulehner, non sono nuovi, ma nuovo è il fatto di aver compreso che non ci sono soluzioni semplici e che bisogna passare «dalle parole ai fatti». E «con questo cambiamento radicale nella strategia della riforma i parroci sembrano avere successo»; anche se il teologo afferma che, a livello personale, avrebbe scelto uno slogan che comunicasse un messaggio positivo piuttosto che quello, più conflittuale, della disobbedienza: come, ad esempio, «in fedeltà al vangelo». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Marted́ 07 Febbraio,2012 Ore: 17:08
 
 
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