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www.ildialogo.org REPETITA IUVANT: IL SUPERIORE DEI LEFEBVRIANI INSISTE SUL MALE CHE IL CONCILIO HA FATTO ALLA CHIESA,di Adista Notizie n. 1 del 07/01/2012

REPETITA IUVANT: IL SUPERIORE DEI LEFEBVRIANI INSISTE SUL MALE CHE IL CONCILIO HA FATTO ALLA CHIESA

di Adista Notizie n. 1 del 07/01/2012

36477. SURESNES-ADISTA. Il Concilio Vaticano II non è «in armonia con i Vangeli». Torna ad insistere su quelle che considera «pietre d’inciampo» per la Chiesa il superiore generale dei lefebvriani mons. Bernard Fellay, pochi giorni dopo l’invio al Vaticano di una “documentazione” che dovrebbe in qualche modo costituire una risposta alla mano tesa, da parte della Santa Sede, con il «Preambolo dottrinale», condizione necessaria per la reintegrazione nella Chiesa cattolica (v. Adista nn. 67, 69, 74, 84, 91 e 97/11). In una lettera «agli amici e ai benefattori» della Fraternità, datata 21 dicembre, Fellay torna alla carica con gli argomenti tradizionali contro gli sviluppi della Chiesa degli ultimi 50 anni: «Bisogna arrivare alla metà del XX secolo – si legge nella lettera n. 79 pubblicata sul sito ufficiale del distretto francese “La porte Latine” – per assistere all’incredibile avvenimento di un Concilio che, in nome dell’adattamento alla situazione concreta della società umana in piena decadenza, modificò la proclamazione di tutti i tempi: “Bisogna che Egli regni” (1 Cor. 15,25). Si pretende che questo modo di fare sia in armonia con i Vangeli, ma è proprio il contrario». Coloro che promuovono il dialogo con le religioni vengono definiti da Fellay «sofisti del liberalismo» che hanno fatto dire che «lo Stato, la società umana, anch’essa creatura di Dio, doveva trattare alla pari l’unica vera religione e tutte quelle false, accordando allo stesso modo a ognuna il diritto di esistere, di svilupparsi senza ostacoli e di esercitare il proprio culto». Ecco perché i massoni «hanno espresso la loro gioia nel sentire risuonare sotto la cupola di San Pietro queste tesi, che sono loro proprie», afferma Fellay, citando un libro del massone Yves Marsaudon. La libertà religiosa, mettendo sullo stesso piano vero e falso, «dispensa deliberatamente lo Stato e la società umana dai loro doveri di onorare e servire Dio, loro Creatore. Essa apre la strada a tutte le licenze in materia religiosa. È come se, nella Chiesa, si fosse rinunciato alla prerogativa di essere l’unica via di salvezza per tutti gli uomini. Quelli che vi credono ancora non lo dicono più. Molti fanno persino pensare il contrario».

Fellay affronta anche il tema dell’ecumenismo, altro ostacolo sul cammino per la reintegrazione. «Sotto il pretesto di creare le condizioni per essere più vicini ai nostri “fratelli separati”, non si proclamano più alcune verità salvifiche, perché sono difficili da ascoltare. Non si cerca nemmeno più, deliberatamente, di convertirli. L’ecumenismo non vuol più convertire»; tutto questo non ha fatto altro che rendere i cattolici più «molli» e incapaci di imporre la propria identità.

Un terzo impedimento è legato a questa diminuzione di autorità: poiché Gesù, spiega Fellay, ha conferito alla Chiesa «un capo visibile che è il suo Vicario sulla terra, Pietro e i suoi successori», e lui solo «ha un potere pieno, sovrano, immediato su tutti e ciascuno dei membri della Chiesa», la Chiesa si è sempre «proclamata una monarchia, governata da uno solo»; ora, essa è snaturata da «una forma di democrazia, importata nella Chiesa dalla collegialità e dalla parodia parlamentare delle conferenze episcopali», responsabile di permettere «ogni sorta di abusi». Non solo i laici che rivendicano un ruolo nella Chiesa, dunque, ma anche consigli e commissioni episcopali che impediscono il «giusto esercizio dell’autorità delegata da nostro Signore Gesù Cristo».

Questi tre – insormontabili – problemi, afferma Fellay nella lettera, sono causati da uno stesso atteggiamento di fondo, la madre di tutti gli ostacoli nelle relazioni con Roma: l’adattamento al mondo, il desiderio di venire a patti con esso. Soltanto rimettendo al primo posto Cristo, soltanto espellendo questo «clima liberale che appesta la Chiesa», si potrà uscire da questa crisi. (ludovica eugenio) 

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 03 Gennaio,2012 Ore: 17:38
 
 
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Crisi chiese

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