- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (281) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org UN DIALOGO TRA SORDI. I LEFEBVRIANI RISPONDONO ALL’OFFERTA DEL VATICANO. MA LA RISPOSTA NON C’È,da Adista Notizie n. 97 del 31/12/2011

UN DIALOGO TRA SORDI. I LEFEBVRIANI RISPONDONO ALL’OFFERTA DEL VATICANO. MA LA RISPOSTA NON C’È

da Adista Notizie n. 97 del 31/12/2011

36467. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Non aderisce, non rifiuta, non chiede chiarimenti, non propone modifiche: la tanto attesa replica dei seguaci di mons. Marcel Lefebvre al documento vaticano (Il “Preambolo dottrinale”, v. Adista nn. 69, 76, 84 e 91/11), che avrebbe dovuto sancire, qualora fosse stato sottoscritto, la reintegrazione dei tradizionalisti scismatici, è finalmente arrivata, ma ha spiazzato tutti. Anche perché, se i vertici della Fraternità S. Pio X avevano lasciato intendere che il testo così com’era non sarebbe stato accettato, non era da escludere una ulteriore negoziazione sulle affermazioni contenute, come peraltro la Commissione vaticana Ecclesia Dei aveva previsto, dando al documento un carattere non definitivo. Era apparso, tuttavia, fin troppo chiaro che un accordo sarebbe stato difficile, dal momento che il Preambolo – peraltro mai reso pubblico – chiedeva l’adesione a una professione di fede e il riconoscimento del ruolo del Magistero in caso di divergenze dottrinali: ostacoli insormontabili per i tradizionalisti, specie per quell’ala – piuttosto potente – che non intende venire a patti con il Vaticano per ottenere il riconoscimento canonico in seno alla Chiesa e che dissente dall’atteggiamento più “dialogante” del superiore, mons. Bernard Fellay, che pare invece deciso a non lasciare intentata alcuna strada. Il tutto lascia percepire l’esistenza di una grossa frattura all’interno della Fraternità.

E, infatti, pare proprio che le cose stiano così. Il testo inviato come risposta, che ora Ecclesia Dei si appresterà ad esaminare, è in realtà, a quanto si apprende, una «documentazione»: un tentativo, forse, di guadagnare tempo in una situazione di gravi dissidi interni, a causa dei quali in certi ambienti lefebvriani si parlerebbe addirittura – secondo quanto riportato dal portale Vatican Insider – di un possibile “commissariamento” di Fellay, ritenuto dal fronte dei vescovi tradizionalisti più intransigenti un po’ troppo disposto a trattare con il Vaticano.

Peraltro Fellay, recentemente, era tornato alla carica con il suo argomento anti-Vaticano II con toni tutt’altro che concilianti: nell’omelia pronunciata l’8 dicembre scorso, aveva affermato infatti che «per un gran mistero, Dio ha permesso che lo spirito del mondo provasse ad introdursi nella Chiesa. E bisogna battersi non solo contro i nemici esterni, ma anche contro uno spirito non cattolico che è entrato nella Chiesa. Con tutti i recenti cambiamenti, si vede bene, manifestamente, che l’introduzione di questo spirito si è prodotta al momento del Concilio Vaticano II». Fellay la definisce «una tragedia senza nome», addirittura «fumo di Satana»: «È come se il diavolo – spiegava – avesse messo piede nel santuario. Ed è una realtà che ci raggela. È radicalmente il contrario di ciò che è la Chiesa».

Quanto all’attuale situazione di stallo con Roma, Fellay l’aveva sintetizzata così: «“Sì, potete criticare il Concilio, ma a una condizione, bisogna prima accettarlo”. E noi a rispondere: “Cos’è che si potrà criticare dopo?”». Per il capo dei lefebvriani c’è un’insanabile contraddizione tra principio e applicazione: pur riconoscendo, infatti, che le formule proposte dal Vaticano nel Preambolo dottrinale «sono sempre più vicine a quello che diciamo noi». Fellay cita ad esempio questo passaggio: «Sui punti del Concilio che presentano difficoltà, vi impegnate a riconoscere che il solo modo per comprenderli è di farlo alla luce della Tradizione continua, perpetua, alla luce del Magistero precedente» (e «la luce della Tradizione è la sola maniera con la quale si possono comprendere dei punti dubbi», ammette Fellay). Ciò che viene rifiutato è il riferimento al Nuovo Catechismo, perché «riprende il Concilio».

Di qui l’indicazione della strada che i lefebvriani intendono percorrere: «Noi decidiamo di dire loro: non potreste considerare le cose un po’ diversamente? Non potreste provare a comprendere che non è la Fraternità che costituisce un problema? Nella Chiesa vi è effettivamente un problema, ma esso non è la Fraternità; noi siamo un problema solo perché diciamo che vi è un problema. Allora noi chiediamo che si occupino del vero problema». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Martedì 27 Dicembre,2011 Ore: 17:51
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Crisi chiese

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info