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www.ildialogo.org PROMOSSO PER “MERITI” SUL CAMPO: MONS. FILIPPO SANTORO SESTO VESCOVO CIELLINO IN ITALIA,da Adista Notizie n. 91 del 10/12/2011

PROMOSSO PER “MERITI” SUL CAMPO: MONS. FILIPPO SANTORO SESTO VESCOVO CIELLINO IN ITALIA

da Adista Notizie n. 91 del 10/12/2011

Adista Notizie n. 91 del 10/12/2011

36426. TARANTO-ADISTA. A dimostrazione che il potere di Comunione e Liberazione dentro la Chiesa cattolica è in costante ascesa, non c’è solo la presenza dei suoi uomini nella Curia vaticana e nel Palazzo Apostolico (v. Adista n. 65/11), l’enorme giro di affari delle società che fanno capo alla Compagnia delle Opere, l’influenza diretta o indiretta del movimento fondato da don Luigi Giussani nella politica e nelle istituzioni, locali e nazionali. È anche a livello di nomine episcopali che Cl sta guadagnando posizioni. E dopo aver piazzato, alla fine di un lungo braccio di ferro interno, il card. Angelo Scola alla prestigiosissima cattedra di Milano (quasi una investitura per il futuro Conclave), ha ottenuto ora una nuova sede episcopale: il 21 novembre scorso il papa ha nominato mons. Filippo Santoro nuovo metropolita di Taranto, al posto di mons. Benigno Luigi Papa, già vice-presidente della Cei e dimissionario per raggiunti limiti di età.

Mons. Santoro è nato a Carbonara (Bari) il 12 luglio 1948. Ha conseguito il dottorato in filosofia alla Cattolica di Milano, dove ha conosciuto Comunione e Liberazione e don Giussani, di cui è da allora divenuto un fervente seguace. Poi si è laureato in Teologia Dogmatica all’Università Gregoriana di Roma ed è stato ordinato prete nel 1972, incardinato nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto. Lì ha ricoperto vari incarichi per Comunione e Liberazione, tra cui quello di responsabile del movimento per la Puglia e, successivamente, per tutto il Brasile e l’America Latina.

Nel 1984, infatti, Santoro, su esplicita richiesta del “Gius”, partì per il Brasile (dove Cielle ha una presenza  molto radicata) come sacerdote fidei donum. Erano gli anni della lotta senza quartiere indetta da Giovanni Paolo II (in coppia con l’allora prefetto all’ortodossia, Joseph Ratzinger) alla Teologia della Liberazione ed a tutto ciò che nella Chiesa avesse odore di progressismo o di “scelta preferenziale per i poveri”. A sostenere questa lotta, don Giussani, insieme all’Opus Dei ed ai movimenti carismatici e conservatori, aveva offerto al papa tutto il suo appoggio. Ricevendo in cambio incarichi e nomine di prestigio. In Brasile, dal 1996 al 2004, Santoro divenne così vescovo ausiliare di Rio de Janeiro e, dal 2004, vescovo di Petropolis. Una delle sue ultime “missioni” in America Latina è stata quella contro il vescovo del Vicariato apostolico di San Miguel de Sucumbíos, nell’Amazzonia ecuadoriana, il carmelitano scalzo spagnolo mons. Gonzalo López Marañón (v. Adista n. 88/10) che, al termine del suo quarantennale ministero a fianco del suo popolo, è stato costretto dal Vaticano ad abbandonare, senza preavviso ed in meno di una settimana, quelle che per decenni erano state la sua casa, la sua provincia, la sua gente. A causa del suo impegno nelle battaglie contro la povertà, la violenza, l’ingiustizia sociale, mons. Gonzalo López aveva dovuto subire anche l’onta di una visita apostolica, condotta proprio dall’allora arcivescovo di Petropolis, mons. Filippo Santoro, spedito a Sucumbíos con il compito di valutare l’azione pastorale del vescovo.

Ora che è a Taranto, il nome di Santoro va ad aggiungersi a quello degli altri cinque vescovi ciellini già alla guida di diocesi italiane: oltre al già citato card. Scola, ci sono infatti mons. Luigi Negri (vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro), mons. Giancarlo Vecerrica (vescovo di Fabriano-Matelica), mons. Vincenzo Orofino (vescovo di Tricarico) e mons. Michele Pennisi (vescovo di Piazza Armerina). (valerio gigante)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 06 Dicembre,2011 Ore: 20:51
 
 
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