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www.ildialogo.org I cattolici del Belgio pubblicano un manifesto di riforma,di John A. Dick

I cattolici del Belgio pubblicano un manifesto di riforma

di John A. Dick

2 dicembre 2011
BRUXELLES, Belgio -- La settimana antecedente all'Avvento, quattro parrocchie fiamminghe hanno pubblicato un manifesto di riforma che chiedeva che i laici fossero nominati pastori, presidenti della liturgia e predicatori, oltre che l'accesso di uomini sposati e di donne al ministero presbiterale.
Prima del week-end più di 4.000 fedeli hanno firmato il manifesto "Believers Speak Out" (i credenti si fanno sentire). A 1 dicembre i firmatari sono saliti a 6.000.
Tra i sostenitori dell'iniziativa centinaia di preti, educatori, cattolici accademici ed eminenti. Due tra questi sono gli ex rettori della Catholic University of Leuven, Roger Dilleman e Marc Vervenne.
"Questi non sono dei contestatori, ma persone di fede. Vogliono farsi sentire. Sperano che i loro vescovi li ascoltino", sostiene P. John Dekimpe, uno dei quattro preti che ha lanciato il manifesto.
"Alcuni hanno paura di rivolgersi alle gerarchie ecclesiastiche", afferma il prete, residente a Kortrijk. "Siamo dissidenti? Non credo. Vorrei davvero che i vescovi riflettessero a lungo sul crescente scontento di molti fedeli."
Tra le richieste avanzate nel manifesto "in spirito solidale con i credenti d'Austria, Irlanda e molti altri paesi, troviamo:
  • La leadership della parrocchia sia affidata a laici qualificati;
  • La comunione sia prevista anche in mancanza di un prete disponibile;
  • Ai laici sia consentita la predicazione;
  • Ai divorziati sia consentito di accostarsi alla comunione;
  • Al più presto sia uomini sposati che donne siano ammessi al presbiterato.
Al momento non c'è stata alcuna reazione da parte dell'Arcivescovo André-Joseph Léonard, il primate della Chiesa Cattolica del Belgio, né dagli altri vescovi o dal Vaticano. In privato, lontano dai riflettori, un vescovo belga ha applaudito all'iniziativa.
Jürgen Mettepenningen, teologo di Lovanio ed ex portavoce di Léonard, ha dichiarato al giornale belga De  Morgen che spera che il manifesto possa suscitare una riforma della chiesa ben ponderata. "Quando rifletto su ciò che ho scritto negli ultimi anni, posso solo dire che lo spirito del  manifesto è lo stesso col quale ho tentato di operare per una chiesa più credibile: verità alla fede".
Lo scorso anno, dopo le accuse di abusi sessuali che hanno sconvolto la chiesa belga, una commissione indipendente ha portato alla luce casi di abusi in molte tra le diocesi e le scuole cattoliche e negli ordini religiosi. La commissione ha rivelato di aver ricevuto denunce di ben 475 casi di abusi tra gennaio e giugno di quest'anno.
In uno dei casi più importanti, il vescovo di Bruges Roger Vangheluwe è stato costretto alle dimissioni dopo aver ammesso gli abusi perpetuati per anni ai danni del nipote. Nell'aprile di quest'anno ha dichiarato alla televisione belga di aver molestato un altro nipote e che tutto era cominciato "come un gioco".
Il testo completo del manifesto "Believers Speak Out":

Le parrocchie senza prete, l'eucaristia in orari non opportuni, il culto senza comunione: questo non deve più accadere! Cos'è che sta ponendo un freno alla necessaria riforma della chiesa? Noi, credenti fiamminghi, chiediamo ai nostri vescovi di rompere l'empasse in cui sono imprigionati. Lo facciamo con spirito solidale verso i nostri fratelli di Austria, Irlanda e di altri paesi, verso tutti coloro che llottano per una riforma vitale della chiesa. Semplicemente non capiamo per quale ragione la leadeship delle nostre comunità (ad es. parrocchie) non possa essere affidata a uomini e donne, sposati o meno, previa adeguata formazione. Abbiamo bisogno di pastori disponibili! Non comprendiamo perché questi nostri fratelli non possano presiedere le liturgie domenicali. In ogni comunità attiva c'è bisogno di ministri per la liturgia!

Non comprendiamo perché, nelle comunità in cui non ci sia un prete presente, un servizio della Parola non possa includere quello della Comunione.
Non comprendiamo perché laici preparati o educatori qualificati non possano predicare. Abbiamo bisogno della parola di Dio!
Non comprendiamo perché i credenti di buona volontà che si sono risposati dopo un divorzio non possano fare la comunione. Dovrebbero essere accolti come fedeli altrettanto degni. Per fortuna, ci sono già dei luoghi in cui questo accade.
Chiediamo anche che, prima possibile, sia gli uomini sposati che le donne vengano ammessi al presbiterato. Noi, popolo di Dio, ne abbiamo bisogno ora!
[John A. Dick, storico della teologica, americano. Ha vissuto in Belgio per 30 anni. Attualmente è professore aggiunto di religione nella società Americana all'Università di Ghent. Alcuni dati dui questo articolo sono tratti da Catholic News Service.]
 
Testo Originale
Reperimento testi di Patrizia Vita
Traduzione di Stefania Salomone

Belgian Catholics issue reform manifesto

Dec. 02, 2011 Global [1] 
By John A. Dick
 
BRUSSELS, BELGIUM -- The week before the start of Advent, four Flemish priests issued a church reform manifesto that called for allowing the appointment of laypeople as parish pastors, liturgical leaders and preachers, and for the ordination of married men and women as priests.
By the week's end more than 4,000 of publicly active Catholics had signed on to the "Believers Speak Out" manifesto. By Dec. 1, the number of signers had reached 6,000.
Among the supporters are hundreds of priests, educators, academics and professional Catholics. Two prominent supporters are former rectors of the Catholic University of Leuven, Roger Dillemans and Marc Vervenne.
"These are not 'protest people.' They are people of faith. They are raising their voices. They hope their bishops are listening," said Fr. John Dekimpe, one of four priests who launched the manifesto.
"Some people are fearful about approaching church leadership," said the priest, who lives in Kortrijk. "Is this being a dissident? I don't think so. The Belgian church is a disaster. If we don't do something, the exodus of those leaving the church will just never stop. ... I really want the bishops to reflect deeply about the growing discontent of so many believers."
Among the manifesto's demands, made "in solidarity with fellow believers in Austria, Ireland and many other countries," are that:
  • Parish leadership be entrusted to trained laypeople;
  • Communion services be held even if no priest is available;
  • Laypeople be allowed to preach;
  • Divorced people be allowed to receive Communion;
  • "As quickly as possible, both married men and women be admitted to the priesthood.
So far there has been no official reaction from Archbishop André-Joseph Léonard, the Catholic primate of Belgium, any of the other Belgium bishops, or the Vatican. Privately, and off the record, one Belgian bishop has applauded the manifesto.
Jürgen Mettepenningen, a Leuven theologian and former press officer for Léonard, told the Belgian newspaper De Morgen that he hopes the manifesto can lead to a well-thought-out church reform. "When I reflect on what I have written and said over the past years, I can only say that the spirit of the manifesto is the very same spirit in which I have been trying to work to make the church more credible: true to the faith."
Last year, after reports of abuse rocked the Belgian church, an independent commission discovered sexual abuse in most Catholic dioceses and all church-run boarding schools and religious orders. The commission said 475 cases of abuse had been reported to it between January and June this year.
In one of the more prominent cases, Bruges Bishop Roger Vangheluwe was forced to resign after admitting to years of abusing his nephew. In April of this year, he told Belgian television that he had molested another nephew and that it had all started "as a game."
The full text of the manifesto, "Believers Speak Out":
Parishes without a priest, Eucharist at inappropriate hours, worship without Communion: that really should not be! What is delaying the needed church reform? We, Flemish believers, ask our bishops to the break the impasse in which we are locked. We do this in solidarity with fellow believers in Austria, Ireland and many other countries, with all who insist on vital church reform.
We simply do not understand why the leadership in our local communities (e.g., parishes) is not entrusted to men or women, married or unmarried, professionals or volunteers, who already have the necessary training. We need dedicated pastors!
We do not understand why these our fellow believers cannot preside at Sunday liturgical celebrations. In every active community we need liturgical ministers!
We do not understand why, in communities where no priest is available, a Word service cannot also include a Communion service.
We do not understand why skilled laypeople and well-formed religious educators cannot preach. We need the word of God!
We do not understand why those believers who, with very good will, have remarried after a divorce must be denied Communion. They should be welcomed as worthy believers. Fortunately, there are some places where this is happening.
We also demand that, as quickly as possible, both married men and women be admitted to the priesthood. We, people of faith, desperately need them now!
[John A. Dick, an American historical theologian, has lived in Belgium for 30 years. He is currently visiting professor of religion in American society at the University of Ghent. This report includes some information from Catholic News Service.]


Luned́ 05 Dicembre,2011 Ore: 18:53
 
 
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