- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (304) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org CATTOLICI USA: RELIGIOSI E PRATICANTI. MA POCO LIGI AI DETTAMI VATICANI,Da ADISTA NOTIZIE N. 89 del 03 Dicembre 2011

CATTOLICI USA: RELIGIOSI E PRATICANTI. MA POCO LIGI AI DETTAMI VATICANI

Da ADISTA NOTIZIE N. 89 del 03 Dicembre 2011

36422. KANSAS CITY-ADISTA. Nonostante lo scandalo degli abusi sessuali, le tensioni derivanti dai conflitti su aborto e politiche di genere, la carenza di preti, le rivendicazioni riguardanti il ruolo delle donne, la recessione economica in atto, i cattolici statunitensi restano assestati – ma solo grazie al continuo afflusso di immigrati ispanici – sul 24% della popolazione totale. È in un momento problematico che è stato effettuato, negli Stati Uniti, il quinto sondaggio promosso dal settimanale cattolico statunitense National Catholic Reporter sui cattolici americani (il primo risale al 1987), di cui sono stati pubblicati di recente i dati. Un sondaggio che attraversa generazioni, generi e livelli differenziati di identità cattolica, e che tiene conto della crescente influenza nel Paese della presenza ispanica e della fascia dei millennials (altrimenti detta Generazione Y o Net Generation, ossia quella dei 18-30enni).

Responsabile dell’ideazione del sondaggio fin dalle origini è il sociologo William V. D’Antonio, ora attivo presso la Catholic University of America di Washington, che ha dato vita ad un team di ricercatori e che, per questo quinto sondaggio, ha potuto contare sull’aiuto di alcuni sponsor di rilievo, tra cui alcune fondazioni, l’Institute for Policy Research & Catholic Studies e lo stesso National Catholic Reporter. Commissionato nelle sue prime quattro edizioni alla Gallup Organization, il sondaggio, questa volta, a causa di un ampliamento del campione (da 1.300 a 1.400 intervistati), che avrebbe elevato eccessivamente i costi, è stato effettuato da Knowledge Networks di Chicago.

Chi sono i cattolici Usa

Un raffronto dei dati del 1987 con quelli attuali evidenzia in modo sensibile il cambiamento della popolazione cattolica statunitense, in ogni caso sempre più anziana. Se all’epoca del primo sondaggio essa era composta per l’86% di bianchi, per il 10% di ispanici e per il 5% di neri, asiatici e nativi, oggi il dato più rilevante è che gli ispanici (ormai non solo messicani ma anche latinoamericani) sono saliti al 32% (un terzo del totale) e che la loro rilevanza continuerà a crescere.

Se nel 1987 il 62% era sposato, oggi lo è solo il 54% mentre è pari al 10% in numero di coloro che convivono.  È aumentato, invece, il grado di istruzione: solo il 14% (contro il 21%) ha un diploma di scuola superiore, mentre è passato dal 12 al 18%  il numero dei laureati e dall’8 al 9% quello dei laureati specializzati.

Per quanto riguarda i dati economici, se nel 1987 un terzo dei cattolici aveva entrate inferiori ai 20mila dollari l’anno e solo un quinto superiori a 40mila, oggi quasi due terzi riportano redditi pari o superiori a 40mila dollari, di cui il 22% pari o superiori a 100mila dollari.

In cosa credono i cattolici Usa

La ricerca del Ncr mostra che i cattolici continuano ad essere legati ai dogmi e ai sacramenti: il 73% afferma che credere nella resurrezione di Gesù è importante, il 64% lo afferma anche riguardo alla figura di Maria come madre di Dio e all’Eucaristia (63%). Prega quotidianamente quasi la metà, mentre più di un terzo ritiene importanti pratiche devozionali come la recita del rosario o l’adorazione eucaristica; aiutare i poveri è un imperativo per il 67%.

Molto meno intenso il legame con l’autorità magisteriale del Vaticano: solo per il 30% essa è fondamentale, per il 46% è mediamente rilevante, mentre per ben un cattolico su cinque non lo è affatto. Analogamente, i cattolici Usa tendono a attenuare l’importanza degli insegnamenti morali e della dottrina sociale per la propria identità cattolica: se solo per il 40%, ad esempio, l’opposizione all’aborto da parte della Chiesa è significativo a livello personale, ancora meno sono coloro che reputano  importanti il divieto delle unione omosessuali (35%) e la condanna della pena di morte (29%). Stesso atteggiamento rispetto alla struttura della Chiesa: solo il 21% è legato ad un clero maschile e celibe, mentre ben il 46% esprime indifferenza al riguardo. Significativamente, il 62% appoggia il sacerdozio femminile, il 75% le donne diacono.

L’impegno dei cattolici

Da quanto emerge, i cattolici statunitensi continuano a mantenere un livello piuttosto elevato di impegno nella Chiesa. A fronte di un 19% di persone – per lo più di età matura – fortemente coinvolte nella vita ecclesiale (erano però il 27% nel 1987), e di un 14% più tiepido (che non è aumentato nel corso degli anni), il 66% si situa su un livello medio ma ugualmente rilevante, che dimostra una relativa stabilità di questo dato, nonostante gli abbandoni della Chiesa, l’invecchiamento della popolazione cattolica e l’afflusso di nuovi immigrati. Più attivi nella vita della Chiesa sono coloro che hanno studiato in scuole cattoliche e gli sposati. Non bisogna pensare, però, che i cattolici più impegnati siano anche quelli più “ortodossi”: molti di essi, infatti, rivendicano una certa autonomia di giudizio nelle questioni relative, per esempio, alla contraccezione artificiale (60%), alla frequenza della messa domenicale (48%), ai divorziati risposati (46%). Certo, per il 65% il papato è un aspetto importante del cattolicesimo, ma c’è un altro 62% che ritiene che si possa dissentire dagli insegnamenti della Chiesa e restare ciononostante buoni cattolici. Un dato significativo, forse, del periodo di recessione economica è quello che riguarda l’aiuto finanziario dei cattolici: per il 56% si può essere buoni cattolici anche senza fare donazioni alla parrocchia (erano il 40% sei anni fa), per il 39% lo si può essere anche senza donare soldi o tempo ai bisognosi (con un aumento del 9% rispetto al 2005).

Reazioni allo scandalo degli abusi sessuali 

Il fenomeno degli abusi, il dato più inedito rispetto ai sondaggi del passato, è qualcosa di molto sentito dai cattolici Usa: soprattutto tra i cattolici di età più matura, il 7% conosce una vittima, il 12% conosce un prete che ha abusato. Il giudizio sull’operato dei vescovi, però, spacca il popolo cattolico: per il 38% si sono comportati in modo giusto, per il 31% no; a dare un giudizio più positivo sono in maggior numero i giovani, gli osservanti e gli ispanici. Quando si parla, però, dell’impatto dello scandalo sulla credibilità politica dei propri leader ecclesiali, si registra una maggiore compattezza: per 8 su 10 (soprattutto tra i non ispanici) questa è compromessa, per tre quarti la questione degli abusi ha danneggiato la capacità dei preti di rispondere alle esigenze pastorali. Tuttavia, al di là della questione specifica, i cattolici americani danno un buon voto ai loro vescovi in generale: 7 su 10 sono soddisfatti dei vescovi statunitensi, il 73% lo è del proprio vescovo locale.

La crisi delle scuole cattoliche

Se l’obiettivo prefissato dai vescovi nel 1884 di istituire una scuola cattolica in ogni parrocchia non si è mai realizzato, e meno della metà sono le parrocchie che hanno avuto una loro scuola, oggi sempre meno sono i cattolici che vi mandano i propri figli, nutrendo perplessità sul loro valore, sulla spesa, sulla necessità e sull’efficacia; eppure, ancora oggi, la scuola cattolica fa la differenza a livello di identità e di pratica; per i cattolici ispanici, poi, anche dal punto di vista socioeconomico.

I millennials e le generazioni pre-Vaticano II

Sono circa 15 milioni gli appartenenti alla categoria dei millennials, ossia i giovani compresi tra i 18 e i 30 anni, il 45% dei quali è di origine ispanica, cosa che rende sempre più probabile lo scenario di una prossima generazione di cattolici in maggioranza ispanica.

Le differenze rispetto ai non ispanici sono molte: solo il 39% non si è mai sposato (a fronte del 62% dei non-ispanici); il 27% (il doppio rispetto agli altri) convive con un partner. È più alto il tasso di abbandono scolastico prima della fine della scuola superiore (29% a fronte del 3%); hanno entrate familiari più basse (il 52% sotto i 25mila dollari annui, rispecchiando così i dati del censimento del 2010, secondo cui un quarto degli ispanici vive in povertà). Dal punto di vista politico, il 75% degli ispanici è democratico, mentre la maggioranza dei non ispanici (55%) è repubblicana. In generale, i primi sono più legati agli insegnamenti della Chiesa (la metà) rispetto ai secondi (un terzo); quando si parla di ruolo della Chiesa nella società, sono gli ispanici a chiedere un maggiore impegno per la giustizia sociale e a concordare sulla posizione assunta dai vescovi riguardo alla riforma dell’immigrazione (65% contro il 21%).

Per quanto riguarda, invece, la fascia d’età che si trova all’altro estremo dello spettro, ovvero quella dei nati prima del Concilio Vaticano II, il sondaggio rileva come sia inesorabilmente sempre meno rilevante. La crescita della generazione dei giovani con il suo mix etnico, i nuovi modelli di frequenza alla messa e un’adesione tutt’altro che incondizionata ai dettami della Chiesa che si basano solo sul richiamo alla propria autorità, sono è un elemento destinato a cambiare il volto della Chiesa americana.

Cattolici e politica

Il sondaggio focalizza l’attenzione sul modo in cui l’atteggiamento religioso dei cattolici cambia a seconda che siano democratici o repubblicani, basandosi sulla premessa che la religione cattolica è professata dal 25% della popolazione ed è quella più rappresentata al Congresso (69 Democratici e 63 Repubblicani alla Camera, 15 Democratici e 9 Repubblicani al Senato), e poiché i cattolici hanno svolto un ruolo significativo nell’ambito del disegno di legge sulla riforma sanitaria, c’è ogni ragione di credere che avranno una funzione rilevante nelle prossime elezioni presidenziali del 2012. I vescovi Usa, oltretutto, sono diventati un gruppo di riferimento nel dibattito su vari temi, tra cui aborto, armi nucleari, sanità, embargo a Cuba, pena di morte ed economia.

Attualmente, il 57% dei cattolici è democratico e il 40% repubblicano; nel complesso i cattolici Repubblicani hanno un titolo di studio superiore rispetto ai Democratici (36% contro 22%), elemento che si riflette nei dati sui redditi, superiori per i Repubblicani. Una delle differenze maggiori si manifesta nell’aiuto ai poveri, ritenuto più importante dai Democratici (72% contro il 61%). Scarso, invece, l’appoggio all’autorità magisteriale vaticana (33% per i Repubblicani, 22% per i Democratici), mentre il gap maggiore si registra a proposito della condanna dell’aborto: appoggiata dal 48% dei Repubblicani e dal 35% dei Democratici.

Quanto all’opposizione dei vescovi alla riforma sanitaria di Obama, essa è stata condivisa da ben il 68% dei Repubblicani, mentre tra i Democratici è stata sostenuta solo dal 42%; analoghi parametri per la condanna delle unioni omosessuali (63% contro 44%), mentre la condanna della pena di morte non trova consensi in nessuno dei due schieramenti (è appoggiata dal 22% dei Repubblicani e dal 33% dei Democratici). In ogni caso, ciò che emerge, nell’insieme, è che i cattolici, sulle questioni morali, tendono a seguire la propria coscienza piuttosto che i dettami vaticani. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Marted́ 29 Novembre,2011 Ore: 18:56
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Crisi chiese

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info