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www.ildialogo.org L’ABATE LEFEBVRIANO PAUL MORGAN: CON ROMA NON FIRMIAMO UN BEL NIENTE,di Agenzia Adista n. 84 - 19 Novembre 2011

L’ABATE LEFEBVRIANO PAUL MORGAN: CON ROMA NON FIRMIAMO UN BEL NIENTE

di Agenzia Adista n. 84 - 19 Novembre 2011

36389. LONDRA-ADISTA. Il “preambolo dottrinale” proposto dal papa ai lefebvriani come condizione per la reintegrazione in seno alla Chiesa cattolica (v. Adista nn.67, 69, 76, 78/11) sarebbe stato giudicato «chiaramente inaccettabile» da parte dei responsabili della Fraternità S. Pio X che hanno partecipato alla riunione svoltasi ad Albano (Roma) il 7 e 8 ottobre scorsi. Lo ha affermato, nella sua più recente «lettera al distretto», ai primi di novembre, l’abate Paul Morgan, superiore per la Gran Bretagna. In quella occasione, scrive Morgan, i responsabili presenti concordavano sul fatto che «non è certamente giunto il momento di firmare qualsivoglia accordo concreto fintanto che le questioni dottrinali ne resteranno escluse». In effetti, il fondamento dottrinale proposto ai lefebvriani «contiene tutti gli elementi che la Fraternità ha sempre rifiutato, ivi compresa l’accettazione della nuova messa e del Concilio Vaticano II così come sono espressi nel nuovo catechismo».

Secondo il responsabile inglese, insomma, il documento romano – il cui contenuto continua ad essere segreto e del quale è trapelato soltanto che lascerebbe aperta la porta a discussioni su alcuni aspetti del Concilio – sarebbe espressione della «persistenza di Roma nei suoi errori moderni»: una situazione che spinge la Fraternità di Lefebvre a «continuare la lotta contro il modernismo attraverso la fedeltà alla Tradizione cattolica» e a «continuare il suo lavoro insistendo sulle questioni dottrinali in tutti i suoi contatti con le autorità romane».

La valutazione di Morgan, tuttavia, non rappresenterebbe una presa di posizione ufficiale della Fraternità, il cui superiore generale, mons. Bernard Fellay, che continua a mantenere uno stretto riserbo sulla decisione che verrà presa in merito all’adesione o meno al “Preambolo”, non sembra essere disposto a buttare a mare con la stessa disinvoltura il dialogo con Roma svoltosi fin qui. Con un netto “no comment” una nota ufficiale della Fraternità ha liquidato, infatti, l’intervento del responsabile inglese, puntualizzando che tale testo «impegna esclusivamente chi lo ha scritto» e che «solo la casa generalizia della Fraternità S. Pio X è abilitata a pubblicare un comunicato ufficiale o un commento autorizzato su questo tema».

Quello che è certo è che all’interno della Fraternità vi è una spaccatura tra un’ala intransigente indisponibile al compromesso con Roma e un’altra, rappresentata dal superiore generale, almeno in apparenza più diplomatica. Roma, da parte sua, ha lasciato ben più di una porta aperta, sottolineando il carattere provvisorio del testo, passibile di chiarimenti e, evidentemente, di modifiche. Modifiche che Fellay potrebbe chiedere a breve termine.

Il recente incontro interreligioso di Assisi ha costituito un elemento ulteriore di “scandalo” per i lefebvriani: «Ad Assisi – si legge in un comunicato del 4 novembre – tutto è restato in un irenismo confuso, un irenismo derivante da questa confusione dottrinale che la spada dello Spirito non è mai venuto a dirimere». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Luned́ 14 Novembre,2011 Ore: 20:00
 
 
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