36380. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. È un calo drammatico quello che sta vivendo la congregazione dei Legionari di Cristo a seguito degli scandali che hanno travolto la figura del suo fondatore Marcial Maciel Degollado, scomparso nel 2008. Secondo quanto riporta l’Associated press (26/10), a margine di un’intervista in esclusiva con il delegato pontificio card. Velasio De Paolis, dalle cui valutazioni dipende il futuro della Legione, sarebbero circa 70 i sacerdoti (su un totale di 890) e più di 300 le laiche consacrate (circa un terzo del totale) che hanno lasciato il movimento o stanno pensando di farlo. Solo nell’ultimo anno secondo l’Ap – che ha stilato questi dati sulla base delle interviste effettuate con più di una dozzina di legionari attuali e passati – ben 232 seminaristi hanno abbandonato la congregazione, mentre sarebbero meno di 100 le “nuove reclute”: una cifra dimezzata rispetto al periodo antecedente l’esplosione dello scandalo nel 2009.

Un’emorragia che sembra essere determinata dalla mancanza di cambiamenti radicali all’interno della Legione, anche dopo l’arrivo del delegato che, evocando all’Ap il mandato conferitogli dal papa, ha precisato che il suo incarico è quello di accompagnare la Legione nella revisione delle costituzioni e non quello di decapitarla: «Non vedo i benefici che potrebbero derivare da un’inchiesta più approfondita», ha detto De Paolis escludendo ulteriori indagini sui crimini commessi da Maciel. «Correrremo il rischio di trovarci di fronte ad un intrigo senza fine: si tratta di cose troppo private perché io possa indagarle».

Un atteggiamento criticato da più parti. P. Richard Gill – nella Legione fino al 2010 quando, dopo 29 anni, l’ha abbandonata – ha contestato le scelte di De Paolis, in particolare il suo rifiuto di rimuovere i superiori compromessi, sottolineando che i «licenziamenti sarebbero necessari per ripristinare una certa fiducia nella Legione» (Ap). P. Gill ha invocato poi un’indagine sulle origini dello scandalo evidenziando che la causa principale che ha indotto i sacerdoti a lasciare il movimento è «stata la perdita di fiducia nella leadership».

De Paolis difende il suo approccio spiegando all’Ap che si è inserito nell’amministrazione della Legione, allargandone gli organi di governo, ma che non ha licenziato i superiori perché ha bisogno di loro per capire la complessità della struttura e delle finanze della Legione. «Come posso io, che non conosco la congregazione e che parlo poco lo spagnolo, arrivare dicendo: “Sono il capo”?».

In più di un anno, da quando Benedetto XVI gli ha affidato il futuro della Congregazione, solo due nomi legati alla passata gestione sono usciti di scena: prima p. Luis Garza Medina, dal 1992 vicario generale dei legionari, la cui rimozione è stata annunciata in luglio (v. Adista n. 60/11); poi, il 3 ottobre scorso, p. Evaristo Sada, segretario generale dal 2005 (gli succede il 35enne spagnolo p. Jaime Rodríguez). (ingrid colanicchia)

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ADISTA
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Mercoledì 09 Novembre,2011 Ore: 12:36