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www.ildialogo.org IL VATICANO «RIFIUTA DI ASCOLTARE IL MONDO». E LA “DISOBBEDIENZA” SBARCA IN NORMANDIA,di Agenzia ADISTA n. 69 - 01 Ottobre 2011

IL VATICANO «RIFIUTA DI ASCOLTARE IL MONDO». E LA “DISOBBEDIENZA” SBARCA IN NORMANDIA

di Agenzia ADISTA n. 69 - 01 Ottobre 2011

36310. ROUEN-ADISTA. È arrivato fino in Normandia l’“appello alla disobbedienza” dei circa 330 parroci austriaci che chiedono pressantemente riforme all’interno della Chiesa (v. Adista nn. 55, 65 e 67/11). Una dozzina di preti della diocesi di Rouen, infatti, ne ha firmato il manifesto e spera nella prossima mobilitazione delle vicine Evreux e Le Havre. «Vogliamo una Chiesa che ascolti le esigenze e le attese degli uomini di oggi, una Chiesa solidale con i poveri e gli esclusi», ha spiegato p. Paul Flament, che dirige il movimento di Rouen Fraternité Banlieues, che, insieme a p. Guy Gravier, parroco di Grand-Couronne e a p. René Gobbé, delegato alla pastorale dei migranti e prete dell’Azione Cattolica, ha promosso a livello locale l’iniziativa dei parroci austriaci (ne dà notizia il quotidiano regionale Paris-Normandie, 19/9). «La Chiesa deve cambiare. Siamo assolutamente d’accordo con l’appello dei nostri fratelli austriaci a favore dell’ordinazione delle donne e degli uomini sposati», affermano i promotori; «Tra qualche giorno dovremmo essere una ventina. Il che non è poco, sul centinaio di preti della diocesi di Rouen», commenta Flament.

Ciò che preme ai “disobbedienti” della Normandia è mostrare che la richiesta di riforme nella Chiesa non è un fenomeno isolato: «Il divieto ai laici di predicare, il rifiuto dell’Eucaristia ai divorziati risposati ci interpellano tutti», afferma Gobbé. Ma non si tratta di un passo fuori dalla Chiesa: «La vera obbedienza, ce l’ha mostrato la storia, implica talvolta andare contro l’autorità quando questa si oppone a ciò che ci appare come verità», spiega Flament, dando conto della stanchezza rispetto alla «stagnazione delle autorità di Roma che si rifugiano nel culto e rifiutano di ascoltare il mondo di oggi», ha detto. Nessun ammutinamento diretto contro il vescovo, dunque, che pure non ha voluto esprimersi né sul manifesto né sull’adesione ad esso da parte dei “suoi” preti: «Mons. Descubes è un uomo aperto, molto sensibile all’azione sociale e alle realtà di oggi», affermano i tre, non propensi al matrimonio dei preti, ma convinti della necessità di accogliere tra i preti uomini sposati: «Il celibato può essere positivo se vissuto bene al servizio della Chiesa», afferma Gobbé. «La disponibilità che esso porta è una grande forza. Ma da qui a dire che non si può essere preti perché si è sposati significa rifiutare il mondo come è oggi».

L’adesione al manifesto austriaco non è, peraltro, la prima iniziativa in direzione di una riforma della Chiesa intrapresa dai tre preti di Rouen, che nel 2008 avevano già firmato una lettera aperta dal titolo “Che cosa aspettano i nostri vescovi?”. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Lunedě 26 Settembre,2011 Ore: 18:13
 
 
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Crisi chiese

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