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www.ildialogo.org Dichiarazione di Angelika Fromm per l'accesso delle donne ai ministeri della chiesa cattolica,a cura di <i>Noi Siamo Chiesa</i>

Dichiarazione di Angelika Fromm per l'accesso delle donne ai ministeri della chiesa cattolica

a cura di Noi Siamo Chiesa

Conferenza stampa tenuta a Roma oggi otto giugno 2010 presso Adista


--conferenza stampa tenuta oggi 8 giugno a Roma a proposito della conclusione dell'anno sacerdotale. Rappresentanti di organizzazioni cattoliche di tutto il mondo hanno ancora una volta sollevato il problema dell'accesso ai ministeri delle donne. In allegato in inglese le informazioni sulla conferenza stampa. Sotto, in italiano, la dichiarazione di Angelika Fromm, rappresentante del movimento internazionale We.Are Church-Noi Siamo Chiesa
 Vittorio Bellavite, portavoce nazionale di Noi Siamo Chiesa

 Dichiarazione di Angelika Fromm, Germania nella conferenza stampa  in Roma presso l’agenzia Adista, Roma, 8 giugno 2010
 We are Church chiede di istituire un «Decennio del Popolo di Dio» dopo l’«Anno Sacerdotale»
 Al termine di un deludente «Anno Sacerdotale» e di un anno catastrofico per la Chiesa cattolica romana, il movimento internazionale We are Church chiede l’istituzione di un «Decennio del Popolo di Dio».
 Qual è il messaggio del Santo Ruach (Spirito Santo) alla fine di questo «Anno Sacerdotale»?
L’attuale crisi globale ecclesiale rende evidente che la gerarchia clericale, da sola, non può più fungere da fondamento della struttura e autorità istituzionale della Chiesa cattolica. Le sconcertanti scoperte, avvenute in tutto il mondo, degli abusi sessuali commessi nella Chiesa cattolica romana e il loro occultamento, durato decenni, mostra chiaramente la scandalosa aberrazione a cui può giungere un sacerdozio maschile assolutizzato e combinato alla continenza obbligatoria.
 Persino il giornale pontificio, «L’Osservatore Romano», ha pubblicato un articolo firmato da Lucetta Scaraffia, docente universitaria di storia, in cui l’autrice sostiene che gli abusi sessuali commessi da maschi e che godono della copertura di alleanze di maschi vanno ricondotti anche all’esclusione delle donne dai ruoli decisionali all’interno della Chiesa (11 marzo 2010, www.vatican.va/news_services/or/or_quo/commenti/2010/058q01b1.html).
 We are Church guarda con favore a ciò che il papa sta facendo attualmente per combattere la pedofilia all’interno della Chiesa. Ma ogni mea culpa di papa Benedetto per decenni di abusi infantili compiuti da sacerdoti e coperti dai loro vescovi – secondo quanto insegna il Catechismo della Chiesa cattolica – non può essere disgiunto dalla volontà di giungere a una compensazione e dalla deliberata intenzione di fare tutto il necessario per prevenire in futuro crimini come questi. Le vittime e i fedeli potranno accettare il mea culpa soltanto se avverranno sostanziali cambiamenti di ordine strutturale, in grado di ridurre effettivamente i rischi di abusi sessuali e del loro occultamento.
 Il movimento internazionale We are Church chiede a papa Benedetto di uscire dalla torre d’avorio e affrontare le urgenti questioni poste dalla vita odierna. Milioni di cattolici in tutto il mondo, uomini e donne, non hanno più fiducia nella gerarchia ecclesiastica e hanno abbandonato la Chiesa. Per ricondurre queste persone alla nostra Chiesa, il papa deve affrontare le riforme tanto urgententemente necessarie, e deve farlo con la stessa enfasi con cui sta lottando, con una strategia a tolleranza zero, contro gli abusi sessuali.
 Una grande maggioranza di fedeli è pronta per queste riforme, come hanno documentato numerose ricerche internazionali (www.wir-sind-kirche.de/files/237_greely-zahlen_en.pdf). La nostra Chiesa ha urgente bisogno di un ampio numero di pastori, uomini e donne, per il servizio nelle parrocchie, parrocchie di ragionevole ampiezza. A contare dovrebbe essere il carisma, non il genere. Il papa è libero di introdurre regole destinate a donne e a uomini, sposati o meno, chiamati dall’evangelo. È un segno di speranza il fatto che il ruolo del celibato sia stato messo in questione, tra gli altri, dal cardinale Schönborn di Vienna (Austria) e dall’arcivescovo Schick di Bamberga (Germania).
 È ormai tempo di dare inizio a riforme da troppo tempo necessarie. Non c’è contraddizione tra il tener viva la tradizione e l’affrontare le necessità del presente. Il Magistero deve accogliere nella nostra Chiesa i diritti umani e le regole democratiche. È indispensabile che vi siano uguali diritti per gli uomini e per le donne.
 We are Church chiede dunque la partecipazione dei fedeli ad ogni livello, l’ammissione delle donne a tutti i ministeri ecclesiali, il celibato volontario e una morale sessuale umana, cioè fondata sulle acquisizioni più recenti delle scienze umane e sull’accettazione di una coscienza informata dell’individuo.
Secondo il Codice di Diritto Canonico, can. 212, «i fedeli […] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli ».
Nel Popolo di Dio sono ancora in tanti ad essere convinti che il Santo Ruach (Spirito Santo), nella crisi più profonda che la colpisce dai tempi della Riforma protestante, non abbia abbandonato la nostra Chiesa, ma chiami invece a operare cambiamenti di ampio respiro. Incoraggiata dal Concilio Vaticano II, che ha dato forza alla posizione del Popolo di Dio nella Chiesa, We are Church chiede l’istituzione di un «Decennio del Popolo di Dio».
 Angelika Fromm, diaconessa e rappresentante del movimento internazionale We are Church e del movimento Lila Stola («Stola viola»), nata nel 1951, ha studiato teologia cattolica a Münster (Germania) dal 1969 al 1975 e ha lavorato come insegnante di religione, di lingua tedesca e di etica. È attiva fin dagli inizi (1995) in We are Church e nel movimento che promuove l’ordinazione femminile. Ha terminato il corso di specializzazione per diaconesse in Germania. Ha tre figli e vive a Magonza (Germania).
Email: mariafromm@googlemail.com
Cellulare a Roma: +49-177-9224542  
* * *
 Il movimento internazionale We are Church (IMWAC), fondato nel 1996 a Roma, si impegna nel rinnovamento della Chiesa cattolica romana sulla base del Concilio Vaticano II (1962-1965) e dello spirito teologico nato da esso. We are Church si è sviluppata a partire dal referendum tenutosi in Austria nel 1995, promosso sulla scorta dello scandalo pedofilo legato al vescovo di Vienna di allora, cardinal Groer. We are Church è presente in più di venti paesi di tutti i continenti ed è collegato a livello mondiale con gruppi riformatori di simile orientamento. We are Church sostiene con convinzione la lettera aperta ai vescovi nella quale Hans Küng li invita a un’azione di riforma.
Homepage: www.we-are-church.org

Il movimento Lila Stola («Stola viola»), fondato nel 1996 a Magonza (Germania), è una sezione di We are Church che lotta per la piena uguaglianza delle donne nella Chiesa cattolica romana. Durante cerimonie di ordinazione di diaconi e sacerdoti maschi, donne e uomini manifestano regolarmente per un rinnovamento del ministero, indossando simbolicamente delle stole viola. Viola è il colore del movimento femminile e, nella Chiesa, quello del pentimento e del nuovo inizio.


Marted́ 08 Giugno,2010 Ore: 22:58
 
 
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