- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (231) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org «Niente bambine tra i chierichetti»,di PIERA SERUSI

«Niente bambine tra i chierichetti»

di PIERA SERUSI

A Nuoro altare solo per i maschi


«Le femminucce - spiega don Antonio Sedda - possono svolgere altri servizi, come cantare, leggere, distribuire i libretti prima della messa. Ma il servizio all'altare può essere riservato solo ai maschi».
Inutile dire che le bambine ci sono rimaste male. Dopo un glorioso periodo di pari opportunità nel servire messa, oggi si vedono sbarrata la strada alla carriera di chierichetto, servizio molto frequentato dalle piccole donne della parrocchia di San Francesco di Nuoro e dalle coetanee di tutte le altre parrocchie dove, fino a oggi, si era aperto alle quote rosa.
Il parroco don Antonio Sedda, 50 anni, già nel 2008, al suo arrivo a San Francesco, aveva annunciato il ripristino della linea tradizionalista in materia, e - congedato lo scaglione delle ministranti - ancora deve rintuzzare la vocazione di qualche ragazzina a servir messa.
«Niente da fare. C'è una precisa indicazione della Conferenza Episcopale: il servizio all'altare, in particolare durante la celebrazione eucaristica, è riservato ai maschi. Questo - sottolinea il sacerdote - non significa che le femminucce non possano avere un ruolo nell'ambito della liturgia, ma dovranno limitarsi a cantare, fare le letture, e ancora distribuire i libretti, rimettere in ordine dopo la funzione...». Potete capire come l'incipiente spirito femminista delle piccole ex chierichette abbia sussultato davanti al declassamento delle funzioni, e se alcune hanno preferito adeguarsi in nome dell'obbedienza, altre invece hanno puntato i piedi disponendosi ad attendere tempi migliori.
LE VOCAZIONI «Non c'è alcun declassamento, si tratta solo di un diverso servizio. Un ridimensionamento è stato necessario - puntualizza don Sedda - proprio perché, dopo una iniziale apertura in via sperimentale, si è poi assistito a un ingresso in massa delle femminucce». Una tendenza in linea di massima poco pertinente nella Chiesa cattolica dove le donne non verranno mai ammesse all'ordinazione sacerdotale. Così, giusto per una questione di coerenza, la bolla dei vescovi sulle chierichette arriva per arginare l'onda femminista, pericolosa comunque pure se di taglia scolare.
Anche don Ruggero Bettarelli, parroco di Orotelli, manda via le bambine che aspirano a servire messa. «Pure le mie nipotine dopo un po' hanno abbandonato l'idea», racconta il sacerdote che in parrocchia conta dodici chierichetti. «È bene dare spazio solo ai maschi perché quello del ministrante è uno spazio di potenziale vocazione per il sacerdozio, possibilità che - sottolinea il parroco - è invece preclusa alle ragazze. C'è un altro problema, poi, che occorre valutare sotto questo profilo: nella prima infanzia, che è l'età in cui i bambini diventano ministranti, accade facilmente che i maschietti non si sentano a proprio agio nello svolgere il servizio con le coetanee, e questo - dice don Ruggero - molto spesso può portare a un allontanamento dei ragazzini, il che, per quanto riguarda le vocazioni, è un male». Il parroco di Orotelli riconosce che le bambine sull'altare «possono essere più garbate, muoversi con più gentilezza, ma non potranno mai diventare sacerdoti e quindi crescere in tal senso. Le donne possono ricoprire altri ruoli, anche molto importanti, dentro la Chiesa, e per questo alle ragazzine possono essere affidati altri incarichi».
LA DISCRIMINAZIONE A Irgoli, invece, don Angelo Cosseddu ha adottato la linea delle pari opportunità. «Sedici chierichetti, metà maschi e metà femmine». E l'auspicio dei vescovi? «L'indicazione della Conferenza dice che “preferibilmente” è meglio dare spazio ai ragazzi, ma non esclude certo le bambine. Io vedo con quale impegno prestano il loro servizio, e allora mi chiedo: perché emarginarle? Mi sembra una forma di discriminazione». Le bambine resistono comunque in diverse altre parrocchie, da Fonni a Siniscola, ma la linea sembra quella di un ritorno alla tradizione. Il problema, se così lo si può definire, non tocca minimamente la parrocchia di Orgosolo, che da sempre schiera il battaglione in tonachina candida più numeroso dell'intera diocesi di Nuoro. «Con cinquanta chierichetti - spiega il parroco don Michele Casula - qui non si è mai posto il problema di un ingresso delle bambine. Semplicemente, nessuna si è mai presentata».
PIERA SERUSI
Unione sarda 18 maggio 2010


Mercoledì 19 Maggio,2010 Ore: 16:03
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Crisi chiese

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info