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www.ildialogo.org Esaltazione di un editto o ripensare al senso autentico della fede?,di <b>Mario Pavan</b>

Esaltazione di un editto o ripensare al senso autentico della fede?

313 d.C.: da Costantino al nostro 2013


di Mario Pavan

Quest’anno, 2013, è l’anno della fede.Ma sempre, ogni giorno, dovrebbe essere l’anno della fede, almeno se la si intende come vita, come cammino da compiere nella metanoia, nella “conversione” per diventare migliori. Sotto tutti i punti di vista. E si sa come oggi tutti, indistinamente, a cominciare da chi governa, da chi dirige, da chi si sente delegato a comandare, tutti, tutti abbiamo bisogno di cambiare in meglio: in spirito, verità e coerenza.

Ma alcune date, alcune determinate ricorrenze, nella Storia, la storia comune e privata di noi uomini e donne, assumono sempre importanza, anche se, a volte, in maniera enfatica, esagerata o addirittura encomiastica.

Sta succedendo, secondo me, proprio in questo 2013, anno della fede e che culmina pure con il grande gesto celebrativo di esaltazione di Costantino imperatore, colui che si sbarazzò di tutti i suoi avversari e anche parenti, nel tentativo (in parte riuscito) di riunificare l’impero romano diviso tra Occidente e Oriente, come aveva stabilito Diocleziano.

Ebbene, in un momento storico cruciale della storia di Roma, Costantino, nel 313, insieme con Licinio (che poi egli stesso toglierà di mezzo) realizza il sogno di farla tornare ai fasti precedenti,ricorrendo all’uso politico e opportuno della nuova religione, che, in verità, anche tra l’esercito e le legioni stesse, fin da subito, aveva raggiunto seguaci convinti: in Occidente fedeli di ogni classe sociale, in Oriente molti uomini e donne dediti alla preghiera e al digiuno. E tutto questo accadeva nelle terre del Medioriente del Cristo Uomo e Dio insieme grazie agli apostoli e discepoli e nell’Occidente nelle case dei patrizi e nelle catacombe.Nel segno-riconoscimento del pesce e della croce. E Milano diventa la città dove anche il cristianesimo, per l’Occidente, diventa religio licita. Fatto importante, nella libertà dei culti ma che Costantino poi come imperator et pontifex, alla maniera di Ottaviano Augusto e nel culto assoluto dell’autorità, alla maniera della mentalità orientale, sfrutterà per i suoi scopi di un potere politico unito a quello religioso.

Tanto è vero che egli stesso poi si ritirerà in Oriente, fondando la futura Cosatntinopoli e proclamerà il Credo, passato a noi i poi come credo niceno- costantinopolitano e presiederà egli stesso il famoso Concilio.Erano anni difficili, di dispute teologiche che daranno vita alle future e tristi divisioni ma anni che prepararono pure il 378, l’editto di Tessalonica, che proclamava la religione cristiana unica religione di stato.Artefice sarà Teodosio, imperatore che sarà fermato dall’entrare in chiesa dalla forza del prefetto- vescovo Ambrogio di Milano perché le “sue mani grondavano sangue innocente ”, viste le sue guerre e le sue inumane e ingiuste imposizioni di ogni genere.

Certo, allora va bene ricordare il 313 in questo 2013 ma con giudizio, direbbe il nostro caro Alessandro Manzoni, consegnando alle celebrazioni le giuste riflessioni e implicanze negative che si sono succedute nel corso dei secoli, dopo Costantino, in una Chiesa (intesa nella sua alta gerarchia) che già dal Medioevo era tutt’uno con l’impero, sacro e romano con tutte le sue successive definizioni.Una Chiesa profeticamente condannata da Dante.Quel Dante Alighieri che altro non faceva che ripetere, in alta e convinta forma poetica, il messaggio evangelico del:”date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.

Per fortuna, nel corso dei secoli, è venuta alla luce la leggenda della donatio Costantinii, dei privilegi territoriali dati alla Chiesa di Roma e di altri importanti risvolti.Come sono stati fondamentali eventi e movimenti culturali come il Rinascimento, l’Illuminismo e oggi il ripensamento e le prese di posizione anche da parte di una certa parte del popolo di Dio sempre più convinto di un ritorno all’autenticità dell’annuncio essenziale e salvifico della Buona Novella.

La strada ancora da fare è ancora lunga. Basti pensare a certi privilegi ancora esistenti, a scelte legate ai sistemi giudiziari, a concordati vari. Ma se si torna a riflettere davvero, anche sulla scia del Concilio Ecumenico Vaticano II (di cui ancora si ha paura!) è per il bene e la libertà di tutti, non solo dei credenti. Con buona pace dell’imperatore Costantino e… di Teodosio!

Che il 2013 sia l’anno della fede e non della religione!

Mario Pavan




Lunedì 04 Marzo,2013 Ore: 11:25
 
 
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