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www.ildialogo.org A Scola di teocrazia,di Walter Peruzzi

A Scola di teocrazia

di Walter Peruzzi

Dal sito: http://www.cattolicesimo-reale.it
Posted on giugno 28th, 2011 in No Comments »

La nomina del ciellino Angelo Scola, attuale patriarca di Venezia, ad arcivescovo di Milano, ha suscitato le prevedibili proteste degli ambienti cattolici progressisti, abitualmente critici verso le scelte di Benedetto XVI.

Un risarcimento alla destra cattoleghista…

Non c’è dubbio che questa nomina, voluta e sostenuta dal papa, risponda al proposito di risarcire gli ambienti ciellini e leghisti di Milano, usciti sconfitti dalle recente elezioni amministrative anche per l’atteggiamento della Chiesa ambrosiana, favorevole a politiche sociali e di accoglienza. Risponde cioè all’intento di «mettere in riga», scrive Politi su Il fatto del 28 giugno, un gregge troppo adulto, appioppandogli un pastore formatosi alla scuola di don Giussani e che proprio per questo a Milano, come ricorda il comunicato di Noi siamo Chiesa, parecchi anni fa «non fu accettato come prete».  Le posizioni di Scola pertanto, continua il comunicato, «preconizzano per il suo episcopato  una diretta contraddizione con gli episcopati dei Cardd. Martini e Tettamanzi».

Ma ciò non vale solo per quanto riguarda le posizioni politiche. Angelo Scola, vicino negli anni Settanta del XX secolo alle idee di Ratzinger, con cui collaborò sulla rivista teologica Communio, è esponente delle correnti teologiche più ostili alle speranze di rinnovamento suscitate dal Vaticano II e la sua nomina fa parte del più vasto disegno restauratore di Benedetto XVI.

… nel segno della “nuova” laicità

A Scola si deve in particolare l’elaborazione di quel “nuovo” concetto di laicità, che espose al “Corriere della sera” del 17 luglio 2005 (Ora un patto per una nuova laicità) e fu ripreso nella sostanza anche da Ratzinger. «Io devo proporre… la mia idea di “vita buona”, in competizione dialogica con le altre», affermò il patriarca ciellino, «Se io mi permetto di esprimere la mia idea buona di famiglia, commetto forse un’invasione di campo? Io dico la mia, tu dici la tua, poi il popolo sovrano… prenderà le sue decisioni… Lo Stato laico, dopo il confronto fra le parti e dopo che il popolo sovrano si è espresso, è tenuto ad assumere il risultato». Scola ci spiega così che la “nuova” laicità non consiste più in un neutrale rispetto dello stato per le diverse scelte etico-religiose dei cittadini, anche minoritarie, ma nell’appello diretto al popolo: io dico la mia idea, tu la tua, il popolo giudichi qual è la migliore e lo Stato laico la assuma. Secondo questa curiosa “laicità a maggioranza” si può arrivare a imporre alla minoranza in nome della “democrazia” le scelte etiche e, perché no?, la religione dominante.

Una laicità à la carte

Naturalmente le comunità cattoliche che sono minoranza nei paesi musulmani non si spaventino. Per loro vale ancora la “vecchia” laicità alla Voltaire, così esposta da L’Osservatore Romano il 31 maggio del 2000: «Lo stato di Sokoto [Nigeria]… ha adottato… la legge della Sharia… Diversi altri stati, dove la popolazione è al 90% musulmana, progettano di adottare la Sharia… Se non l’hanno ancora fatto, è dipeso da sanguinosi scontri… I cristiani, infatti, non possono accettare di sottostare ad una legge di natura confessionale, che lederebbe le loro libertà civili e religiose, in dispregio  dalla costituzione federale». Se così la pensi anche Scola non sappiamo, ma così la pensa certo il suo superiore diretto che nel Discorso ad Ankara del 28 novembre 2006 avvertì essere «compito delle autorità civili in ogni paese democratico garantire la libertà effettiva di tutti i credenti».

Perciò se, in nome della “vecchia” laicità, la Chiesa può respingere le pretese del 90% in Nigeria e garantire la libertà di culto a se stessa, in nome della “nuova” laicità può imporre le sue pretese a Milano, magari facendo mettere ai voti la moschea, cioè la libertà di culto degli altri…



Giovedì 30 Giugno,2011 Ore: 05:47
 
 
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