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www.ildialogo.org E se restassimo senza preti?,

E se restassimo senza preti?

Tratto dal blog di Josč M. Castillo. Traduzione di Stefania Salomone


La scorsa settimana ho scritto su questo blog ricordando come la Chiesa del primo millennio avesse un concetto della vocazione sacerdotale molto diverso da quello che abbiamo ora. Oggi si ritiene che la vocazione sia la "chiamata di Dio" ad un cristiano che, mediate l'approvazione del vescovo, viene ordinato presbitero. Nei primi dieci secoli della Chiesa, invece, si riteneva che la vocazione fosse la "chiamata di una comunità" ad un  cristiano per nominarlo presbitero. Ma in questo momento la mancanza di vocazioni è un fatto talmente straordinario che anche il partito tedesco dei cristiano-democratici ha reso pubblica una lettera chiedendo ai vescovi di ordinare uomini sposati. Perfino i politici  si stanno preoccupando dei mali  della Chiesa, anche a causa della allarmante carenza di preti a servizio delle necessità spirituali dei cattolici.
Così stanno le cose in questo momento. I vescovi – così hanno detto ai tedeschi - non sono disposti ad abolire la legge del celibato. E ancora meno sono disposti a prendere decisioni radicali sul clero, soprattutto in relazione alla necessità che la Chiesa abbia una quantità sufficiente di preti per amministrare i sacramenti. Non so se i vescovi cederanno mai su questa delicata questione. E se sì, quando. Comunque sia, penso che sia ora di porci questa domanda: E se arrivasse il giorno in cui rimarremo senza preti? Sarebbe la rovina della Chiesa?
Il cristianesimo è radicato in Gesù di Nazaret. Ma Gesù non era un sacerdote. Gesù era un laico, che ha vissuto e insegnato il suo messaggio da laico. Gesù raccolse un gruppo di discepoli e nominò dodici apostoli. Ma quel gruppo era composto da uomini e donne che viaggiavano con lui di città in città (Lc 8, 1-3, Mc 15, 40-41). La morte di Gesù sulla croce non fu un rito religioso, ma l'esecuzione civile di un sovversivo. Per questo la Lettera agli Ebrei dice che Cristo era un sacerdote. Ma questa lettera è la più radicalmente laica dell’intero Nuovo Testamento. Poiché il sacerdozio di Cristo non era "rituale", ma "esistenziale". Cioè, quello che Cristo ha offerto non fu una cerimonia rituale nel tempio, ma la sua intera esistenza, nel lavoro, nella vita con gli altri e soprattutto nella morte orribile che ha patito. Per i cristiani non vi è altro sacerdozio che quello di Cristo, che consiste nel fatto che ognuno viva per gli altri. Né più né meno. Il sacerdozio cristiano, così com’è vissuta nella Chiesa, non ha alcun fondamento biblico. Per questo motivo nella Chiesa non devono esserci “consacrati”. Servono invece uomini e donne "esemplari". Il "sacerdozio santo" e "sacerdozio regale" di cui si parla nella Prima lettera di Pietro (1, 5. 9) rappresentano denominazioni spirituali di tutti i cristiani.
Inoltre, in tutto il Nuovo Testamento non si parla mai di "sacerdoti" nella Chiesa. Tra l’altro, è ben noto che gli autori del Nuovo Testamento, da San Paolo all’Apocalisse, si guardano bene dall’applicare il termine o il concetto di "sacerdote" a coloro che presiedevano le comunità che si erano formate.  Tale situazione si protrasse fino al terzo secolo. In altre parole, la Chiesa ha vissuto per quasi duecento anni senza sacerdoti. La comunità ha celebrato l'Eucaristia, ma non si dice mai che l’abbia presieduta un prete. Nelle comunità cristiane esistevano dei responsabili, incaricati delle varie attività, ma non erano considerati "sacri" o "consacrati". Nel III secolo Tertulliano riferisce che ogni cristiano poteva presiedere l'Eucaristia ("De esorto. Votato. VII, 3).
Cosa accadrebbe senza sacerdoti nella Chiesa? Sarebbe sufficiente che essa recuperasse, in pratica, il modello originale che Gesù ha voluto. Ciò che accadrebbe quindi sarebbe una Chiesa più fedele. Una Chiesa più presente sul territorio e tra i cittadini. Una Chiesa senza clero, senza funzionari, senza dignità che dividono e separano. Solo allora torneremo riprenderemmo il cammino intrapreso dal movimento di Gesù: un movimento profetico, carismatico, laico. Clericalismo, il sacro e gli uomini consacrati hanno alienato la Chiesa del vangelo  e del popolo. Questo ha visto e ha detto la gente. La Chiesa ha creduto che, mantenendo un clero ricco e prestigioso, sarebbe divenuta una Chiesa forte, in grado di influenzare la cultura e la società. Ma mi rimetto ai fatti. Questo modello di chiesa si sta esaurendo. Non possiamo ignorare quanto di positivo hanno fatto i sacerdoti e i religiosi. E ciò che stanno facendo. Ma non possiamo dimenticare gli scandali e le violenze vissute nella Chiesa e quelli di cui il clero, per la gran parte, si è reso responsabile.
Ma questo non è ancora il peggio. La cosa peggiore, che ha strutturato il modello clericale della Chiesa, è che coloro che hanno detenuto il potere sacro sono divenuti i responsabili e le comunità di credenti sono divenute i soggetti obbedienti. La Chiesa si è spaccata, si è divisa, tra i pochi che comandano e i molti che obbediscono.  Nella Chiesa ci devono essere, come in tutte le istituzioni umane, persone incaricate della gestione del governo, del coordinamento e dell’insegnamento del messaggio di Gesù ... Però, delle due l’una: o Gesù si è sbagliato o siamo noi che stiamo sbagliando.
Naturalmente, una fine del clero non può essere improvvisata. Forse il cambiamento non avverrà attraverso decisioni che vengono da Roma, ma perché la vita e la piega che ha preso la storia ci porterà a questo: una chiesa fatta di comunità di fedeli, consapevoli della loro responsabilità, in comunione con i loro vescovi (presieduti dal Vescovo di Roma), nel rispetto dei diversi popoli, nazioni e culture. E, soprattutto, interessati a rendere visibile e chiara la memoria di Gesù. Già sono molte le comunità, a livello mondiale, in cui mancano i chierici e sono i laici che celebrano l'eucaristia per conto proprio. Perché sono molti i cristiani che sono convinti che la celebrazione dell'Eucaristia non sia un privilegio dei sacerdoti, ma un diritto della comunità. Il processo è in corso. E sono convinto che nessuno lo fermerà. Concludo dicendo che, se affermo tutto questo, non è perché mi interessi poco della Chiesa o perché non la voglia vedere neanche dipinta. Casomai il contrario. Proprio perché le devo tanto e mi preoccupo così tanto, ecco perché ciò ce più desidero è che sia fedele a Gesù e al Vangelo.


Testo originale

¿Y si nos quedamos sin sacerdotes?
La semana pasada escribí en este blog una entrada en la que recordé cómo la Iglesia del primer milenio tuvo un concepto de la vocación sacerdotal muy distinto del que tenemos ahora. Hoy se piensa que la vocación es la "llamada de Dios" para que un cristiano, con la aprobación del obispo, pueda ser ordenado sacerdote. En los primeros diez siglos de la Iglesia, se pensaba que la vocación es la "llamada de la comunidad" para que un cristiano fuese ordenado sacerdote. Pero ocurre que, en este momento, la escasez de vocaciones es un hecho tan notable que hasta los políticos cristianodemócratas de Alemania han hecho pública una carta en la que piden al episcopado que puedan ser ordenados de sacerdotes hombres casados. Hasta los hombres de la política andan preocupados de lo mal que van las cosas en la Iglesia, entre otros motivos, por la alarmante falta de sacerdotes para atender las necesidades espirituales de los católicos.
Así están las cosas en este momento. Los obispos - ya lo han dicho los alemanes - no están dispuestos a suprimir la ley del celibato. Y menos aún estarían dispuestos a tomar decisiones más radicales en cuanto se refiere al clero, especialmente por lo que respecta a la necesidad de que en la Iglesia haya sacerdotes para administrar los sacramentos. Yo no sé si los obispos van a ceder en este delicado asunto. Y si ceden, cuándo lo harán. Sea lo que sea de todo esto, me parece que ha llegado el momento de afrontar esta pregunta: ¿y si llega el día en que nos quedemos prácticamente sin sacerdotes? ¿sería eso el derrumbe total de la Iglesia?
El cristianismo tiene su origen en Jesús de Nazaret. Pero Jesús no fue sacerdote. Jesús fue un laico, que vivió y enseñó su mensaje como laico. Jesús reunió un grupo de discípulos y nombró doce apóstoles. Pero aquel grupo estaba compuesto por hombres y mujeres que iban con él de pueblo en pueblo (Lc 8, 1-3; Mc 15, 40-41). La muerte de Jesús en la cruz no fue un ritual religioso, sino la ejecución civil de un subversivo. Por eso la carta a los hebreos dice que Cristo fue sacerdote. Pero este escrito es el más radicalmente laico de todo el Nuevo Testamento. Porque el sacerdocio de Cristo no fue "ritual", sino "existencial". Es decir, lo que Cristo ofreció, no fue un rito ceremonial en un templo, sino su existencia entera, en el trabajo, en la vida con los demás y sobre todo en la horrible muerte que sufrió. Para los cristianos, no hay más sacerdocio que el de Cristo, que consiste en que cada uno viva para los demás. Ni más ni menos que eso. El sacerdocio cristiano, tal como se vive en la Iglesia, no tiene fundamento bíblico ninguno. Por eso en la Iglesia no tiene que haber hombres "consagrados". Lo que tiene que haber es hombres y mujeres "ejemplares". El "sacerdocio santo" y el "sacerdocio real" del que habla la 1ª carta de Pedro (1, 5. 9) es una mera denominación "espiritual" de todos los cristianos.
Además, en todo el Nuevo Testamento jamás se habla de "sacerdotes" en la Iglesia. Es más, está bien demostrado que los autores del Nuevo Testamento, desde san Pablo hasta el Apocalipsis, evitan cuidadosamente aplicar la palabra o el concepto de "sacerdote" a los que presidían en las comunidades que se iban formando. Esta situación se mantuvo hasta el siglo III. O sea, la Iglesia vivió durante casi doscientos años sin sacerdotes. La comunidad celebraba la eucaristía, pero nunca se dice que la presidiera un "sacerdote". En las comunidades cristianas había responsables o encargados de diversas tareas, pero no se les consideraba hombres "sagrados" o "consagrados". En el s. III, Tertuliano informa de que cualquier cristiano presidía la eucaristía ("De exhort. cast. VII, 3).
¿Qué pasaría si se acabaran los sacerdotes en la Iglesia? Simplemente que la Iglesia recuperaría, en la práctica, el modelo original que Jesús quiso. Lo que pasaría, por tanto, es que la Iglesia sería más auténtica. Una Iglesia más presente en el pueblo y entre los ciudadanos. Una Iglesia sin clero, sin funcionarios, sin dignidades que dividen y separan. Sólo así retomaríamos el camino que siguió el movimiento de Jesús: un movimiento profético, carismático, secular. El clericalismo, los hombres sagrados y los consagrados han alejado a la Iglesia del Evangelio y del pueblo. Así lo ve y lo dice la gente. La Iglesia se pensó que, teniendo un clero abundante y con prestigio, sería una Iglesia fuerte, con influencia en la cultura y en la sociedad. Pero a los hechos me remito. Ese modelo de Iglesia se está agotando. No podemos ignorar todo el bien que los sacerdotes y los religiosos han hecho. Y el que siguen haciendo. Pero tampoco podemos olvidar los escándalos y violencias que en la Iglesia se han vivido y de los que el clero, en gran medida, ha sido responsable.
Pero lo peor no es nada de eso. Lo más negativo, que ha dado de sí el modelo clerical de la Iglesia, es que quienes han tenido el "poder sagrado", se han erigido en los responsables y, de las "comunidades de creyentes", han hecho "súbditos obedientes". La Iglesia se ha partido, se ha dividido, unos pocos mandando y los demás obedeciendo. En la Iglesia debe haber, como en toda institución humana, personas encargadas de la gestión de los asuntos, de la coordinación, de la enseñanza del mensaje de Jesús... Pero, una de dos: o Jesús vivió equivocado o los que andamos equivocados somos nosotros.
Por supuesto, el final del clero no se puede improvisar. Probablemente el cambio se va a producir, no por decisiones que vengan de Roma, sino porque la vida y el giro que ha tomado la historia nos van a llevar a eso: a una Iglesia compuesta por comunidades de fieles, conscientes de su responsabilidad, unidos a sus obispos (presididos por el obispo de Roma), respetando los diversos pueblos, naciones y culturas. Y preocupados sobre todo por hacer visible y patente la memoria de Jesús. Ya son muchas las comunidades que, por todo el mundo, a falta de clérigos, son los laicos los que celebran ellos solos la eucaristía. Porque son muchos los cristianos que están persuadidos de que la celebración de la eucaristía no es un privilegio de los sacerdotes, sino un derecho de la comunidad. El proceso está en marcha. Y mi convicción es que nadie lo va a detener. Termino afirmando que, si digo estas cosas, no es porque me importe poco la Iglesia o porque no la quiera ver ni en pintura. Todo lo contrario. Precisamente porque le debo tanto y me importa tanto, por eso, lo que más deseo es que sea fiel a Jesús y al Evangelio.


Mercoledė 23 Febbraio,2011 Ore: 16:01
 
 
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Autore Città Giorno Ora
Fiorina Pistone Novara 14/4/2011 00.33
Titolo:I ministri del culto cristiano non sono più sacerdoti degli altri
La Chiesa Cattolica sbaglia a chiamare sacerdoti i suoi ministri del culto. Al tempo degli apostoli essi venivano chiamati semplicemente "gli anziani". Sacerdoti venivano chiamati, invece, i ministri del culto dell'Antica Alleanza, i quali svolgevano il compito di offrire a Dio i sacrifici animali nel tempio. Nel Nuovo Testamento l'unico ad essere chiamato sacerdote è Gesù (vedi la Lettera agli Ebrei, capitoli 7, 8 , 9, 10), perchè ha sostituito i sacrifici antichi, offrendo sè stesso sulla croce.
Autore Città Giorno Ora
Fiorina Pistone Novara 14/4/2011 11.22
Titolo:La messa non è il rinnovamento del sacrificio di Gesù
La Chiesa Cattolica sbaglia anche quando dice che la messa è il rinnovamento del sacrificio di Gesù. Infatti la Lettera agli Ebrei (testo biblico del Nuovo Testamento, nel capitolo 10, versetto 10, afferma che "noi siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù fatta una volta per sempre"
Autore Città Giorno Ora
Fiorina Pistone Novara 14/4/2011 14.50
Titolo:Precisazione
La Bibbia chiama "sacerdoti" anche i Cristiani globalmente intesi, per il semplice fatto che lodano Dio e gli offrono la loro vita, nel senso che si sottomettono a lui per mezzo di Gesù. Difatti la prima lettera di Pietro così dice, rivolgendosi a tutti i fedeli:"Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perchè proclami le opere meravigliose di lui, che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce".
Autore Città Giorno Ora
Fiorina Pistone Novara 14/4/2011 14.57
Titolo:Collocazione del versetto citato
Chiedo scusa ai lettori. Il versetto che ho ctato più sopra si trova in 1Pietro 2, 9

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