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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org INTERVISTA A VALERIO GIGANTE DELL’AGENZIA ADISTA,di Carlo Castellini

L'otto per mille
INTERVISTA A VALERIO GIGANTE DELL’AGENZIA ADISTA

di Carlo Castellini

INTRODUZIONE
 Anche a volersi documentare su tutti gli aspetti espliciti e dichiarati, ma anche su quelli impliciti e più latenti, cioè meno chiari e meno comprensibili ai non addetti ai lavori, si fa sempre una certa fatica a farsi un’idea oggettiva, ma anche personale credibile, della questione dell’8 per Mille, dello stato e della chiesa cattolica.
 Mi è venuta voglia di chiarirmi alcune idee, da un po’ di tempo a questa parte, e di interpellare alcuni esperti, attraverso i loro scritti, articoli o messaggi, e devo dire che alcune ombre sono state fugate; ma nel contempo altre domande si sono profilate prepotenti all’orizzonte, per desiderio di coerenza e di approfondimento.
 Aveva fatto discutere alcuni anni or sono, l’inchiesta giornalistica denominata LA QUESTUA, di CURZIO MALTESE, giornalista e intellettuale del giornale LA REPUBBLICA, che cercava di far luce sul patrimonio di denaro che confluiva nelle casse vaticane della chiesa cattolica, e cercava di indagare quale direzione prendessero e in quali settori venissero impiegate (culto, sostentamento del clero, insegnanti di religione, e opere caritative di vario genere).
 A questa indagine conoscitiva, tacciata di laicismo preconcetto e ideologico, da parte del cattolico AVVENIRE, giornale della CEI, aveva fatto eco una controindagine, a firma di UMBERTO FOLENA, che aveva fatto confluire in un volumetto titolato LA VERA QUESTUA, ANALISI CRITICA DI UN’INCHIESTA GIORNALISTICA, EDITRICE AVVENIRE, tutte le sue osservazioni e critiche, circa la visione parziale ma anche le omissioni più o meno previste o artificiose, del giornalista di REPUBBLICA.
 Devo dire subito che questa marcatura stretta, tra AVVENIRE E REPUBBLICA, attraverso i loro due giornalisti, non mi ha mai convinto; perchè lo scopo non è quello di cercare la verità nella serenità, sia della compulsazione delle cifre, ma sia anche delle chiavi di lettura, ma un po’ quello di cercare il pelo nell’uovo; come fa GIANNI GENNARI CON ROSSO MALPELO (MA SANTO CIELO! CON TUTTA LA CULTURA DI GIANNI GENNARI, dove è andato a impelagarsi......!!)con la conseguente tentazione di chiusura di entrambi su posizioni apologetiche e ideologiche, che non sfociano in nessuna forma di dialogo, perchè obbediscono alle logiche apologetiche dei rispettivi giornali.
 Per cui a sentire UMBERTO FOLENA, sembra quasi di ascoltare la spiegazione di un teorema, di una apologia della propria Chiesa, santa e immacolata, quando alcune inchieste di grande rigore, dimostrano esattamente il contrario. Mentre CURZIO MALTESE, forse meno documentato e meno preciso del giornalista di AVVENIRE, snocciola pure le cifre raccolte per il GIUBILEO, ma anche quelle destinate ai DOCENTI DI RELIGIONE, alla costruzione di CHIESE ed alla RESTAURAZIONE DI EDIFICI SACRI. E sollecita nel lettore qualche ragionevole dubbio, non solo nel lettore laico, ma anche in quello cattolico. In questo senso andrebbero lette le osservazioni sul fatto che l’8 per Mille per la Chiesa cattolica, è notevolmente diminuito, non certo solo per merito delle inchieste dei giornali, ma anche per un minimo di riflessione da parte dei cattolici, non solo di quelli devoti e sottomessi, ma anche di quelli più consapevoli.
 Tra l’altro la VERA QUESTUA DI UMBERTO FOLENA, è presentata da DINO BOFFO, nel solito linguaggio piuttosto involuto e contorto, ma sicuramente intransigente ed apologetico, a favore di una chiesa senza macchia e sbracata a favore dei poveri, quando le inchieste dimostrano qualche visibile crepa e sollecitano qualche ragionevole dubbio. (Si veda a tale proposito l’avviso di garanzia a svantaggio del Card. CRESCENZIO SEPE e dei fatti di cronaca giudiziaria che lo hanno coinvolto nell’area di PROPAGANDA FIDE). Da cui risulta una chiesa fuori del tempo e più alleata dei potenti che amica dei poveri.
 Quindi anche se UMBERTO FOLENA, ribatte punto su punto le tesi del giornalista laico viene però smentito dai fatti e nei documenti dal libro di GIANLUIGI NUZZI, che nel suo VATICANO S.P.A. evidenzia una mole di documenti che ti inchiodano in maniera inoppugnabile e non ti danno respiro, perchè riferiti nella sostanza di cifre, di firme, e di verbali, con date e referenti, che non si possono più negare. Naturalmente sono riferiti anche gli omissis......con puntini, dietro i quali si nasconde il nome di GIULIO ANDREOTTI, il factotum della politica vaticana per tanti anni, referente ed amico di tanti cardinali e di alcuni papi.
 E quindi l’atteggiamento di UMBERTO FOLENA, è diventato più silenzioso e meno apologetico, nella rubrica di GAD LERNER, di qualche mese fa, L’INFEDELE, ed era rimasto sulle difensive, meno aggressivo, ed aveva quasi fatto scena muta, di fronte all’evidenza dei documenti che MONS. RENATO DARDOZZI, aveva portato via in Svizzera, in archivio privato, a cui aveva attinto il giornalista de IL GIORNALE. Anche se, a mio modesto parere, non debbono essere messe sullo stesso piano le inchieste giornalistiche sull’uso dell’8 PER MILLE E VATICANO S.P.A. di GIANLUIGI NUZZI.
 Non possiamo però accettare per nessun motivo il laicismo facilone come il pregiudizio, più frutto di attacco laicista alla chiesa cattolica; ma nemmeno riusciamo ad accogliere, con simpatia l’intransigentismo apologetico e acritico di DINO BOFFO, UMBERTO FOLENA, e ora anche di MARCO TARQUINIO, soffrono troppo per la sindrome di assedio del giornale della CEI, e della sottomissione devota, ma troppo stretta al Card. ANGELO BAGNASCO e corte pontificia.
 Nel frattempo sono intervenute due interessanti inchieste giornalistiche televisive simili e complementari allo stesso tempo: di MILENA GABANELLI con REPORT di qualche settimana fa e di ILARIA D’AMICO con EXIT, sull’impero patrimoniale della Chiesa Cattolica, bene espresse e ben documentate, non certo ideologiche o preconcette. In queste inchieste avevano offerto il loro contributo anche PAOLO FARINELLA, Parroco di SAN TORPETE IN GENOVA, ma anche GIOVANNI AVENA, giornalista di ADISTA (per info www.adista.it ).
 Per tutti questi motivi che ho cercato di esporre ci siamo rivolti a VALERIO GIGANTE dell’AGENZIA ADISTA, sopra citata, per avere alcune risposte, in ordine ad alcuni dubbi. Che speriamo possano essere fugati, lontani da posizioni laicistiche e pregiudiziali, non troppo fondate, ma anche da posizioni apologetiche, intransigenti e miopi, troppo spesso smentite da fatti, da atteggiamenti, da personaggi ambigui e talvolta anche da documenti. (CARLO CASTELLINI).
 
ECCO LE RISPOSTE DI VALERIO GIGANTE:
 
PERCHE’ E’ STATA INTRODOTTA LA LEGGE DELLA RACOLTA DELL’8 PER MILLE NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?
Perché il sistema precedente, quello della “congrua”, cioè dello stipendio ai preti versato direttamente dallo Stato, era ormai anacronistico dal punto di vista storico e culturale. Il sistema introdotto da Craxi, però, non fa, in maniera più occulta ed ambigua, che soddisfare la stessa esigenza: dirottare dalle casse dello Stato verso quelle della Cei una quantità enorme di denaro, anno dopo anno. 
QUALI E QUANTE SONO LE OPZIONI POSSIBILI? CHIESA? STATO? ALTRE CONFESSIONI O ALTRE RELIGIONI?
Le opzioni possibili sono Stato, Chiesa cattolica, Chiesa Valdese, Chiesa Luterana, Comunità Ebraiche, Chiesa Avventista, Assemblee di Dio. Anche l’Ucebi, l’Unione Cristiana Evangelica Battista in Italia, che ha da poco siglato una “integrazione” della propria intesa con lo stato italiano e si appresta, dopo che il Parlamento l’avrà ratificata, ad accedere al sistema dell’8 per mille. Al di là di tutto, però, la parte del leone la fa la Chiesa cattolica, anche perché lo Stato, che intercetta in 7% circa delle firme, non ha mai fatto alcuna campagna pubblicitaria in suo favore. Anzi, parte dei soldi che riceve, li dirotta verso la Chiesa cattolica, come contributo al finanziamento del restauro di beni artistici e culturali (cioè chiese ed edifici cattolici).
COME USA LA CHIESA CATTOLICA IL SUO 8 PER MILLE?
La destinazione dei fondi che la Chiesa riceve rimane sostanzialmente opaca: la Cei pubblica un “rendiconto consuntivo” che prevede tre voci e sette sottovoci, ma senza specificazioni puntuali su come venga ripartito l’utilizzo degli introiti. Dal rendiconto si apprende che, negli ultimi anni i soldi destinati al sostentamento del clero sono passati da 308 a 354 milioni di euro, mentre quelli per gli “interventi caritativi” sono aumentati da 175 a 205 milioni. I soldi girati alle diocesi “per il culto e la pastorale” sono rimasti pressoché stabili (da 150 a 160 milioni di euro). E, nonostante sia impossibile saperne di più, vedere come nel 2005, in concomitanza con il referendum sulla legge 40, i fondi per “iniziative di rilievo nazionale” siano schizzati a 116 milioni di euro (a fronte di 92 nel 2004 e 64 nel 2006) può far malignare.
COSA DICONO E NON DICONO GLI SPOT PUBBLICITARI? QUANDO DOBBIAMO FIDARCI E QUANDO NO?
La Chiesa cattolica punta le proprie campagne pubblicitarie sui progetti a favore del Terzo Mondo, sulle attività dei suoi “preti di frontiera” in Italia e nel Mondo. Non si tratta di falsità, tutt’altro. Non c’è dubbio che nella Chiesa tali realtà positive siano vive ed operanti, e che siano bisognose di sostegno. Il problema è che la gran parte dei fondi dell’8 per mille la Chiesa cattolica li utilizza per il sostentamento del proprio clero, per la costruzione di nuove chiese e la manutenzione di quelle esistenti. Poco va alla cooperazione ed all’assistenza degli emarginati e dei bisognosi. Insomma, grande comunicazione, ma poca informazione. Ma sarebbe bene che i contribuenti sapessero...
LA NON SCELTA PER NESSUNO DEGLI ENTI GIURIDICI O MORALI INDICATI, COSA COMPORTA ALL’AGENZIA STATALE DELLE ENTRATE? QUELLA RACOLTA DI DENARO COME VERRA’ RIPARTITA E A CHI VERRA’ ASSEGNATA? PUOI FARE QUALCHE ESEMPIO PER FARCI CAPIRE MEGLIO?
Attualmente solo il 45% circa dei contribuenti esprime una preferenza per l’assegnazione dell’8 per mille e la legge prevede che le quote non espresse vengano ripartite tra lo Stato e le confessioni religiose che ne hanno diritto, in misura proporzionale alle percentuali di firme ricevute. Ne risulta che i maggiori proventi derivano proprio dalla ripartizione di queste quote. E che la gerarchia cattolica incassi più soldi da coloro che non esprimono preferenze piuttosto che dai contribuenti che, firmando, fanno una scelta consapevole nei confronti della Chiesa.
LA PROPOSTA DI PAOLO FARINELLA SECONDO CUI SAREBBE OPPORTUNO CHE OGNI FEDELE AVESSE LA POSSIBILITA’ DI DESTINARE LA PROPRIA OFFERTA ALLA SUA COMUNITA’ DI APPARTENENZA. COSA SI PUO’ FARE? COME TRASFORMARE IN LEGGE QUESTA PROPOSTA?
Quella di Farinella è la proposta più sensata, sia per chi è laico sia per chi è credente ma vuole una Chiesa veramente autonoma dal potere politico ed economico, e quindi più libera e più evangelica. Un sistema, quello del finanziamento diretto delle Chiese, che, tra l’altro, già è in vigore in alcuni Paesi, come la Svizzera. E’ chiaro però che con un meccanismo del genere le istituzioni ecclesiastiche non sarebbero più tutelate dallo Stato, e dovrebbero garantirsi il sostentamento solo attraverso la propria credibilità e le attività svolte sul territorio. In Italia siamo lontanissimi da un orizzonte del genere. Ma è ciò a cui dobbiamo puntare, anzitutto attraverso un lavoro di informazione puntuale e di progressiva coscientizzazione dell’opinione pubblica.
NELLA TUA ESPERIENZA DI UOMO DI INFORMAZIONE E DI FEDE,LA NOSTRA MADRE CHIESA, CHE CRITICHIAMO MA CHE AMIAMO,PROPRIETARIA DI BENI MOBILI E IMMOBILI, TITOLARE DI LASCITI DI CASE I CURA, DI VACANZE, DI SPIRITUALITA’, COME BENE HANNO FATTO VEDERE MILENA GABANELLI E ILARIA D’AMICO SI PUO’ ANCORA CONSIDERARE LA CHIESA DELL’ANNUNCIO E DEI POVERI?
Il problema che mi pongo è un altro. Se cioè la “Chiesa dei poveri” non possa divenire la famosa “foglia di fico” attraverso cui la struttura ecclesiastica regge un sistema economico-finanziario di dimensioni enormi, fatto di speculazioni finanziarie ed immobiliari, privilegi, gestione verticistica del potere, assenza quasi totale di possibilità di controllo da parte delle autorità statali e da parte della base cattolica. Se non vi fossero personalità e strutture dal carattere fortemente profetico ed evangelico, l’occultamento di questa realtà sarebbe molto più difficile. Alla gerarchia stessa conviene quindi preservare un volto presentabile, accogliente, attento al sociale, sensibile agli emarginati, capace di denunciare le ingiustizie. Il problema è quanto questo “volto” sia funzionale al mantenimento dello status quo, e quanto sia ancora capace di incidere dall’interno per determinare cambiamenti in senso progressivo nel tessuto ecclesiale.
 
 (CARLO CASTELLINI)
 


Lunedì 26 Luglio,2010 Ore: 11:46
 
 
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