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www.ildialogo.org LA CALABRIA SOTTO TIRO, LA CALABRIA CHE RESISTE: NUOVE INTIMIDAZIONI, NUOVE INIZIATIVE ANTIMAFIA,di Adista Notizie n. 9 del 10/03/2012

LA CALABRIA SOTTO TIRO, LA CALABRIA CHE RESISTE: NUOVE INTIMIDAZIONI, NUOVE INIZIATIVE ANTIMAFIA

di Adista Notizie n. 9 del 10/03/2012

36570. LAMEZIA TERME (CZ)-ADISTA. Non c’è pace per i preti calabresi impegnati nel sociale e contro la ‘ndrangheta. E non c’è pace in particolare per don Giacomo Panizza e la “sua” comunità Progetto Sud, che ha subito due attentati in due mesi: il primo nella notte di Natale, quando un ordigno venne fatto esplodere davanti al portone di ingresso di un centro di accoglienza per minori non accompagnati (v. Adista notizie n. 1/12); il secondo nella notte fra il 25 e il 26 febbraio, quando un colpo di pistola è stato sparato alla finestra del secondo dell’edificio – confiscato alla cosca dei Torcasio e assegnato a Progetto sud – che ospita un centro sociale per disabili non autosufficienti.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, presentando a Lamezia il libro del nostro redattore Giampaolo Petrucci Terra rossa. Viaggio nel cuore della Tanzania (Cambia una virgola, pp. 208, euro 15, acquistabile anche presso Adista), don Panizza aveva avuto occasione di dire: «Non è vero che sono così coraggioso come mi si descrive, io ho una grande paura, ma non si può far vincere la paura e rimanere senza fare niente». Poche ore dopo è arrivata l’intimidazione. Ma il prete, benché ammetta che «questa volta è stata un’azione proprio contro di noi», non ha cambiato idea: «Le pallottole fanno male, ma non ci fermeranno. È il momento di resistere tutti insieme per traghettare un’altra Calabria».

E la Calabria che resiste, infatti, non si ferma. Varie le iniziative. Il 26 febbraio, prima domenica di Quaresima, a Locri, la decima Marcia per la penitenza, promossa dalla diocesi e rivolta in particolare ai giovani, all’insegna dell’impegno per il bene comune: «Preferirei avere meno cristiani iscritti nei registri, ma più cristiani impegnati nella testimonianza, non avere una massa di cristiani allo stato anagrafico, ma che non incidono in una vita evangelica veramente rinnovata», ha detto il vescovo di Locri, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, che negli ultimi tempi ha usato parole nette contro la ‘ndrangheta e le timidezze – se non le connivenze – di alcuni settori della Chiesa (v. Adista n. 64/10 e 65/11).

Il 29 febbraio, giusto a Lamezia, la manifestazione “Il giorno che non c’è... la ‘ndrangheta” (con incontri sulla legalità nelle scuole e un corteo per le vie della città), promossa e organizzata da varie associazioni (Acli, Arci, Cgil, Libera, Agesci) fra cui Progetto Sud, tanto che proprio questo potrebbe essere uno dei moventi dell’attentato: «Questa città deve uscire a testa alta. Dobbiamo essere comunità e non clan di mafia, si può fare comunità per il bene degli altri», ha esortato don Panizza.

Infine l’1 marzo la quinta edizione della manifestazione anti-‘ndrangheta organizzata dal Goel, il consorzio di cooperative sociali della Locride fondato dal mons. Giancarlo Bregantini, ex vescovo di Locri-Gerace, a Caulonia (Rc), dove il giorno di capodanno ad essere colpito è stato il locale che ospiterà un ristorante multietnico gestito dai rifugiati politici inseriti in uno dei numerosi progetti di accoglienza del Goel (v. Adista Segni nuovi n. 3/12): anche in questo caso un evento «per riconfermare l’impegno nel contrasto alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate». (luca kocci)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 06 Marzo,2012 Ore: 15:40
 
 
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