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www.ildialogo.org Salerno: ucciso il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.,

Salerno: ucciso il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.

Il giudice antimafia tra sospetti e dolore: "Quel sindaco ha pagato per la sua onestà"


Il procuratore: «negli ultimi tempi era preoccupato»
Salerno: ucciso il sindaco di Pollica *
MILANO - Un vero e proprio agguato. E’ stato ucciso a colpi di pistola il sindaco di Pollica, comune che comprende anche la più nota Acciaroli (Salerno), paesino del Cilento famoso per la bandiera blu che viene assegnata da tempo ogni anno alle sue acque.
L’AGGUATO - Angelo Vassallo, 57 anni, è stato colpito questa notte mentre era alla guida della sua auto, una Audi station wagon grigia, e rientrava a casa in una stradina dietro la sua abitazione. Secondo i primi rilievi delle indagini, Vassallo è stato colpito con almeno nove colpi di pistola sparati dal finestrino verso di lui. La pista seguita dagli inquirenti in questo momento privilegia la vita amministrativa dell’ucciso, anche se non trascura altri possibili moventi. Vassallo era già stato sindaco del Comune di Acciaroli, ma nella scorsa tornata elettorale, a marzo, si era candidato da solo con una lista civica, «Cilento pulito», sempre però nell’ambito della coalizione di centrosinistra. Vassallo lascia una moglie e due figli.
IL PM - Il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco commenta così a Sky Tg24 l’omicidio: «E’ un agguato in stile camorra con modalità brutte e pesanti, un’esecuzione cattiva con troppi colpi sparati». Vassallo, dice Greco, «era una persona per bene, che metteva se stesso davanti all’illegalità. Il medico legale ha stabilito che è morto con i primi colpi, poi ne sono arrivati altri: il cadavere è crivellato di proiettili». «Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l’illegalità ed era sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava» ha poi aggiunto Greco. «Ci sono molte piste da seguire - ha detto ancora il magistrato - e per il momento non abbiamo un orientamento preciso sul possibile movente. Non sappiamo ancora - ha concluso Greco - neppure se abbiano agito una o più persone. Si può pensare di tutto».
CHI ERA - Vassallo era soprannominato il «sindaco-pescatore» e viene ricordato da tutti anche per le sue ordinanze singolari. Lo scorso gennaio firmò un’ordinanza che prevedeva una multa fino a mille euro per chi fosse stato sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Un modo per evitare di sporcare il paesaggio di uno dei comuni più caratteristici del Cilento, le cui acque del mare sono state più volte premiate con la Bandiera blu. Ma Vassallo, che decise di ricandidarsi a primo cittadino correndo da solo con una lista civica nonostante fosse un esponente del Pd, aveva anche avviato la vendita dei 150 loculi del cimitero della sua città in località Costantinopoli: una cessione per 99 anni destinata soprattutto ai tanti vacanzieri e stranieri che ogni anno, soprattutto d’estate, sono incantati dalla bellezza del paesaggio. Le tombe, inoltre, sarebbero state messe in vendita con una serie di moderne tecnologie compresa una webcam che rendeva possibile poter guardare, anche a chilometri di distanza, l’ultima dimora del proprio caro. Secondo quanto previsto dal progetto, nel cimitero ci sarebbero stati diversi optional, tra i quali un impianto audio di filodiffusione per rendere più agevole i momenti di raccoglimento.
ERA STATO DENUNCIATO - Il sindaco di Pollica poco tempo fa era stato denunciato. Le denunce nei suoi confronti - secondo quanto si apprende - per estorsione, concussione e reati contro l’amministrazione della giustizia, sono ora al vaglio degli investigatori e degli inquirenti per verificare se vi possa essere un collegamento tra queste e l’agguato mortale.
Redazione online
* Corriere della Sera, 06 settembre 2010
 
L’INTERVISTA
-  Il giudice antimafia tra sospetti e dolore
-  "Quel sindaco ha pagato per la sua onestà"
Raffaele Marino era amico del sindaco assassinato. Con "Repubblica" apre il cassetto dei ricordi e va oltre, puntando l’indice contro la camorra per l’eliminazione di un paladino della legalità. Il magistrato racconta come Vassallo riqualificò il centro storico e rilanciò la località turistica
di GIOVANNI MARINO *
Lo dice subito, senza se e senza ma, forte di una esperienza sul campo lunga e profonda: "Angelo Vassallo, il mio caro amico Angelo, è stato ucciso per un no di troppo. Un no pronunciato a gente che non ammette risposte negative. Un no detto in faccia alla camorra. Non ho dubbi".
Il magistrato Raffaele Marino conosceva da molto tempo il sindaco di Acciaroli assassinato nella notte. "Ho una casa di villeggiatura in zona ed ebbi la fortuna di incontrare questo raro esempio di amministratore dalla schiena perfettamente dritta". A poche ore dal delitto Marino, già pm di punta dell’anticamorra napoletana, ora procuratore aggiunto a Torre Annunziata ma in procinto di ricoprire un prestigioso incarico all’interno del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura, parla tra dolore e sospetti sugli esecutori dell’omicidio.
"Vassallo è stato un sindaco che è riuscito a coniugare una tradizione antica, quella marinara e contadina del Cilento, con la modernità ed è ruiuscito a farlo trasformando Acciaroli e le altre frazioni montane in luoghi di tradizione e di cultura, è stato una persona fondamentale: con lui Acciaroli ha cambiato faccia, diventando di fatto uno dei luoghi di villeggiatura più imporanti del Sud".
Quanti ricordi e quanti dialoghi tra Marino e il sindaco. "Ha trasformato il porto e il centro storico recuprerando una architettura particolare e lo ha fatto tenendo sempre presente una stella polare: quella della legalità, in virtù del suo amore per la sua gente e per i posti dove era nato e vissuto; lo conoscevano tutti e lui conosceva tutti".
E’ raro sentire un magistrato sbilanciarsi in questo modo nelle ore successive a un assassinio ma Raffaele Marino non ha esitazioni: "Lo guidava la legge. Era nel suo Dna. C’è un particolare che non dimenticherò mai e riguarda il recupero del centro storico: Vassallo andava letteralmente porta a porta dai residenti, con umiltà, pazienza e fermezza per dire loro: "Per favore, aggiustate quella finestra, togliete l’alluminio e mettete il legno, e simili. La sua carta da giocare era uno splendido rapporto personale con la gente di Acciaroli. Lo amavano tutti".
Marino cambia tono, affronta il tema del movente: "Temo che abbia detto qualche no di troppo e che la rinascita di Acciaroli abbia suscitato di questi tempi appetiti forte da partre della camaorra. Le modalità del delitto sono di chiaro stampo camorristico e sono certo che i colleghi di Vallo della Lucania e quelli di Salerno, dove il procuratore è Franco Roberti, già a capo della Direzione distrettuale antimafia napoletana, non lesineranno energie per riuscire a risolvere in tempi stretti questo vile assassinio e per smascherare eventuali tentativi di infiltrazioni camorristiche che, purtroppo, nella zona ci sono storicamente state e penso, riguardo al passato, all’hotel Castelsandra di Castellabate e al clan Nuvoletta e poi anche al superboss Fabbrocino che nei dintorni aveva un megadeposito indusriale di gelati, uno dei suoi business".
Acciaroli, nel tempo, tra l’altro è diventata meta di villeggiatura proprio per un gran numero di magistrati. "Verissimo e per due ragioni: la sua rinascita e quel sindaco così pulito e aperto. Il procuratore aggiunto dei tempi di Mani Pulite a Milano, ad esempio, Gerardo D’Ambrosio, è proprio di lì. Ed è stato uno di quelli che Vassallo avvicinò quando doveva riqualificare il centro storico nei suoi porta a porta. Me lo raccontò spiegandomi che, ovviamente, da parte dell’illustre collega aveva trovato massima apertura e disponibilità. Succede, quando si incontrano due uomini che hanno la legalità nel cuore".
La mente del magistrato va ancora alla dinamica dell’omicidio: "Povero sindaco coraggioso, probabilmente era seguito da giorni, se non da settimane. La sua eliminazione era stata decisa da tempo. Programmata. Ed eseguita con spietato furore l’altra notte. Dalla camorra. Che ha eliminato un simbolo della legalità, un uomo che non ha voluto piegarsi. Ma assassini e mandanti hanno le ore contate: sono sicuro che il pool anticamorra di Salerno saprà riportare legalità e fiducia nel Cilento improvvisamente violato".
g.marino@repubblica.it


Luned́ 06 Settembre,2010 Ore: 15:01
 
 
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