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www.ildialogo.org MARTIN LUTERO,a cura di Agenzia NEV del 7/10/2010

LA SCHEDA
MARTIN LUTERO

a cura di Agenzia NEV del 7/10/2010

 Martin Lutero (10 novembre 1483 – 18 febbraio 1546) ha dato inizio in Germania alla Riforma protestante, e ne è diventato il simbolo. Fu così già in vita, e rimane per cinque secoli, una figura controversa, esaltata o diffamata con passione. Più che per altri personaggi storici, è perciò necessario seguire il corso della sua vita e degli eventi nei quali si è trovato coinvolto e che hanno fatto del monaco scrupoloso e del dotto teologo il capo riconosciuto del più ampio movimento spirituale che abbia mai mosso l’Europa.
La vita di Lutero può essere divisa in tre fasi: gli anni della maturazione e dell’insegnamento teologico (fino al 1517); la controversia antiromana (1517-1522) e il tempo della lotta sul nuovo fronte aperto dei riformatori più radicali, che è stato anche il tempo del consolidamento della nuova realtà “riformata” della chiesa (1522-1546).
Lutero inizia la sua attività nella chiesa come monaco e come teologo. Nato a Eisleben, nella Turingia (Germania centrale), studia a Erfurt e Magdeburgo e inizia lo studio del diritto, per assecondare la volontà del padre. In seguito a una crisi spirituale il ventiduenne Martino sceglie però nel 1505, la vita monastica nel convento degli eremiti agostiniani di Erfurt. Nel 1510 si reca a Roma per questioni interne al suo ordine e ne ritorna disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di Papa Giulio II (1503-1513). In un clima spirituale caratterizzato in quegli anni dal culto della morte e da una religiosità concentrata sull’efficacia delle opere religiose e morali per la salvezza, fra Martino constata l’inefficacia del sistema penitenziale tradizionale. Cercando la pace con Dio, Lutero trova la risposta nella Scrittura e in particolare nelle epistole di Paolo (che in quegli anni andava commentando): per mezzo di Cristo, Dio stabilisce con l’uomo un nuovo rapporto fondato sul dono della salvezza, cioè la grazia. Per questo intervento di Dio l’uomo è considerato giusto, pur non essendolo; egli è “giustificato”, cioè dichiarato giusto; egli è assolto, in quanto Dio gli dona la sua giustizia. L’uomo da parte sua “crede”, cioè accetta il dono: la fede è abbandono e accettazione della volontà di Dio, impegno di vita; è sapersi oggetto dell’amore di Cristo. Per Lutero questa verità è riassunta nell’affermazione di Paolo nella lettera ai Romani (1,17): “Il giusto vivrà per fede”.
Prima ancora che della sua teologia questa scoperta fa parte della sua biografia: la sua vita ne fu cambiata con una di quelle “conversioni” radicali che avrebbero anche in futuro caratterizzato il protestantesimo. Così quando nel 1517 fu bandita una grande campagna per le indulgenze, affidata al domenicano Tetzel, Lutero scese immediatamente in campo. Le indulgenze dovevano finanziare la costruzione della basilica di San Pietro e pagare i debiti che l’arcivescovo Alberto di Magonza aveva contratto con il Papa per coprire le irregolarità della sua nomina; ma Lutero, più che per lo scandalo dei vertici, si preoccupa per le conseguenze pastorali delle indulgenze, che davano l’illusione di una salvezza a buon mercato. Così nell’ottobre egli redigeva le “95 tesi” (si discute se realmente furono affisse a Wittenberg il 31 ottobre) per invitare alla discussione: esse furono la scintilla che avrebbe dato fuoco all’Europa.
Seguono anni convulsi di trattative, dispute, mediazioni, minacce. Monaci, teologi, studenti e ampi settori del popolo tedesco si schierano con Lutero. Nell’ottobre 1518 egli compare ad Augusta davanti al legato pontificio Cajetano per un tentativo di conciliazione. Già si parla di eresia, ma Lutero si appella pubblicamente “dal papa male informato al papa meglio informato”.
Ma Roma taglia corto; il 15 giugno 1520 il papa firma la bolla “Exsurge domine”, che scomunica Lutero. Questi, dopo un ultimo inutile tentativo di conciliazione, brucia pubblicamente la bolla, l’11 dicembre 1520. Lo scisma è in atto. In questi anni l’ex monaco svolge un’intensa attività pubblicistica: in tre brevi trattati, che ebbero una diffusione enorme, egli si rivolge anzitutto al popolo cristiano con il suo “Della libertà del cristiano”; poi ai governanti, per fare appello alla loro responsabilità: “Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca”; infine, al clero e ai teologi, con il “Preludio sulla cattività babilonese della chiesa”. Per chiudere la vicenda l’imperatore Carlo V convoca Lutero alla Dieta di Worms (aprile 1521), per giudicarlo e condannarlo. Lutero viene messo fuori legge; ma il movimento popolare che si è intanto sviluppato in Germania e le prime attuazioni della riforma della chiesa consigliano la prudenza: il salvacondotto viene rispettato e, nel viaggio di ritorno, egli viene messo in salvo, con un rapimento fittizio, dal suo sovrano e protettore, il principe della Sassonia elettorale Federico il Saggio. Per quasi un anno Lutero vive sotto falso nome nel castello della Wartburg, dove traduce il Nuovo Testamento dal testo greco: un’opera letteraria che avrebbe avuto un’importanza fondamentale per la creazione e diffusione del testo moderno.
Da quell’anno però Lutero lotterà su due fronti: l’incendio della Riforma si propaga spontaneamente, alcuni sovrani territoriali la appoggiano apertamente: si procede a modifiche frettolose del culto, si rimuovono le immagini. Nel marzo 1522 Lutero torna a Wartburg e riprende in mano la situazione: la sua sarà una riforma molto più prudente e graduale; con il suo intuito pastorale egli si preoccuperà di mediare, spiegare, preparare i giovani, formare i predicatori. Questa parte meno clamorosa della sua vita, quando ormai le vicende politiche avevano preso il sopravvento, è quella che ha assicurato alla Riforma luterana quella solidità e durata che le hanno permesso di giungere fino ai nostri giorni.
In questa prospettiva deve essere intesa anche la durissima posizione che Lutero prese nei confronti della rivolta dei contadini (1524-1525), quando invitò i principi a sterminarli. Di fronte all’ondata della protesta contadina, animata anch’essa da un’ispirazione evangelica, Lutero si schierò con le forze moderate contribuendo però in questo modo a rendere insanabile la frattura fra le due tendenze riformatrici.
Gli ultimi anni della vita di Lutero furono caratterizzati dalle difficoltà che sorgevano all’interno dello stesso campo riformato e dalle sue non buone condizioni di salute. Lutero morì a Eisleben, nel corso di un viaggio. Fu sepolto nella chiesa del castello di Wittenberg.


Sabato 09 Ottobre,2010 Ore: 13:28
 
 
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