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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org   La chiesa nel mondo contemporaneo,a cura di Peppe Manni

CHIESA E MONDO GAUDIUM ET SPES
  La chiesa nel mondo contemporaneo

IN DIALOGO CON IL MONDO - 14-XII 2012


a cura di Peppe Manni

Schema del materiale

a- Introduzione di Bepi Campana

b – Interventi al dibattito

c – Testo integrale dei primi 10 punti della GS

d – Lettera a Diogneto

a - INTRODUZIONE DI BEPI CAMPANA (i numeri fanno riferimento ai punti del documento)

Il documento inizia in un modo straordinario: 1) "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” .

La chiesa si sente solidale con gli uomini e la loro storia - Non è più chiusa in se stessa come nei pronunciamenti precedenti o ancora peggio non si rivolge al mondo, solo per condannarlo. Incontriamo un linguaggio nuovo.

Il momento storico (1960-1965) in cui queste parole vengono pronunciate è carico di tensione e speranze, siamo nel secondo dopoguerra, il mondo è diviso in blocchi, è stato costruito il muro di Berlino, c'è stata la Crisi di Cuba; paura di una guerra atomica...Ma all'orizzonte ci sono segni di speranza e ottimismo: coesistenza pacifica; boom economico; corsa allo spazio.

La novità del documento sta nel mettere insieme le antiche e tradizionali verità della fede con le domande di un mondo in cambiamento. Non è un documento teologico ma pastorale. Cioè non definisce verità da credere da parte dei cattolici, ma suggerisce comportamenti per una società migliore rivolti a tutti.

  1. Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi dell'uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore: esso è caduto, certo, sotto la schiavitù del peccato, ma il Cristo, con la croce e la risurrezione ha spezzato il potere del Maligno e l'ha liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento”. Come nella 'Pacem in terris' la Ch.. si rivolge non solo ai cristiani tutti gli uomini di buona volontà, all'intera famiglia umana segnata dalle sue vittorie e le sue sconfitte, segnato dal male; nella populorum progressio Paolo VI parlerà di “strutture di peccato” nella società. Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito . La chiesa ha solo un ruolo di servizio, mettendosi in dialogo per edificare una società migliore e una fraternità umana, come Gesù che non è venuto a condannare ma a salvare.

  2. È l'uomo dunque, considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione. Pertanto il santo Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda a tale vocazione...

  3. Per svolgere questo compito, è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico”. Ecco come si possono delineare le caratteristiche più rilevanti del mondo contemporaneo. L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all'insieme del globo. Provocati dall'intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono sull'uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e d'agire, sia nei confronti delle cose che degli uomini. Possiamo così parlare di una vera trasformazione sociale e culturale, i cui riflessi si ripercuotono anche sulla vita religiosa. Come accade in ogni crisi di crescenza, questa trasformazione reca con sé non lievi difficoltà”. Per la prima volta la chiesa si dice disposta a leggere la storia a scrutare i segni del tempo, a usare il discernimento per comprendere il mondo nel quale vive. E' infatti un momento di grandissime trasformazioni sociali. Si sviluppano le scienze, le tecniche ecc. Ma c'è molta inquietudine, manca il senso di direzione. Grande senso della libertà insieme a sensazione di essere schiavi. Si avverte che ormai viviamo in un mondo interdipendente. E' indispensabile essere solidali con tutti.

Ecco i titoli dei capitoli che seguono 5. Profonde mutazioni. 6. Mutamenti nell'ordine sociale. 7. Mutamenti psicologici, morali e religiosi. 8. Squilibri nel mondo contemporaneo. 9. Le aspirazioni sempre più universali dell'umanità. 10. Gli interrogativi più profondi del genere umano. Insomma la società di quegli anni è attraversata da profondi mutamenti che creano nuove mentalità, e modelli. Sta nascendo l'era industriale italiana, si abbandona il modello sociale legato al mondo agricolo, bacino privilegiato dell'utenza religiosa cattolica; nasce la società urbana. Siamo a tre anni dal 68 ma questi fermenti hanno anticipato in certo modo quell'anno. Si sta superando la religione magico sacrale e le masse cominciano ad abbandonare le chiese, ma emerge una religiosità più consapevole e personale.. Grandi sono le speranze dell'umanità:attraverso la scienza e la tecnica si può avere un grande controllo sul mondo (aspetto tecnico, sociologico, scientifico ed economico). Consapevolezza della propria dignità dei nuovi popoli che si affacciano nel consesso del mondo (dopo la decolonizzazione) uomini donne, operai, poveri del terzo mondo, come dice il concilio vogliono che il benessere sia diviso tra tutti.

A tutti questi problemi la chiesa nelle parole del Concilio cerca di dare una risposta: i cristiani devono collaborale per risolvere i grandi drammi dell'umanità. Pensa inoltre di avere una parola per rispondere alle grande e irrisolte domande che l'uomo si pone da sempre: Cos'è l'uomo, qual'è il suo destino ultimo, quale è il valore del dolore, cosa c'è dopo la morte.

Questa è solo un'introduzione. Ma molti sono gli interessanti problemi esposti nel lungo documento. Ad esempio: sulla libertà religiosa (12 e 15); sull'ateismo (19) non viene condannato, ma se ne cercano i motivi sia a livello filosofico e che storico “anche i credenti hanno le loro responsabilità”. E poi tutti credenti e no credenti devono collaborare alla costruzione di un mondo migliore; la persona umana va sempre rispettata (27); Il conflitto tra scienza e Bibbia è solo apparente; il grave peccato del cristiano in verità è il distacco tra fede professata e vita cristiana testimoniata nella vita.

Rimangono da approfondire il tema dell'”autonomia della realtà terrestre”, che hanno le loro leggi: è proprio dei laici adoperarsi secondo le loro competenze per affrontare e risolvere i problemi.

In questi 50 anni sono comunque nati nuovi problemi che non potevano essere affrontati dal concilio come la questione ecologica o domande etiche legate alle nuove frontiere della scienza e della medicina riguardanti la “vita”...

 

b) INTERVENTI

BEPPE Questa costituzione trovò specialmente tra i vescovi e i cardinali italiani forti resistenze. La chiesa italiana era infatti ancora legata alle antiche contrapposizioni sociali e politiche. E abituata a un giudizio negativo sul mondo e le innovazioni che fossero al di fuori della sua sfera. E' è un trattato molto importante di sociologia e catechesi cristiana.

“Ci rivolgiamo a tutti gli uomini” La teologia tomistica medievale descriveva una chiesa-cittadella di Dio contrapposta alla città dell'uomo: era la sola depositaria della verità, il “mondo” tutti gli altri erano terra di missione da essere salvata. Le filosofie e le religioni non cristiane, le scienze e le arti moderne, i movimenti sociali e politici non-cristiani erano guardati con sospetto o condannati. Il Sillabo di Pio IX ne è un esempio.

La chiesa Costantiniana che si arrogava privilegi per barattare con il mondo fette di potere è tramontato. L'ultimo barbacane è il concordato che mette ancora la religione cattolica in un posizione di forza nei confronti di tutte le altre fedi e religioni. Le parole nuove come rispetto e stima del “mondo”, dialogo, collaborazione, autonomia dell'uomo e del creato, non sono di per sé affermazioni originali, (cfr filosofia dell'800) ma lo sono in bocca ai vescovi cattolici.

Proprium del cristiano è l'apporto che umilmente la fede può suggerire in risposta al senso ultimo della vita e al mistero che circonda l'uomo. Leggendo il documento si ritrovano molti concetti espressi nella nostra Costituzione di 10 anni prima diritto al lavoro, alla scuola, alla salute e al benessere; alla partecipazione democratica, all'uguaglianza delle religioni...alla pace.

In Italia le affermazioni conciliari hanno sdoganato i cattolici ancora bloccati nella contrapposizione politica Dc e sinistra. A Modena sono nati gruppi di cattolici che hanno lottato per la libertà del voto, per lo sganciamento della chiesa dal concordato. Sono i tempi dei Cristiano Sociali e degli indipendenti di sinistra in politica: cattolici eletti nelle liste di sinistra. Partecipazione di cattolici non come tali ma come cittadini nei diversi organismi politici.

CLAUDIO: Di fronte alle constatazioni su come si muove oggi la chiesa, rischiando il melenso “come eravamo” mi viene da osservare che all’epoca dell’uscita di quei documenti conciliari, probabilmente neppure letti, era l’atmosfera attorno che parlava di novità e speranza.

Eravamo giovani, ma – di più – il mondo era giovane.

Ricordate le nuove speranze dopo la guerra fredda, John Kennedy e la nuova frontiera, la libertà di Cuba, alla quale pure lui attentò (baia dei1Porci 1962; crisi dei missili 1963), ma queste contraddizioni erano tutte fra parentesi.

I primi governi di centrosinistra (è del 1964 il primo governo organico con PSI e DC).

Perfino il bieco stalinismo era finito, c’erano stati i carri armati di Budapest, ma prevaleva la speranza che il futuro sarebbe stato migliore.

Il benessere economico si affacciava nelle nostre famiglie e non era ancora miracolosamente intaccato dal consumismo.

Eravamo ingenui, ma positivi. Credevamo nel progresso e credevamo che avremmo contribuito a determinarlo.

Anche la musica suonava nuova dopo il R & R della seconda metà degli anni ’50, all’inizio dei sixties si affermarono complessi musicali in cui l’elemento giovanile e di protesta prevaleva su ogni altro: capelloni; i Beatles hanno inciso il primo disco nel 1962, e hanno avuto la loro consacrazione nel 1963.

Era quello il mondo ed era quella l’atmosfera di fiducia che spingeva tutto allora e che ora, inevitabilmente, probabilmente senza colpe, per effetto di cicli storici, non c’è più”.

 

DONATA: Ho chiesto se è consigliabile e utile far conoscere i contenuti della Gaudium et Spes a ragazzi delle scuole medie che incontro nella mia parrocchia per un aiuto allo svolgimento dei compiti. Mi sorgono interrogativi in merito a: autorizzazione del Vescovo e del Parroco, capacità di risposta adeguata ad eventuali chiarimenti richiesti, la proposta verrebbe da una persona che frequenta la comunità cristiana di base. Penso, considerando la mia esperienza personale, che il documento debba essere consegnato alle famiglie e a tutti quelli che desiderano conoscere le meraviglie contenute nel Concilio Vaticano II”.

CARLA Scaldano il cuore le parole della Gaudium et spes. Linguaggio e contenuti sono a mio parere ancora molto attuali e di grande valore come lo sono stati per la mia formazione giovanile.

Ho ritrovato in esse il filo conduttore e la ragione della esperienza della comunità del Villaggio artigiano, del messaggio di gioia, impegno, solidarietà e desiderio di conoscenza che ha caratterizzato la comunità in tutti questi lunghi anni.

Alla luce della realtà attuale, più cupa, per certi aspetti peggiore di quella dei primi anni ’60, la visione del mondo proposta dal Concilio Vaticano II, positiva e tollerante, apre ad una speranza di salvezza dell’uomo e del mondo la cui realizzazione sarebbe davvero “rivoluzionaria”.


CORINTO “E' vero che, in questo periodo, ho fatto fatica a vivere le commemorazioni del Concilio, come quelle di Dossetti, perchè le ho sentite come lezioni, che non lasciavano intravvedere la "passione" e l'"anima" di chi ha vissuto quegli anni, e (per ora !) è ancora vivo ! ma so che questa è anche un atteggiamento ingiusto, che rischia di non dare valore al lavoro di ricostruzione e contestualizzazione di quanto è successo in quegli anni, e che Bepi ha fatto bene e in modo chiaro. Prendo spunto dall'intervento della Donata, che diceva: Come faccio a raccontare questi documenti e il significato che hanno avuto allora e che hanno ancora oggi, a ragazzi del doposcuola delle medie?
Mi sono detto: oh! ecco una situazione relazionale ottima: nonostante la diversità di età e di esperienze possiamo entrare in relazione più facilmente con gli altri,quando abbiamo qualcosa in comune, e Dio solo sa quanto i ragazzini "rompano" sulla LIBERTA', la GIUSTIZIA, il RISPETTO ...e mi sembrava che Bepi avesse ben chiarito come questi valori percorrevano tutto il DOCUMENTO e fossero UNA VENTATA DI ARIA NUOVA nel contesto della Chiesa e anche delle società del tempo.
Allora il mio invito era: torniamo a quegli anni, RISENTIAMO cosa succedeva dentro di noi, le intuizioni e i valori che abbiamo sentito importanti (derivate dal Concilio e dalla risonanza che questo ha avuto nell'ambiente da noi frequentato) che hanno guidato la nostra vita e le nostre scelte. Carla, nel suo intervento è stata più chiara di me, e ha indicato un senso di libertà , un'aria nuova,.... che l'ha segnata (sempre se ho capito bene!) Io non sono riuscito a dire molto di me, tutto impegnato a esporre un "concetto"!! Poi , il mio "concetto" appunto, andava avanti dicendo: a partire da questa rivisitazione di valori riproposti allora dal Concilio, e risentiti dentro di noi, possono nascere idee su come RACCONTARE QUESTE COSE ai ragazzini! Mi sembra cioè, che solo da racconti che dicono di noi e delle intuizioni del Concilio che ci hanno preso e coinvolti, possiamo COSTRUIRE qualcosa che ci aiuti a trasmetterle ad altri. Non solo come documentazione storica (senza togliere niente al lavoro degli storici!) ma come VALORI VISSUTI che si incrociano con i valori che sentono i ragazzi e che STANNO CERCANDO DI TRADURLI E FARLI PROPRI, NEL MODO PIÙ SODDISFACENTE POSSIBILE ... Noi possiamo (anzi credo che dobbiamo) aiutarli molto in questo lavoro di trasformazione dei valori in "carne e sangue. Riprendendo l'ultima osservazione di Bepi,sui suoi tentativi di coinvolgere i ragazzi nell'insegnamento della Storia, io non ho suggerimenti di sorta, perchè non mi sono mai occupato di questo, anche se sono a conoscenza di esperienze e idee su modalità partecipative per insegnare la storia e altre materie, ma che non ho approfondito. Condivido assolutamente l'importanza di CONTESTUALIZZARE un documento nel momento storico in cui è stato elaborato, per poterlo cogliere in tutta la sua forza. Io credo però che questo lavoro venga dopo la RIVISITAZIONE di quello che quel documento ha voluto dire per noi ... credo che vedendo bene questa parte , anzi sperimentandola assieme ad altri, possiamo trovare i PONTI, o i collegamenti con persone diverse da noi , in particolare più giovani; dopo, assieme a loro cominciamo a "studiare storia" e quindi a contestualizzare ,... ecc.. Inserisco qui una proposta, che non c'entra con il "report", e che ho fatto anche a d. Paolo Losavio, a Gelmo, e ad altri,...nessuno mi ha risposto !!! quindi la posso fare anche a voi.
Data la ricchezza delle esperienze collegate anche al concilio, di molti di voi e anche mie , perchè non proponiamo alcune serate in cui le persone RACCONTANO I VALORI CHE IL CONCILIO HA CONTRIBUITO A RAFFORZARE IN LORO e le scelte di vita che in un qualche modo ci collegano a quei testi e a quell'esperienza ...! Non potrebbe essere un modo per ricollegare il Concilio al presente e a riprendere il coraggio di un cammino che con gli anni si fa più duro, ma non meno significativo per noi e per i nostri figli e nipoti!? che ne dite?”

MAURO Negli anni ’60 non ho avuto il medesimo percorso, in un contesto di credenti, come gli altri che mi hanno preceduto, ma ho anch’io sentito le positive novità che quei tempi portavano.

Concordo nel dire che i padri conciliari si sono mostrati veramente profetici e che i contenuti di questa Costituzione sono oltremodo attuali e moderni. Sono tali anche perché sono in buona parte inattuati, per cui , a mio avviso non occorre un altro Concilio per riaggiornare la Chiesa ai “segni dei tempi”, basterebbe applicare efficacemente tutti i contenuti del Concilio Vaticano II. Infatti molti dei contenuti della “Gaudium et Spes” ci risultano moderni soprattutto perché ancora disattesi.

Con gli anni ’70 è prevalso nella gerarchie della Chiesa, ma non solo, anche in quelle Civili, una sorta di restaurazione, quasi di conservazione della condizione di tranquillità che lo status antecedente il Concilio assicurava. Il boom economico alle porte, il benessere assicurato dal capitalismo che si andava affermando, mettevano la Chiesa e la classe politica al potere al riparo da spinte troppo “in avanti” che potevano scaturire dal basso (dalla gente).

Gli stessi dirigenti, sia politici che religiosi, che sono succeduti a quegli anni, non hanno più avuto lo spessore, la capacità e forse a anche la volontà di dare corso a quanto emerso in quel Concilio e di proseguire in quel cammino che indicava una strada in salita, ma fruttuosa ed aperta ad ulteriori miglioramenti.

ALTRI INTERVENTI NON PERVENUTI: Bianca: E' difficile trasmettere questi valori ai più giovani. Giorgio: Il card Martini proponeva un nuovo Concilioperchè il Vaticano II interpretava il suo tempo, ma la chiesa oggi non sembra capace di rifare questo aggiornamento...Mi ha molto colpito il n.79 dove si parla della destinazione a tutti dei beni della terra e si dice “...a tutti gli uomini spetta di avere una parte di beni sufficienti a sé e alla propria famiglia...bisogna aiutare i poveri non soltanto con il superfluo. Colui che si trova in estrema difficoltà, ha il diritto di procurarsi il necessario dalla ricchezza altrui”. Laura: In quegli anni noi non abbiamo letto molto del Concilio ma abbiamo vissuto quelle cose che in queste serate andiamo leggendo; era saltata la barriera noi/voi, dentro/fuori facevamo le cose insieme tutti; Cicci: Anch'io ricordo di quegli anni le cose che si andavano facendo insieme con entusiasmo, doposcuola, case aperte, disponibilità vicendevole...Anna: I fermenti del Concilio e quelli del 68 sono stati fermati, secondo me, con un disegno lucido e preciso dal capitalismo attraverso il terrorismo e la diffusione della droga; ma devo dire che i movimenti internazionali per la pace, il disarmo, contro il razzismo sono andati comunque avanti.

SIRIANA : “Vorrei portare alla vostra attenzione queste parole della Gaudium et Spes:

“La corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri” ( 81). Questa frase, di estrema attualità ma purtroppo inascoltata, enuncia una semplice verità: quando le risorse sono limitate, impegnare forti somme nel campo militare significa toglierle ad altri settori fondamentali per l’uomo come la sanità e l’istruzione.

A livello mondiale in questi anni, nonostante la fame, la disoccupazione, le malattie, abbiamo visto crescere continuamente le spese militari. Anche a livello nazionale, in un periodo in cui il Governo sta chiedendo sacrifici a tutti, osserviamo che le spese militari continuano ad assorbire grandi risorse economiche. Quest’anno è stata lanciata la campagna “Taglia le ali alle armi” contro l’acquisto degli F35, del costo ognuno di oltre 100 milioni di €. Se ne sarebbero dovuti acquistare 120, successivamente ridotti a 90; ma restano sempre molti per una nazione che, come recita l’art. 11 della Costituzione, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ogni F35 costa come 143 asili nido e 2.150 educatrici e assistenti : abbiamo proprio bisogno di tanti cacciabombardieri, la cui spesa, sommata alle altre spese militari, è assolutamente astronomica? O sarebbe meglio spendere una parte di quelle risorse per servizi essenziali per l’uomo? La Gaudium et Spes ci suggerisce la strada da percorrere”.

c) TESTO INTEGRALE DEI PRIMI 10 DELLA GAUDIUM ET SPES

1. Intima unione della Chiesa con l'intera famiglia umana.

"Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.

La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.

Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.

2. A chi si rivolge il Concilio.

Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi dell'uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore: esso è caduto, certo, sotto la schiavitù del peccato, ma il Cristo, con la croce e la risurrezione ha spezzato il potere del Maligno e l'ha liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento.

3. A servizio dell'uomo.

Ai nostri giorni l'umanità, presa d'ammirazione per le proprie scoperte e la propria potenza, agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione del mondo, sul posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi individuali e collettivi, e infine sul destino ultimo delle cose e degli uomini. Per questo il Concilio, testimoniando e proponendo la fede di tutto intero il popolo di Dio riunito dal Cristo, non potrebbe dare una dimostrazione più eloquente di solidarietà, di rispetto e d'amore verso l'intera famiglia umana, dentro la quale è inserito, che instaurando con questa un dialogo sui vari problemi sopra accennati, arrecando la luce che viene dal Vangelo, e mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare l'umana società.

È l'uomo dunque, l'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione.

Pertanto il santo Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda a tale vocazione.

Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito .

LA CONDIZIONE DELL'UOMO NEL MONDO CONTEMPORANEO

4. Speranze e angosce.

Per svolgere questo compito, è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico. Ecco come si possono delineare le caratteristiche più rilevanti del mondo contemporaneo. L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all'insieme del globo. Provocati dall'intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono sull'uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e d'agire, sia nei confronti delle cose che degli uomini. Possiamo così parlare di una vera trasformazione sociale e culturale, i cui riflessi si ripercuotono anche sulla vita religiosa.

Come accade in ogni crisi di crescenza, questa trasformazione reca con sé non lievi difficoltà.

Così, mentre l'uomo tanto largamente estende la sua potenza, non sempre riesce però a porla a suo servizio. Si sforza di penetrare nel più intimo del suo essere, ma spesso appare più incerto di se stesso. Scopre man mano più chiaramente le leggi della vita sociale, ma resta poi esitante sulla direzione da imprimervi. Mai il genere umano ebbe a disposizione tante ricchezze, possibilità e potenza economica; e tuttavia una grande parte degli abitanti del globo è ancora tormentata dalla fame e dalla miseria, e intere moltitudini non sanno né leggere né scrivere.

Mai come oggi gli uomini hanno avuto un senso così acuto della libertà, e intanto sorgono nuove forme di schiavitù sociale e psichica.

E mentre il mondo avverte così lucidamente la sua unità e la mutua interdipendenza dei singoli in una necessaria solidarietà, violentemente viene spinto in direzioni opposte da forze che si combattono; infatti, permangono ancora gravi contrasti politici, sociali, economici, razziali e ideologici, né è venuto meno il pericolo di una guerra capace di annientare ogni cosa.

Aumenta lo scambio delle idee; ma le stesse parole con cui si esprimono i più importanti concetti, assumono nelle differenti ideologie significati assai diversi.

Infine, con ogni sforzo si vuol costruire un'organizzazione temporale più perfetta, senza che cammini di pari passo il progresso spirituale.

Immersi in così contrastanti condizioni, moltissimi nostri contemporanei non sono in grado di identificare realmente i valori perenni e di armonizzarli dovutamente con le scoperte recenti.

Per questo sentono il peso della inquietudine, tormentati tra la speranza e l'angoscia, mentre si interrogano sull'attuale andamento del mondo.

Questo sfida l'uomo, anzi lo costringe a darsi una risposta.

5. Profonde mutazioni.

Il presente turbamento degli spiriti e la trasformazione delle condizioni di vita si collegano con un più radicale modificazione, che tende al predominio, nella formazione dello spirito, delle scienze matematiche, naturali e umane, mentre sul piano dell'azione Si affida alla tecnica, originata da quelle scienze. Questa mentalità scientifica modella in modo diverso da prima la cultura e il modo di pensare. La tecnica poi è tanto progredita, da trasformare la faccia della terra e da perseguire ormai la conquista dello spazio ultraterrestre. Anche sul tempo l'intelligenza umana accresce in certo senso il suo dominio: sul passato mediante l'indagine storica, sul futuro con la prospettiva e la pianificazione. Non solo il progresso delle scienze biologiche, psicologiche e sociali dà all'uomo la possibilità di una migliore conoscenza di sé, ma lo mette anche in condizioni di influire direttamente sulla vita delle società, mediante l'uso di tecniche appropriate.

Parimenti l'umanità sempre più si preoccupa di prevedere e controllare il proprio incremento demografico. Il movimento stesso della storia diventa così rapido, da poter difficilmente esser seguito dai singoli uomini. Unico diventa il destino della umana società o senza diversificarsi più in tante storie separate. Così il genere umano passa da una concezione piuttosto statica dell'ordine delle cose, a una concezione più dinamica ed evolutiva.

Ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove.

6. Mutamenti nell'ordine sociale.

In seguito a tutto questo, mutamenti sempre più profondi si verificano nelle comunità locali tradizionali famiglie patriarcali, clan, tribù, villaggi, nei differenti gruppi e nei rapporti della vita sociale. Si diffonde gradatamente il tipo di società industriale, che favorisce in alcune nazioni una economia dell'opulenza, e trasforma radicalmente concezioni e condizioni secolari di vita sociale. Parimenti la civilizzazione urbana e l'attrazione che essa provoca s'intensificano, sia per il moltiplicarsi delle città e dei loro abitanti, sia per la diffusione tra i rurali dei modelli di vita cittadina. Nuovi e migliori mezzi di comunicazione sociale favoriscono nel modo più largo e più rapido la conoscenza degli avvenimenti e la diffusione delle idee e dei sentimenti, suscitando così numerose reazioni a catena. Né va sottovalutato che moltissima gente, spinta per varie ragioni ad emigrare, cambia il suo modo di vivere. In tal modo, senza arresto si moltiplicano i rapporti dell'uomo coi suoi simili, mentre a sua volta questa « socializzazione » crea nuovi legami, senza tuttavia favorire sempre una corrispondente maturazione delle persone e rapporti veramente personali, cioè la « personalizzazione ». Un'evoluzione siffatta appare più manifesta nelle nazioni che già godono del progresso economico e tecnico; ma essa mette in movimento anche quei popoli ancora in via di sviluppo, che aspirano ad ottenere per i loro paesi i benefici della industrializzazione e dell'urbanizzazione.

Questi popoli, specialmente se vincolati da più antiche tradizioni, sentono allo stesso tempo il bisogno di esercitare la loro libertà in modo più adulto e più personale.

7. Mutamenti psicologici, morali e religiosi.

Il cambiamento di mentalità e di strutture spesso mette in causa i valori tradizionali, soprattutto tra i giovani: frequentemente impazienti, essi diventano ribelli per l'inquietudine; consci della loro importanza nella vita sociale, desiderano assumere al più presto le loro responsabilità.

Spesso genitori ed educatori si trovano per questo ogni giorno in maggiori difficoltà nell'adempimento del loro compito.

Le istituzioni, le leggi, i modi di pensare e di sentire ereditati dal passata non sempre si adattano bene alla situazione attuale; di qui un profondo disagio nel comportamento e nelle stesse norme di condotta. Anche la vita religiosa, infine, è sotto l'influsso delle nuove situazioni. Da un lato, un più acuto senso critico la purifica da ogni concezione magica nel mondo e dalle sopravvivenze superstiziose ed esige un adesione sempre più personale e attiva alla fede; numerosi sono perciò coloro che giungono a un più vivo senso di Dio. D'altro canto però, moltitudini crescenti praticamente si staccano dalla religione. A differenza dei tempi passati, negare Dio o la religione o farne praticamente a meno, non è più un fatto insolito e individuale.

Oggi infatti non raramente un tale comportamento viene presentato come esigenza del progresso scientifico o di un nuovo tipo di umanesimo.

Tutto questo in molti paesi non si manifesta solo a livello filosofico, ma invade in misura notevolissima il campo delle lettere, delle arti, dell' interpretazione delle scienze umane e della storia, anzi la stessa legislazione: di qui il disorientamento di molti.

8. Squilibri nel mondo contemporaneo.

Una così rapida evoluzione, spesso disordinatamente realizzata, e la stessa presa di coscienza sempre più acuta delle discrepanze esistenti nel mondo, generano o aumentano contraddizioni e squilibri. Anzitutto a livello della persona si nota molto spesso lo squilibrio tra una moderna intelligenza pratica e il modo di pensare speculativo, che non riesce a dominare né a ordinare in sintesi soddisfacenti l'insieme delle sue conoscenze.

Uno squilibrio si genera anche tra la preoccupazione dell'efficienza pratica e le esigenze della coscienza morale, nonché molte volte tra le condizioni della vita collettiva e le esigenze di un pensiero personale e della stessa contemplazione.

Di qui ne deriva infine lo squilibrio tra le specializzazioni dell'attività umana e una visione universale della realtà. Nella famiglia poi le tensioni nascono sia dalla pesantezza delle condizioni demografiche, economiche e sociali, sia dal conflitto tra le generazioni che si susseguono, sia dal nuovo tipo di rapporti sociali tra uomo e donna. Grandi contrasti sorgono anche tra le razze e le diverse categorie sociali; tra nazioni ricche e meno dotate e povere; infine tra le istituzioni internazionali nate dall'aspirazione dei popoli alla pace e l'ambizione di imporre la propria ideologia, nonché gli egoismi collettivi esistenti negli Stati o in altri gruppi.

Di qui derivano diffidenze e inimicizie, conflitti ed amarezze di cui l'uomo è a un tempo causa e vittima.

9. Le aspirazioni sempre più universali dell'umanità.

Cresce frattanto la convinzione che l'umanità non solo può e deve sempre più rafforzare il suo dominio sul creato, ma che le compete inoltre instaurare un ordine politico, sociale ed economico che sempre più e meglio serva l'uomo e aiuti i singoli e i gruppi ad affermare e sviluppare la propria dignità. Donde le aspre rivendicazioni di tanti che, prendendo nettamente coscienza, reputano di essere stati privati di quei beni per ingiustizia o per una non equa distribuzione.

I paesi in via di sviluppo o appena giunti all'indipendenza desiderano partecipare ai benefici della civiltà moderna non solo sul piano politico ma anche economico, e liberamente compiere la loro parte nel mondo; invece cresce ogni giorno la loro distanza e spesso la dipendenza anche economica dalle altre nazioni più ricche, che progrediscono più rapidamente.

I popoli attanagliati dalla fame chiamano in causa i popoli più ricchi.

Le donne rivendicano, là dove ancora non l'hanno raggiunta, la parità con gli uomini, non solo di diritto, ma anche di fatto. Operai e contadini non vogliono solo guadagnarsi il necessario per vivere, ma sviluppare la loro personalità col lavoro, anzi partecipare all'organizzazione della vita economica, sociale, politica e culturale. Per la prima volta nella storia umana, i popoli sono oggi persuasi che i benefici della civiltà possono e debbono realmente estendersi a tutti.

Sotto tutte queste rivendicazioni si cela un'aspirazione più profonda e universale.

I singoli e i gruppi organizzati anelano infatti a una vita piena e libera, degna dell'uomo, che metta al proprio servizio tutto quanto il mondo oggi offre loro così abbondantemente.

Anche le nazioni si sforzano sempre più di raggiungere una certa comunità universale.

Stando così le cose, il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell'odio. Inoltre l'uomo prende coscienza che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si pone degli interrogativi.

10. Gli interrogativi più profondi del genere umano.

In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe.

Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Molti, è vero, la cui vita è impregnata di materialismo pratico, sono lungi dall'avere una chiara percezione di questo dramma; oppure, oppressi dalla miseria, non hanno modo di rifletterci. Altri, in gran numero, credono di trovare la loro tranquillità nelle diverse spiegazioni del mondo che sono loro proposte. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione dell'umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del suo cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita, loda l'audacia di quanti, stimando l'esistenza umana vuota in se stessa di significato, si sforzano di darne una spiegazione completa mediante la loro sola ispirazione.

Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo?

Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso?

Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo?

Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa?

Cosa ci sarà dopo questa vita?

Ecco: la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro Nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. Essa crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana.

Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.

Così nella luce di Cristo, immagine del Dio invisibile, primogenito di tutte le creature il Concilio intende rivolgersi a tutti per illustrare il mistero dell'uomo e per cooperare nella ricerca di una soluzione ai principali problemi del nostro tempo.

D) I CRISTIANI NEL MONDO: DALL'EPISTOLA A DIOGNETO (Cap. 5-6) - lettera di un anonimo cristiano al nobile Diogneto in difesa della fede cristiana (III sc.)

"I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano. Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si sposano ed hanno figli, ma non ripudiano i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Anche se non sono conosciuti, vengono condannati; sono condannati a morte, e da essa vengono vivificati. Sono poveri e rendono ricchi molti; sono sprovvisti di tutto, e trovano abbondanza in tutto. Vengono disprezzati e nei disprezzi trovano la loro gloria; sono colpiti nella fama e intanto viene resa testimonianza alla loro giustizia. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore. Quando fanno dei bene vengono puniti come fossero malfattori; mentre sono puniti gioiscono come se si donasse loro la vita. I Giudei muovono a loro guerra come a gente straniera, e i pagani li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire la causa del loro odio. Insomma, per parlar chiaro, i cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo. L’anima si trova in ogni membro del corpo; ed anche i cristiani sono sparpagliati nelle città del mondo. L’anima poi dimora nel corpo, ma non proviene da esso; ed anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo che si vede; anche i cristiani li vediamo abitare nel mondo, ma la loro pietà è invisibile. La carne, anche se non ha ricevuto alcuna ingiuria, si accanisce con odio e fa’ la guerra all’anima, perché questa non le permette di godere dei piaceri sensuali; allo stesso modo anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto nessuna ingiuria, per il solo motivo che questi sono contrari ai piaceri. L’anima ama la carne, che però la odia, e le membra; e così pure i cristiani amano chi li odia. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono detenuti nel mondo come in una prigione, ma sono loro a sostenere il mondo. L’anima immortale risiede in un corpo mortale; anche i cristiani sono come dei pellegrini che viaggiano tra cose corruttibili, ma attendono l’incorruttibilità celeste. L’anima, maltrattata nelle bevande e nei cibi, diventa migliore; anche i cristiani, sottoposti ai supplizi, aumentano di numero ogni giorno più. Dio li ha posti in un luogo tanto elevato, che non e loro permesso di abbandonarlo."




Mercoledì 19 Dicembre,2012 Ore: 17:33
 
 
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