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www.ildialogo.org La CHIESA Lumen Gentium: la luce delle genti,a cura di Peppe Manni

Concilio Vaticano II
La CHIESA Lumen Gentium: la luce delle genti

a cura di Peppe Manni

E' la seconda costituzione emanata dal Concilio il 21 novembre 1964. E' la più importante per il contenuto pastorale e teologico. Dopo 400 anni di silenzio (Concilio di Trento) i 2500 vescovi conciliari di fronte alle sollecitazione della modernità, cercano di ridefinire la chiesa. Non più condanne ed anatemi ma una lunga riflessione basata sulle scritture e sulla tradizione per esporre ai credenti una visione nuova e completa della chiesa e della sua mission nel mondo contemporaneo. Del popolo di Dio, dei preti e vescovi, dei laici, dei Religiosi, della Madonna. La chiesa non si pone in contrapposizione al mondo ma vuole aiutare tutti gli uomini a costruire un mondo nuovo secondo il volere di Dio. Lumen Gentium, Gesù luce delle genti appunto. Non più una contrapposizione e condanne ma ascolto e servizio.

L'evento Concilio è specialmente il nuovo metodo di lavoro.

In questo documento pur nel complesso linguaggio dei documenti papali-episcopali, emergano novità rivoluzionarie capaci se sviluppate di grandi cambiamenti. In 50 anni sono cambiati i contesti, la società si è evoluta: impatto con il 68; caduta del muro di Berlino; il ventennio berlusconiano; chiesa ormai marginale nella società, significativo abbandono dei giovani della chiesa; presenze significative tra noi di altre culture e religioni, nuove tematiche etiche ecc.

Capitoli del Documento: I - Mistero della chiesa; II - Popolo di Dio; III - Gerarchia e episcopato; IV – I laici; V - Chiamata di tutti alla santità; VI – I religiosi; VII Escaton...Chiesa Pellegrina; VIII - Maria mdre di Dio.

NUOVE PAROLE PER UNA CHIESA DIVERSA

La chiesa uscita dal Concilio di Trento era una società gerarchica e perfetta con un capo, il Papa a cui tutti dovevano obbedienza. Aveva un potere legislativo: infallibile, un potere giuridico con il quale giudicava gli eretici e li puniva non solo con la scomunica. E' un papa re con uno stato.

La Chiesa dice la Costituzione al n.7, non è un edificio, non è nemmeno il papa, i vescovi e i preti. Non è una definizione giuridica “una società perfetta”, ma viene presentata con immagine bibliche: un 'ovile', 'una famiglia', una 'sposa', 'il nuovo tempio'. 'Corpo mistico', unita a Cristo misteriosamente. Cioè non definibile. E' il Popolo di Dio. (9). Una parola nuova: prima del papa, dei vescovi e dei preti ci sono i cristiani che con il battesimo formano un popolo scelto da Dio che partecipa del “sacerdozio universale” di Cristo: sacerdozio comune (lettera di Pt e Ap) (10). 'La chiesa siamo noi', si cominciò a dire. Il sacro, cioè la possibilità di entrare in dialogo con Dio non è riservato ai sacerdoti ma è in mano a tutti i credenti. E' un forma non dichiarata di nuova democrazia non legata alla maggioranza del voto ma alla comunione che forma la comunità cristiana: cambiano i rapporti tra i credenti. Collegialità (22-24)è un'altra parola nuova. I vescovi insieme al Papa,vescovo di Roma, governano la chiesa. I documenti finiscono così tutte le cose stabilite in questa costituzione piacquero ai padri...e noi le approviamo. E stabiliamo decretiamo..”. Il ruolo dell'autorità nella chiesa è un servizio, un ministerium secondo le parole di Gesù “I grandi della terra si fanno chiamare re, ma tra di voi non sia così, il più grande sia come il più piccolo...”. Incongruenza di certi titoli: sacerdote, don (dominus) sommo pontefice, cardinale-principe della chiesa, eccellenza, eminenza, santità, monsignore ecc. genuflessione e bacio dell'anello...Benedizioni. E le sfarzose vesti e arredi: porpora, ermellino, ori, perle ecc. Ma anche Stato Vaticano, contatti diplomatici ecc eredi dello stato pontificio. E il concordato italiano che pur nell'affermazione costituzionale che tutte le religioni sono uguali dà privilegi consistenti alla chiesa cattolica.

I titoli più autentici sarebbero presbitero (prete), anziano, pastore, vescovo (sovraintendete), papa (padre), diacono (colui che serve). Un modo di esercitare l'autorità incompatibile non solo con la volontà di Gesù ma con la modernità

Il vescovo regge la chiesa particolare. I Vescovi non sono vicari del vescovo di Roma, sono rivestiti di autorità propria e sovraintendenti del popolo che governano “insieme, collegialmente”. Il Vescovo è maestro, sacerdote e pastore: i fedeli devono accettare senza discussione le parole dei loro pastori “e aderire in religioso rispetto”; il concetto di infallibilità che doveva essere solo del papa in certe circostanza se lo sono approprio i cardinali, i vescovi e i preti tutti parlano ex cathedra e non ammettono dialogo o discussione.. All'inizio c'era confronto e comunità (cfer Concilio di Gerusalemme in Ati 15). Oggi i nuovi organismi, il Consiglio pastorale e presbiterale, sono organismi solo consultivi.

Il capitolo IV è dedicata ai laici: Già in Rosmini una delle “Cinque piaghe della santa chiesa” (Pubblicato nel 1848 e messo all'indice nel 1849), era la divisione tra clero e laici (laos popolo – cleros, parte eletta): i laici non sono cristiani e cristiane di serie b ma appartenenti a pieno titolo alla missione della chiesa-Popolo di Dio. (31)...”Non c'è nessuna ineguaglianza in Cristo e nella chiesa per riguardo alla stirpe, alla nazione, alla condizione sociale o al sesso poiché “non c'è né giudeo, né gentile, né schiavo né libero, nè uomo né donna (gal 3,28; Col 3,11)...Di fatto nella chiesa oggi c'è una grande discriminazione tra laici e clero, tra uomo e donna: la donna non può essere né prete né diacono.

Ai laici viene richiesto un impegno diretto nelle cose de mondo. “E' proprio dei laici , per loro vocazione, cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” ”Gesù vuole anche attraverso i laici continuare la sua testimonianza..”(34)... “Essi hanno la facoltà anzi il dovere di far conoscere il loro parere...ma devono cristiana obbedienza ai pastori.. che devono riconoscere e promuovere la dignità e la responsabilità dei laici nella chiesa...si servano, affidino, incoraggino e lascino loro libertà di iniziativa”.(37). Poi in verità Paolo VI subito dopo pubblica l'Humanae vitae, contraria all'uso dei contraccettivi, non accogliendo il parere dei 'laici/e' presenti nella commissione preparatoria. Ambiguità della parola “laico”: spesso si intende laico come non credente; laico significa oggi un atteggiamento positivo nelle proprie scelte personali e politiche non dipendente dalle direttive autoritarie dei capi sia religiosi che non.

Tutti gli uomini sono chiamati a formare il popolo di Dio” Il messaggio originale di Gesù è contenuto nella regolo d'oro di Gesù “Fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te” (cfr capp 5,6,7 di Matteo); che è contenuto in tutti movimenti spirituali; è condivisibile dagli uomini di buona volontà..

Domanda: Dalla lettera a Diogneto: “I cristiani siano siano nel mondo ciò che è l'anima nel corpo”. In che modo i cristiani sono l'anima del mondo?: Associati, come partito, come singoli? Che significa esse un cristiano adulto?

(Capitoli V, VI, VII, VIII V solo cenni): Tutti sono chiamati alla santità, non solo preti e suore – Rivalutazione dello stato matrimoniale. Ma rimane la supervalutazione dello stato celibatario; dimenticanza delle beatitudini e dei cosiddetti consigli evangelici rivolti a tutti ad es “Va vendi dai ai poveri, tutto e seguimi”; scarsamente citati...(nella Bibbia santo è solo Dio all'uomo si chiede di essere giusto). Cap VI I Religiosi: i tre voti: Castità Obbedienza e Povertà. Cap VII Chiesa pellegrina: la chiesa cammina in attesa del ritorno di Gesù. Cap VIII Maria Madre di Dio “Uno solo è il nostro mediatore Cristo”; culto dei santi e di Maria che non deve essere non adorazione: Culto delle immagini... “Nè sentimentalismi nè vana credulità, ma imitazione” 67.)

QUESTE NUOVE PAROLE EBBERO UNA GRANDE ECO A MODENA

Nelle parrocchie e nei movimenti specialmente Azione Cattolica, Acli e Scout. Le nuove forme “istituzionali” di partecipazione furono: consigli pastorali e presbiterali dove i laici e i preti erano chiamati a discutere le nuove linee pastorali. Ma “sbocciarono” anche Gruppi spontanei autogestiti dai laici e Comunità di base. Alla fine degli anni 60 erano cinquanta gruppi e comunità di base intorno all'esperienza pilota della parrocchia del Villaggio Artigiano dove c'era un gruppo di preti operai. Erano circa 25 in tutta la provincia. Gruppi di seminaristi e di frati francescani, dehoniani, seminaristi modenesi e reggiani, sperimentarono comunità di lavoro fuori dal seminario e dal convento. In molte parrocchie furono applicate le parole del Concilio e si sperimentarono nuove forme di comunità e di vita liturgica: a Nonantola, Ranocchio, BVA, San Lazzaro, Madonnina ecc. Nacquero anche comunità e gruppi di vita condivisa. Una ventina di preti e “laiche/i” modenesi in quegli anni partirono per il Brasile in diocesi amiche.

PROBLEMI IRRISOLTI

I vescovi sono rimasti ai margini del potere decisionale che è ancora in mano alla Curia Romana e al Papa che attraverso i sinodi regionali sente 'solamente' il parere dei vescovi.

I teologi erano chiamati ad approfondire e modernizzare il messaggio evangelico, ma per lo più ripetono parole di vescovi e papi; la ricerca è piuttosto affidata a ricercatori non ufficiali o “scomunicati”. Cosicché non hanno ancora diritto di cittadinanza le nuove teologie: la Teologia ecologica, la Teologia al femminile, teologia delle Religioni Ma anche espressione di culture altre cfr Africa e India. E specialmente la Teologia della Liberazione che era nata da una parola conciliare: la chiesa dei Poveri.

La sollecitazione era venuta dal gruppo di Bologna: card. Lercaro e don Dossetti. Chiesa di poveri perchè essi sono i prediletti coloro che sono evangelizzati dalla buona novella (Beatitudini e Lc. 4) ed evangelizzano la chiesa. Essi hanno sete del vangelo ma la chiesa non glielo dà. La chiesa specie quella occidentale è bianca, ricca, maschile. I poveri sono nel terzo mondo, oppure tra di noi, si sono sentiti allontanati e hanno aderito al socialismo. E' pelagiana crede solo nei mezzi umani ma nella Grazia. La chiesa è povera: di mezzi materiale e di appoggi politici. Non crede nella forza e nel potere politico ma in Dio. E infine chiesa dei poveri attenta specialmente alle situazioni di sofferenza, emarginazione e ingiustizia. La chiesa dovrebbe essere perseguitata come Gesù per la giustizia. In occidente e anche in altre nazioni i cristiani e le chiese hanno ruoli di privilegio; i cristiani spesso sono perseguitati e uccisi non per Gesù ma per ragioni politiche (ad es in Irlanda, in Nigeria, forse nei paesi comunisti...). Per Lercaro doveva essere il tema centrale del Concilio ma fu dimenticato e ne rimase solo una mezza paginetta (8,3) non più ripresa. Le comunità che scelsero la Teologia della Liberazione nel sud America furono sconfessate da Roma e i vedovi di Medellin che avevano scelto questa linea, furono lasciati soli o sostituiti.

Molte esperienze innovative nate dal Concilio furono assorbite o dimenticate, mentre fiorirono nuovi movimenti “tradizionalisti”come Comunione e Liberazione, i Cursillos, Opus Dei, Legionari di Cristo spirituali ecc, che incanalarono o soppressero i fermenti del Concilio. Ma anche perché in quel tempo trenta preti tra le forze più nuove, dovettero lasciare lo status ecclesiastico perché scelsero di sposarsi. E furono completamento emarginati e dimenticati. I fermenti fortunatamente continuano in modo sotterraneo ad essere presenti.

Domande In che modo riformulare cioè “aggiornare, come diceva Papa Giovanni, per il mondo moderno e per i giovani, il depositum fidei, il ricco patrimonio di dogmi, sacramenti, leggi morali...? Qual'è il Vangelo, il lieto annuncio, la parola inaspettata che può scaldare il cuore agli uomini del nostro tempo? Cosa significa appartenere al Popolo di Dio: privilegio di pochi, scelta incomprensibile di Dio insieme degli uomini di buona volontà, un seme, il sale, il lievito, che vogliono un mondo nuovo? Come riscrivere il Credo? Poco si parla di Chiesa come Regno di Dio (da approfondire).

ALCUNE CITAZIONI

1. “Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo.

13. Tutti gli uomini sono chiamati a formare il popolo di Dio. Perciò questo popolo, pur restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l'intenzione della volontà di Dio, il quale in principio creò la natura umana una e volle infine radunare insieme i suoi figli dispersi (cfr. Gv 11,52). A questo scopo Dio mandò il Figlio suo, al quale conferì il dominio di tutte le cose (cfr. Eb 1,2), perché fosse maestro, re e sacerdote di tutti, capo del nuovo e universale popolo dei figli di Dio. Per questo infine Dio mandò lo Spirito del Figlio suo, Signore e vivificatore, il quale per tutta la Chiesa e per tutti e singoli i credenti è principio di associazione e di unità, nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (cfr. At 2,42)....In tutte quindi le nazioni della terra è radicato un solo popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi egli prende i cittadini del suo regno non terreno ma celeste. E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione con gli altri nello Spirito Santo, e così « chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra ». Siccome dunque il regno di Cristo non è di questo mondo (cfr. Gv 18,36), la Chiesa, cioè il popolo di Dio, introducendo questo regno nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce e accoglie tutte le ricchezze, le risorse e le forme di vita dei popoli in ciò che esse hanno di buono e accogliendole le purifica, le consolida ed eleva. Essa si ricorda infatti di dover far opera di raccolta con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti (cfr. Sal 2,8), e nella cui città queste portano i loro doni e offerte (cfr. Sal 71 (72),10; Is 60,4-7). Questo carattere di universalità, che adorna e distingue il popolo di Dio è dono dello stesso Signore, e con esso la Chiesa cattolica efficacemente e senza soste tende a ricapitolare tutta l'umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo capo, nell'unità dello Spirito di lui...In virtù di questa cattolicità, le singole parti portano i propri doni alle altre parti e a tutta la Chiesa, in modo che il tutto e le singole parti si accrescono per uno scambio mutuo universale e per uno sforzo comune verso la pienezza nell'unità. Ne consegue che il popolo di Dio non solo si raccoglie da diversi popoli, ma nel suo stesso interno si compone di funzioni diverse. Poiché fra i suoi membri c'è diversità sia per ufficio, essendo alcuni impegnati nel sacro ministero per il bene dei loro fratelli, sia per la condizione e modo di vita, dato che molti nello stato religioso, tendendo alla santità per una via più stretta, sono un esempio stimolante per i loro fratelli. Così pure esistono legittimamente in seno alla comunione della Chiesa, le Chiese particolari, con proprie tradizioni, rimanendo però integro il primato della cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale di carità, tutela le varietà legittime e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non pregiudichi l'unità, ma piuttosto la serva. E infine ne derivano, tra le diverse parti della Chiesa, vincoli di intima comunione circa i tesori spirituali, gli operai apostolici e le risorse materiali. I membri del popolo di Dio sono chiamati infatti a condividere i beni e anche alle singole Chiese si applicano le parole dell'Apostolo: « Da bravi amministratori della multiforme grazia di Dio, ognuno di voi metta a servizio degli altri il dono che ha ricevuto» (1 Pt 4,10)....Tutti gli uomini sono quindi chiamati a questa cattolica unità del popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale; a questa unità in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini senza eccezione, che la grazia di Dio chiama alla salvezza.”

DISCUSSIONE

Come sempre moltissimi i commenti e le testimonianze: molti dei presenti sono testimoni diretti di quel tempo fortunato e luminoso del post concilio. Chi non lo era, per questioni anagrafiche, era curioso di sapere cosa avvenne allora, specialmente in riferimento alla esperienza Parrocchia – Comunità del Villaggi Artigiano di Modena. Allego a mo' di informazione il libretto che scrissi in occasione dei 30 anni della nascita della comunità del Villaggio che usciva dalla parrocchia (1976-2006).

Anna: nella parrocchia di S. Lazzaro ero nel consiglio pastorale e c'era una reale discussione sui problemi. Ci si poteva confrontare; organizzammo il doposcuola in parrocchia insieme al quartiere per i ragazzi; con i preti. Bianca: Ho l'impressione che oggi nelle parrocchie il Consiglio pastorale non abbia più una grande funzione e ci si adegui alle direttive del parroco; anche a Bologna i gruppi dossettiani hanno incontrato notevoli difficoltà. In quei tempi non si è mai riusciti a chiarirci completamente con il Vescovo e con il clero che non è mai stato veramente abituato a discutere e ad ascoltare., era un periodo di grandi contraddizioni. Sandro V: racconta della difficoltà di fare il prete operaio: ti sentivi estraneo alla fabbrica e nello stesso tempo rigettato dal clero; la chiesa ufficiale non ci ha mai cercati; siamo stati noi a cercare un dialogo. Laura purtroppo la chiesa mantiene ancora troppo potere e frena il rinnovamento. Cicci: Mi ricordo il periodo degli anni 70 al Villaggio: ciò che mi interessava non erano le novità religiose ma le nuove esperienze che nascevano al villaggio di comunità, di condivisione, l'accoglienza dei tossici, di ragazzi in difficoltà, il doposcuola, la solidarietà con le fabbriche occupate, le case aperte. Fausto: è importante narrare quelle esperienze a noi che non eravamo present; quale evoluzione delle CdB. Renata: Ancora oggi a Modena ci sono comunità di preti che continuano le esperienze nate dal concilio... Carla: Oggi c'è bisogno di crescere nella consapevolezza di essere Popolo di Dio per essere rappresentati all'interno di questa chiesa. Gigi C. la fiducia di quei giorni fu frenata dalla paura, importante la rielaborazione collettiva che si sta facendo.




Martedì 04 Dicembre,2012 Ore: 21:14
 
 
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