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www.ildialogo.org Raffaele Volpe: "Mobilitare le coscienze a partire da ogni singola persona",a cura di Luca Baratto

INTERVISTA
Raffaele Volpe: "Mobilitare le coscienze a partire da ogni singola persona"

a cura di Luca Baratto

da Agenzia NEV del 10/11/2010


Roma (NEV), 10 novembre 2010 - La 41a assemblea dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), tenutasi a Chianciano (Siena) dal 29 ottobre al 1° novembre, ha eletto quale suo nuovo presidente, il pastore Raffaele Volpe. In una pausa dei lavori dell'assemblea gli abbiamo rivolto alcune domande.
Pastore Volpe, nel suo discorso dopo l'elezione lei ha sottolineato gli elementi del servizio e della collegialità, come caratterizzanti il ruolo di presidente dell'UCEBI.
Credo che in questo momento storico del nostro paese, caratterizzato da personalismi e da una scarsa partecipazione democratica, sia necessario sottolineare che la nostra Unione battista vuole ricominciare da queste due parole: servizio e collegialità. Servizio inteso come capacità di sapersi mettere a disposizione degli altri, di un progetto; collegialità come disponibilità a farsi coinvolgere e anche capacità di coinvolgere un sempre maggior numero di persone alla partecipazione attiva. Solo così sarà più facile e sopportabile il servizio che siamo chiamati ad adempiere nelle nostre comunità.
Quali ritiene siano le indicazioni emerse da questa Assemblea per il lavoro del prossimo biennio?
Vorrei evidenziare in particolare due aspetti che riguardano la missione. Due aspetti che dipendono da una premessa fondamentale: la consapevolezza di essere chiese che sono accompagnate e che si affidano all'aiuto e alla guida dello Spirito di Dio. Da questa consapevolezza parte la nostra missione che si fonda su due passi biblici. Il primo è Matteo 28 che invita verso l'esterno: "andate, uscite"; l'altro è Luca 4, che dice "evangelizzate i poveri". Se riusciremo a coniugare questi due passi, puntando sulla necessità della formazione e sulla mobilitazione delle coscienze a partire da ogni singola persona, potremo forse dire di aver realizzato il progetto emerso dall'assemblea.
Quest'anno cade anche il ventennale del patto di reciproco riconoscimento tra le chiese battiste metodiste e valdesi, sottoscritto nel 1990. Come vede il lavoro dell'Unione nell'ambito di questo patto?
A volte ho la sensazione che non si riesca a partire dal dato di fatto che questo patto è parte strutturale del nostro DNA. Non capisco perché ogni volta che si parla della collaborazione tra battisti, metodisti e valdesi lo si debba fare come se si dovesse ricominciare sempre da capo. Ribadisco che questo patto fa ormai parte del nostro DNA: io non sono solo battista ma anche valdese e metodista. Questo dev'essere il modo con cui tutti noi dobbiamo ragionare. Certamente siamo anche chiamati a riprogettare insieme, perché in vent'anni una generazione passa ed un'altra si forma. Dunque siamo chiamati a guardare avanti con le esperienze e le certezze costruite nel passato.


Venerd́ 12 Novembre,2010 Ore: 16:08
 
 
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