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www.ildialogo.org Anche i battisti parteciperanno alla ripartizione dei fondi,di Agenzia NEV del 21/07/2010

Otto per mille.
Anche i battisti parteciperanno alla ripartizione dei fondi

di Agenzia NEV del 21/07/2010

Venerdì scorso l'accordo con il Governo, soddisfazione di Anna Maffei, presidente UCEBI. Di seguito il discorso di Anna Maffei in occasione della firma dell’Intesa sull’8 per mille.


Roma (NEV), 21 luglio 2010 – Anche i battisti parteciperanno alla suddivisione delle quote otto per mille. Venerdì scorso a Roma, a Palazzo Chigi nella Sala degli Arazzi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la pastora Anna Maffei, presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), hanno firmato l'integrazione dell'Intesa battista del 1995 (legge 116/95) che permetterà all'UCEBI di entrare a far parte della ripartizione dei fondi dell'otto per mille.
Al termine dell'incontro Anna Maffei ha espresso soddisfazione aggiungendo: “A firma avvenuta, il sottosegretario Gianni Letta ci ha assicurato la massima celerità nel successivo iter parlamentare”. Infatti, ora la modifica dell'Intesa dell'UCEBI con la Repubblica Italiana dovrà passare al vaglio delle Commissioni parlamentari per essere poi approvata da Camera e Senato.
Maffei ha tuttavia ricordato che quella dell'adesione al meccanismo dell'otto per mille è stata una decisione “molto accesa e anche sofferta”. Infatti ci sono voluti diversi anni perché le ragioni dei sostenitori del “sì” superassero quelle del “no”. “Nell'Assemblea generale dell'UCEBI del 2008, ha infine prevalso la posizione di chi ritiene che la partecipazione a questa ripartizione non leda i nostri principi fondamentali, fra i quali quello della laicità dello Stato, in quanto vincola l’utilizzo delle somme ad interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero escludendo così il finanziamento alle chiese, le quali pertanto continueranno ad autosostenersi” ha spiegato Anna Maffei, sottolineando come i fondi provenienti dall’otto per mille “semplicemente serviranno a rafforzare il nostro impegno nel campo della diaconia internazionale particolarmente in Africa”.
Nel suo saluto al presidente del Consiglio (che riproduciamo integralmente in Documentazione) Maffei ha parlato di assunzione di responsabilità dell'UCEBI, che metterà “a disposizione il patrimonio di credibilità e fiducia di cui godiamo per la gestione, solo ed esclusivamente per i fini dichiarati, delle somme che i cittadini italiani vorranno affidarci”.
La delegazione dell'UCEBI era composta, oltre che dalla presidente Maffei, dai pastori Massimo Aprile, segretario del Dipartimento di teologia; Domenico Tomasetto, coordinatore UCEBI della Commissione interministeriale per le Intese; nonché dai membri della stessa Commissione: il pastore Martin Ibarra, Renato Maiocchi e Giuseppe Montemurro.
Oltre allo Stato, attualmente partecipano alla ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito IRPEF le seguenti confessioni religiose: Chiesa cattolica; Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi); Unione italiana delle Chiese avventiste del 7° Giorno; Assemblee di Dio in Italia; Unione delle comunità ebraiche italiane; Chiesa evangelica luterana in Italia. (nev/sts)
 
DOCUMENTAZIONE
 
Discorso di Anna Maffei in occasione della firma dell’Intesa sull’8 per mille
 
Roma (NEV), 21 luglio 2010 – Pubblichiamo il testo del saluto pronunciato dalla pastora Anna Maffei, presidente dell’Unione Cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), in occasione della firma con il presidente del Consiglio dei ministri il 16 luglio scorso, dell'integrazione dell'Intesa battista del 1995 (legge 116/95), che permetterà all'UCEBI di entrare a far parte della ripartizione dei fondi dell'otto per mille dell’IRPEF.
 
Signor Presidente,
a nome delle Chiese aventi parte nell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia desidero esprimere soddisfazione e compiacimento per la firma della presente Intesa, che ha luogo a breve distanza dalla sigla del testo dell’accordo.
A 17 anni dalla sottoscrizione della prima Intesa e a 15 dalla sua conversione in legge dello Stato firmiamo oggi un testo che non era contenuto, per nostra scelta, nell’articolato di allora. Esso riguarda la nostra partecipazione alla ripartizione della quota pari all’otto per mille dell’IRPEF, al fine di destinare le somme devolute a tale titolo dallo Stato ad interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero.
Molto si è discusso nelle nostre assemblee in questi anni se partecipare o meno alla ripartizione dell’otto per mille, come già avviene per altre confessioni religiose, e per lungo tempo hanno pesato fra noi in maggior misura le ragioni del no, proprio per marcare il principio peculiare nella nostra tradizione che si basa sulla netta distinzione fra i compiti delle chiese e quelli dello Stato. Con la nostra rinuncia intendevamo difendere il principio di laicità dello Stato e quello del trattamento non privilegiario delle chiese, insieme alla convinzione che lo Stato non dovesse abdicare in favore delle chiese alle sue responsabilità di intervento verso i deprivati e gli svantaggiati per combattere la povertà in Italia e nel mondo.
Pur restando sostanzialmente dello stesso avviso, si è diffusa nelle nostre chiese fino a prevalere, la convinzione che anche noi possiamo assumerci una parte di questa responsabilità, mettendo a disposizione il patrimonio di credibilità e fiducia di cui godiamo per la gestione, solo ed esclusivamente per i fini dichiarati, delle somme che i cittadini italiani vorranno affidarci.
Gesù raccontò una parabola un po’ spiazzante che terminava con questa frase:
Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare quelli vi ricevano nelle dimore eterne” (Luca 16, 9).
Per noi battisti i fondi che amministreremo in un certo senso sono “ricchezze ingiuste” perché non sono soldi nostri ma dello Stato, noi dunque li amministreremo con molta attenzione. Sosterremo progetti di sviluppo tesi a restituire dignità e speranza a chi ne è privo e voce a chi non ha ascolto.
Il nostro impegno in questo campo non comincia oggi, in quanto da oltre cento anni siamo attivi nell'assistenza all’infanzia abbandonata e agli anziani, nella diaconia internazionale mediante progetti umanitari in Africa e in Sud America e nella diffusione della cultura, e non solo di quella protestante. La firma di oggi pone tuttavia le basi per il rafforzamento di questo impegno. Esso, ne siamo coscienti, non cambierà il mondo e le sue strutture che producono povertà e ingiustizia. Per operare queste trasformazioni ci vuole la grande politica: l’impegno degli Stati, la riforma radicale dei potentati economici ormai globalizzati. Ciononostante speriamo che quanto faremo, insieme a tanti altri, credenti e non credenti, possa contribuire ad indicare una direzione verso un mondo più equo e rappresentare un piccolissimo seme di una realtà diversa che ci viene incontro, nonostante tutto.


Giovedì 22 Luglio,2010 Ore: 15:47
 
 
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