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www.ildialogo.org INTERVISTA A ROBERTA POSSI, MADRE, MOGLIE, SPELEOLOGA, PITTRICE E VOLONTARIA DELL'ASSOCIAZIONE CARCERE E TRERRITORIO DI BRESCIA E A SUO FIGLIO RAMON.,a cura di Carlo Castellini

Volontariato Carcerario
INTERVISTA A ROBERTA POSSI, MADRE, MOGLIE, SPELEOLOGA, PITTRICE E VOLONTARIA DELL'ASSOCIAZIONE CARCERE E TRERRITORIO DI BRESCIA E A SUO FIGLIO RAMON.

a cura di Carlo Castellini

 PRESENTAZIONE DI ROBERTA POSSI E DELLA SUA INTERVISTA RILASCIATA A CARLO CASTELLINI PER IL SITO www.ildialogo.org.
Ci siamo conosciuti in uno dei primi incontri dell'Associazione dei Volontari di Carcere e Territorio, che ha sede in via Spalti San Marco, 19, qui a Brescia; e mi ha fatto u po' da madrina e pedagoga, poichè mi ha aiutato a conoscere persone, a gestire l'intervista, regole da rispettare ed appuntamenti significativi da non evadere, e attive forme di collaborazione per I volontari principianti. Ci siamo sentiti per telefono qualche volta, per scambiarci altre informazioni ed opinioni personali.

E da tutto questo mi sono fatto l'idea di una persona impegnata si ma anche libera di volare; forse per il suo carattere solare, ma anche per una aderenza alla vita e concretezza nella sua filosofia dell'esistenza, ed I valori che stanno alla base del suo impegno di volontaria,, ma non solo nel settore carcerario, anche se lei afferma di essere affetta da una timidezza inguaribile.

ROBERTA POSSI, è coniugata, madre di due bei rampolli BLANCA E RAMON, casalinga quanto basta per soddisfare le esigenze di famiglia, e poi pittrice di quadri dilettante, si fa per dire, ma per nulla banale. Impegnata da alcuni anni nel settore di ACT (ASSOCIAZIONE CARCERE E TERRITORIO), di cui cura varie attività di intervento e di collegamento tra carcere, detenuti e istituzioni.

Durante quest'estate ha viaggiato all'estero, in AMERICA LATINA, ma non in qualità di turista occasionale, bensì di visitatrice motivata, ed anche attesa in alcuni ambienti. L'occasione opportuna le ha offerto la possibilità di scegliere un paese ben definito come il PERU', che ha visitato in compagnia del figlio RAMON, ormai fatto adolescente, con cui intrattiene un bel rapporto amicale e confidenziale.

E' divenuto così un viaggio per certi versi inatteso, con tante novità e signifiative emozioni: come ad esempio, quella grande soddisfazione provata nella visita alle detenute del Carcere di LIMA, nella capitale peruviana, dove le donne l'hanno attesa, poichè era già conosciuta per la presenza dei suoi quadri.

Oppure I momenti di condivisione, quando si è soffermata a mangiare con la gente povera e condiviso con loro tanti momenti, immergendosi in un battesimo di volti, che le hanno rivelato l'anima intima intima del Peru' e dei Peruviani.

Ne fanno fede le bellissime foto a colori, scattate da ROBERTA e dal figlio RAMON, che le ha raccolte e ordinate, secondo I momenti di scansione del loro entusiasmante viaggio. Si possono vedere e contemplare nel sito che alleghiamo,(insieme alle foto dei suoi bellissimi quadri)e gestito dal figlio RAMON, dal titolo: www.ramonc.altervista.org. (CARLO CASTELLINI).

INTERVISTA A ROBERTA POSSI, MADRE, MOGLIE, SPELEOLOGA, PITTRICE E VOLONTARIA DELL'ASSOCIAZIONE CARCERE E TRERRITORIO DI BRESCIA E A SUO FIGLIO RAMON. DOMANDE DI CARLO CASTELLINI PER IL SITO www.ildialogo.org.

  1. ROBERTA, ad un viaggio di questo genere non ci si prepara a cuor leggero. Come ti sei orientata e preparata a questo incontro con il continente americano?

    Qualche confronto con chi ci era già stato per comprendere il contesto nel quale ci recavamo ed un corso di spagnolo sono stati veramente provvidenziali.

  2. Quali erano le tue attese prima della partenza? E che cosa praticamente hai fatto per prepararti a questo viaggio?

    Le mie attese di amicizia, condivisione e solidarietà non sono state deluse, ho conosciuto persone bellissime che hanno lasciato la loro traccia nella mia anima.

    Cosa ho fatto praticamente per prepararmi? Tanti straordinari !!

  3. Hai portato con te tuo figlio RAMON, da sola ti sentivi più indifesa? Ti è stato di aiuto e di compagnia? Vi siete coinvolti a vicenda? O c'è stata quache difficoltà?

    Premetto che io e Ramon abbiamo un bellissimo rapporto, oserei dire più fraterno che filiale e mi sembrava giusto coinvolgerlo in questa esperienza, sicura che l'avrebbe arricchito e fatto ulteriormente maturare, poi è bello condividere qualcosa con chi ami. Siamo stati di grande aiuto e sostegno reciproco, abbiamo spesso analizzato e commentato le situazioni confrontandoci liberamente e senza conflitti...Pochi credevano che fossimo madre e figlio!

  4. E' la prima volta che ti rechi in America Latina? Come te la sei immaginata? E come l'hai trovata? Come ti sei trovata in aereo tu che vai spesso nelle viscere della terra?

    Sì, è la prima volta, e l'ho trovata proprio come l'immaginavo...povera, con paesaggi da sogno e persone semplici e amabili che vivono la vita con serenità e senza frenesia...

    L'aereo? Anche per quello è stata la prima volta...Bellissimo ed entusiasmante, sensazioni estremamente diverse da quelle che provo sottoterra, ma ugualmente forti ed emozionanti.

  5. Come mai hai scelto proprio il PERU'? Luoghi poverissimi, ma anche gente buona.

    Come spesso accade, è stato il caso a decidere...Un esiguo gruppo di amici appartenenti all'OMG (Operazione Mato Grosso) partivano e mi hanno domandato se volevo essere dei loro...Carpe diem! E siamo partiti. Devo qui fare una confessione: 19 anni or sono, io stavo per andare a fare un'esperienza simile in Burundi...era tutto pronto, ma, al momento della partenza...ho scoperto che sarei diventata mamma (di Ramon) e mi è stato caldamente sconsigliato di partire...così ho rimandato, la vita quotidiana mi ha poi intrappolata nei suoi ingranaggi per anni, finché il caso si è ricordato di “restituirmi” l'occasione persa. Un motivo in più per portare Ramon.

  6. Descrivici brevemente il luogo dove siete stati ospitati. Spazi, ambienti, paesaggi, persone.

    L'organizzazione dell'OMG è molto grande e distribuita su tutta l'America Latina (considerando che opera per i poveri, in quella parte del globo, da quasi quarant'anni). Noi siamo stati ospiti in più luoghi poichè eravamo “itineranti”, ma tutti avevano, su per giù, le stesse caratteristiche.

    Grandi case, arredate in modo semplice e funzionale, con dormitori e servizi, locali spaziosi dove mangiare e grandi, grandissime cucine per preparare il cibo per tutti. Sì, proprio per tutti coloro che desideravano, ogni qual volta che volevano, mettere qualcosa nello stomaco. Così, dovunque siamo andati, ogni giorno c'erano più di cento persone povere che facevano colazione, pranzavano e cenavano (con porzioni abbondanti) insieme a noi. Grandi pentoloni di tè, brodo, riso, patate a volontà cucinate in tutti i modi, insalata, a volte persino carne...tutti, indiscriminatamente, in fila a ricevere la propria porzione...

    Sono stata seduta in queste grandi mense, gomito a gomito con medici volontari, insegnanti, infermiere, giovani e giovanissimi, sacerdoti, povere donne con tanti figli da sfamare, mendicanti,...ho avuto il piacere di conoscere Padre Ugo De Censi, l'ottuagenario fondatore del tutto che conserva una grinta ed un'energia invidiabili.

  7. La lingua vi ha creato qualche problema?

    Nessun problema, un pò di italiano, sano dialetto bresciano e spagnolo “maccheronico” e tutti ci capivamo alla perfezione!

  8. La vs documentazione fotografica d'altra parte parla già di per sé, è così' Me ne vuoi commentare solo alcune? Grazie.

  9. Quando si parte ci si illude di tante cose, poi la realtà che si incontra è diversa; avete incontrato persone e volti: come sono i Peruviani? Fuori ma anche dentro?

    I Peruviani, uomini e donne, sono bassi! Io, con il mio metro e 60 cm, mi sono trovata perfettamente a mio agio! Scherzi a parte, ho conosciuto persone semplicissime, che vivono di poco e con poco sono felici, non hanno mai fretta ( impossibile dare un appuntamento ad un Peruviano e sperare che sia puntuale) il loro orologio è il sole e quando cala ci si corica per iniziare l'indomani un nuovo giorno...

  10. Che cosa ha significato per te incontrare persone povere? In mezzo alle quali per altro dai l'impressione di trovarti a tuo agio. E' così?

    Hai ragione in mezzo ai poveri mi trovo a mio agio, forse perchè intuisco la loro dignità che non viene penalizzata dalle circostanze e la loro ricchezza interiore che a loro volta arricchiscono me... E' l'umiltà percepita nel proprio intimo in queste situazioni estreme che insegna cosa fare e come agire, ci si ascolta dentro e si obbedisce al proprio cuore nel più sincero dei dialoghi...

  11. Come vi ha accolto la gente del posto? Come è visto il turista italiano?

    Gli Italiani hanno la stessa nazionalità di coloro che, da decenni ormai, operano da volontari in quei luoghi, portando aiuto attivo e sostegno...va da se quindi che tutti gli Italiani siano ben visti e amichevolmente accolti, a volte con comportamenti addirittura commoventi...

  12. Ogni esperienza forte ti lascia dentro qualcosa: di gioia, di grazia, di umanità, di solidarietà; in che cosa ti ha segnato dentro il PERU'?

    E' passato più di un mese da quando sono tornata e il senso di inadeguatezza che mi ha avvolta appena scesa dall'aereo non mi ha ancora abbandonata...Provo una sorta di inutilità delle cose, mi sento, se me lo concedi, un po' “disadattata” in questa società che tuttavia mi appartiene. Custodisco dentro di me i sorrisi sdentati degli anziani poveri e soli, l'emozione del loro abbraccio sincero, il vociare allegro dei bambini dell' orfanatrofio e la loro voglia di carezze...Questo viaggio mi ha lasciato il desiderio di sensazioni che possono scaturire solo dalla condivisione del proprio essere con le persone più povere e bisognose. Mi ha lasciato la voglia di tornarci e di prodigarmi qui, il più possibile per loro, per sentirmi ancora un essere umano così vero...

  13. Trarrai spunto da questo viaggio latino americano per ispirarti ad alcuni quadri della tua originalissima pittura? Mi sembra che si presti molto.

    Sicuramente ! Anzi, la cosa è già in atto... Appena giunta a casa non ho saputo resistere alla tentazione di cominciare a mettere su tela immagini di momenti ed episodi vissuti, un modo di sentirmi ancora un po' là...

  14. Mi sembra che tu sia una buona osservatrice: hai fatto visita al carcere di LIMA. Quali sono gli aspetti particolari che ti hanno colpito? Sei riuscita a parlare con qualcuno?Quali impressioni hai registrato? Agenti, detenuti, reclusi o altro.

    Sono stata nel carcere che ospita le detenute politiche di Sendero Luminoso . Mi aspettavano e mi conoscevano già attraverso i miei quadri che le erano stati mostrati da un volontario mio conoscente che insegna loro arte e pittura. Dalle 9,00 alle 18,00 sono stata sola con loro, erano una quarantina circa e mi hanno accolta come una regina. Si intuiva che si sentissero onorate della mia visita, e la cosa era reciproca. Hanno cantato per me canzoni da loro scritte e musicate, recitato testi e brani riferiti alla loro vita e lotta, hanno per me cucinato cibi buonissimi, mi hanno mostrato come vivono in carcere...A parte la lenta burocrazia all'ingresso, che è simile a quella Italiana, una volta superati i vari corridoi e sbarramenti, il luogo dove si trovano è molto più gradevole e dignitoso di quelli che ho avuto modo di vedere qui in Italia...Non c'è costrizione in cella, grandi spazi all'aperto e al chiuso, di libero accesso, numerosi laboratori per coltivare manualità e intelletto : disegno, pittura, ceramica, scultura, telaio, sartoria, lana, bigiotteria, una biblioteca molto fornita... Sono donne molto intelligenti e colte che purtroppo hanno usato il loro ingegno in modo riprovevole. E' stata una giornata molto commovente e istruttiva e ci siamo separate con tristezza.

  15. Anche RAMON, che coinvolgo praticamente nell'intervista, ha visto le prigioni peruviane: che impressione ne ha riportato?

    Purtroppo Ramon, per quanto lo desiderasse, non ha potuto entrare poiché diventerà maggiorenne solo a dicembre e non è stato possibile trovare una soluzione...

  16. Ci sono stati episodi o motivi di sofferenza? Per cose impreviste, episodi di intolleranza, a motivo del cibo, dell'acqua, degli spazi o altro?

    Il mio spirito di adattamento è molto grande, non per farmene un vanto, ma dovresti vedere in grotta quanto freddo, quanto umido, quanto fango e quanti disagi ci sono...

    Così, evidentemente vaccinata, non ho sofferto di nulla se non della sofferenza che talvolta vedevo intorno a me... Il cibo non ci ha causato intolleranze, si stava accorti a bere solo acqua di bottiglia o bollita e l'altitudine ha sortito solo un momentaneo mal di testa...

  17. Ho fatto visita ai tuoi quadri e alle tue foto: perché non pensi ad una tua mostra personale in qualche scuola elementare ma anche media? I tuoi quadri comunicano gioia, luce, amore alla natura, simpatia per l'uomo e per la vita; si respira in essi quasi una religiosità della vita e della natura; non ci sono astruserie ne estremismi. Si respira bene tutto qui.

    Sei gentilissimo e le tue parole mi gratificano ma la mia insuperabile timidezza e riservatezza non mi consentono nemmeno di pensare, a ciò che mi suggerisci...Al massimo posso dire che su questo sito: ramonc.altervista.org

    è possibile vedere sia le fotografie che i disegni...

    Per quanto riguarda gli ultimi, è bene sapere, per meglio capire, che non sono altro che un “diario figurato” della mia vita...ogni immagine è quindi come una pagina scritta che mi ricorda perfettamente situazioni, emozioni, colori e odori di un determinato episodio.

  18. Ti senti di dare qualche consiglio ai tuoi amici e amiche di Associazione Carcere e Territorio? Ciao, ROBERTA E RAMON, GRAZIE PER LE RISPOSTE E PER AVERCI FATTO CONOSCERE DA VICINO QUESTO BEL PAESE.

    Sì... continuiamo così ragazzi, dedicare un po' del proprio tempo a chi si trova in difficoltà, è la strada giusta per diffondere il bene...

Roberta e Ramon



Marted́ 26 Ottobre,2010 Ore: 16:10
 
 
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