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www.ildialogo.org L’Associazione Carcere e Territorio di Brescia,di Carlo Castellini

L’Associazione Carcere e Territorio di Brescia

di Carlo Castellini

Presentazione del gruppo di volontariato dell’Associazione Carcere e Territorio, presieduta dal prof. Carlo Alberto Romano, docente universitario di criminologia presso l’università di legge di Brescia.


 Mi sono avvicinato in maniera discreta e riflessiva ai problemi sollevati dalle carceri bresciane, tenendomi informato su alcune iniziative cittadine, organizzate per far conoscere le problematiche alla popolazione, spesso ignara, suo malgrado, e ancora irretita da pregiudizi anacronistici, ma pur sempre condizionanti, sia le idee che i comportamenti, individuali e collettivi.
 Un secondo motivo che mi ha spinto a questo approccio, consiste nel desiderio di voler dare un contenuto pregnante e significativo a questo periodo della mia vita, di “pensionato”, di fresco. Con questi sentimenti e riflessioni, ho incontrato il gruppo di Volontari dell’A.C.T. (ASSOCIAZIONE CARCERE E TERRITORIO), coordinata dal Prof. CARLO ALBERTO ROMANO, Docente Universitario nella Facoltà di Legge dell’università bresciana di Giurisprudenza.
 Prima ero passato attraverso un colloquio, di informazione e di consiglio da ADRIANO SANTUS, apprezzato cappellano delle carceri bresciane, da anni impegnato nell’assistenza psicologica e spirituale, dei giovani detenuti, a CANTON MOMBELLO e VERZIANO, i due istituti di pena della nostra città. Per conoscere lo scopo e le finalità, ho chiesto di incontrare anche ANGELO CANORI, COORDINATORE del gruppo di Volontari del VOL.CA. (VOLONTARI DELLA CARITAS). Infine ho partecipato alle prime riunioni di formazione e informazione che l’associazione tiene per qualificare il nutrito gruppo di Volontari, che intende accedere a questo servizio.
La prima impressione che si prova, è quella di trovarsi di fronte a un gruppo di volontariato diverso dagli altri, già ben strutturato, che non lascia nulla all’improvvisazione, in cui eccelle per numero e presenza, la componente giovane e femminile. Perché diverso? Perché non bastano i soliti convenevoli, qualche sorriso e alcune strette di mano, e poi si incomincia. Ma è necessaria una certa introduzione alle problematiche inerenti la carcerazione, fatte di informazioni, di idee, di servizi, che già sono in atto, di racconti di storie, di persone significative, di successi e di insuccessi, di certe iniziative, e la valorizzazione al meglio, delle disponibilità di tempo e attitudini dei volontari.
 Una significativa figura di riferimento, per la filosofia di fondazione di questo gruppo e di animazione, è stata quella del Giudice di Sorveglianza, dott. GIANCARLO ZAPPA, che tanto ha lavorato per l’inserimento ed integrazione dei detenuti nel tessuto sociale delle relazioni umane, ed è il FONDATORE riconosciuto di questo gruppo di volontariato.
 Con questo desiderio di conoscenza e inserimento, ho conosciuto CAMILLA BOLZOLI, presso la sede di ACT (ASSOCIAZIONE CARCERE E TERRITORIO), dove si tiene un Servizio di Sportello, per accogliere ed aiutare detenuti che ne avessero bisogno o ne facessero richiesta, e il Prof. CARLO ALBERTO ROMANO, presso la sede di Via Spalti San Marco, al n. 19, nella mia città.
 Un’altra cosa che mi ha colpito è la modestia e la quasi povertà di mezzi che il gruppo dei volontari ha a disposizione; non sono alla ricerca di propaganda e popolarità, sono piuttosto discreti ed operativi; anche se lo scorso anno, è stato loro assegnato, in maniera significativa, IL PREMIO DELLA BONTA’ “PIETRO BULLONI”, (in buona sostanza si tratta di 10.000 EURO), che sono stati impiegati per realizzare alcuni progetti, ideati e realizzati dai Volontari, per migliorare le condizioni dei carcerati, e favorire i contatti con le istituzioni). (Di questi progetti pubblicheremo le relazioni in calce all’articolo intervista). Questo ricorda anche MARCO TORESINI, in uno degli ultimi editoriali che ha scritto per la rivista Z508, l’interessante giornalino scritto dai detenuti degli istituti di pena bresciani, e pubblicato dall’ASSOCIAZIONE CARCERE TERRITORIO.
 Il gruppo quindi di volontari, si esprime valorizzando le disponibilità di tempo di tante persone, giovani e non, e di doti, personali e professionali, per alcune iniziative che richiedono l’incontro tra persone interne al carcere ed operatori esterni, in rappresentanza delle istituzioni.
 In questo senso si viene presto a conoscenza, di alcune regole da rispettare, percorsi da seguire, idee formative da accogliere e assimilare, perché l’azione di volontariato giunga a buon fine e non diventi un ostacolo, alla realizzazione del progetto globale. Anche questo aspetto della legalità, mi ha fatto riflettere. Insomma bisogna avere la fedina penale pulita, altrimenti come si può pretendere di aiutare altri che sono in difficoltà proprio davanti alla legge? mi faceva osservare il prof. CARLO ALBERTO ROMANO, nel primo colloquio informativo.
 Non bisogna quindi avere fretta di giudicare, ma avere l’ansia di capire, come cerca di comunicare il saggio consiglio che campeggia nel sito del Prof. SANDRO ZUCCHELLI, pedagogista e psicoterapeuta, che cura i rapporti del gruppo di volontari e le figure giuridiche delle istituzioni. (Giovedì, 24 giugno 2010, presenterà il suo libro PERCHE’ NON MI CAPISCI, frutto di venti anni di lavoro professionale, di contatti e di ricerca, sui problemi della comunicazione interpersonale.
 Un’altra interessante figura giuridica è il cosidetto GARANTE DEI DETENUTI, la cui carica è oggi coperta dalla persona di MARIO FAPPANI, generoso e disponibile, la cui azione si affianca ad altre, per garantire un buon legame tra l’istituzione carcere e le istituzioni sociali, nel momento il cui il detenuto lascia l’istituto di pena e cerca di riscattarsi vivendo una nuova fase della sua vita, attraverso l’inserimento nella società.
 I volontari sono collegati tra loro dalle comunicazioni legate a YAHOO GROUPS, che serve per restare in contatto e per uno scambio veloce di informazioni pratiche e notizie utili, di vario genere. Gli incontri di formazione e di informazione, organizzati sono stati significativi e ben distribuiti nel tempo e nell’economia dei vari mesi, in vari luoghi della città. Sono serviti, tra l’altro, ad orientare, in senso positivo, l’opinione pubblica spesso distratta ed indifferente, sulle problematiche del carcere, spesso sollevate, dagli ultimi suicidi o tentati suicidi, dentro le carceri, bresciane e italiane. (CARLO CASTELLINI).


Giovedì 01 Luglio,2010 Ore: 17:19
 
 
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