- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (246) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Progetto "Per non dimenticare" - Al Teatro Lirico di Magenta con i Licei,di Laura Tussi

Progetto "Per non dimenticare" - Al Teatro Lirico di Magenta con i Licei
Progetto "Per non dimenticare" - Al Teatro Lirico di Magenta con i Licei

di Laura Tussi

Progetto "Per non dimenticare" - Al Teatro Lirico di Magenta con i Licei
24 marzo 2017 - Laura Tussi
Progetto "Per non dimenticare" - Al Teatro Lirico di Magenta con i Licei
Evento formativo per Docenti e Studenti
Evento formativo per Docenti e Studenti
CITTA' di MAGENTA
Liceo, Istituto Istruzione Superiore LUIGI EINAUDI
presentano il Progetto "PER NON DIMENTICARE"
TEATRO LIRICO di MAGENTA, via Cavallari, 2
SABATO 8 APRILE 2017
dalle ore 10 alle 13
Foto in Fuga - Associazione Fotografica: presentazione del reportage fotografico della visita ad Auschwitz Birkenau che ha dato vita al libro "Vite segnate Voci sospese"
INCONTRIAMO:
ADELMO CERVI "Io che conosco il tuo cuore" - Scrittore
LAURA TUSSI, Scrittrice e Giornalista, Associazione PeaceLink - Telematica per la Pace
FABRIZIO CRACOLICI, Presidente ANPI di Nova Milanese (Monza e Brianza), Referente del Progetto "Per non dimenticare"
MASSIMO PRIVIERO, Cantautore e Musicista
Prof.ssa MARIA GRAZIA PISONI, Dirigente Scolastico IIS Luigi Einaudi di Magenta
Prof.ssa ANITA SOFIA, Referente Progetto Einaudi
VANINKA RICCARDI, Associazione tra artisti Ciridì
CHIUSURA EVENTO:
SINDACO MARCO INVERNIZZI
EVENTO FORMATIVO di 3 ORE PER L'APPRENDIMENTO DI COMPETENZE DI CUI AL DECRETO LEGISLATIVO N. 13 DEL 16 GENNAIO 2013
Con la Partecipazione di:
ANPI Nova Milanese (Monza e Brianza)
ARCHIVIO STORICO Città di Nova Milanese
CIRIDI'
ASSOCIAZIONE ARCI PONTI DI MEMORIA
PEACELINK - Telematica per la Pace
Adelmo Cervi, con Giovanni Zucca "IO CHE CONOSCO il TUO CUORE", Edizioni PIEMME, Milano 2014
Storia di un padre Partigiano raccontata da un figlio. 
La più grande storia della nostra Resistenza dalla voce di un testimone bambino.
 
Recensione di Laura Tussi - PeaceLink
e Fabrizio Cracolici - Presidente ANPI Nova Milanese
Edizioni PIEMME, Milano 2014
Adelmo Cervi è un ex ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, che racconta quel padre, Aldo, Partigiano con i suoi sette fratelli nella banda Cervi, per narrare la sua storia e per rivendicare di essere figlio di un uomo e non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Adelmo vuole, con questo libro, raccontare non la Storia, ma una storia, in cui riporta quello che gli hanno raccontato e lo “condisce” abilmente - grazie alla collaborazione dello scrittore Giovanni Zucca - con quello che invece non gli hanno mai raccontato e con quello che ha scoperto e imparato leggendo libri e parlando con parenti, amici e studiosi. Non è la sua storia. È la storia di un uomo che non c'è più. Sette uomini, sette vite, sette morti e sette medaglie. E una cosa sola: un mito in cui i singoli uomini spariscono. Loro non erano una cosa sola. Erano sette fratelli e avevano ognuno un nome, un carattere, una vita, una storia.
Uno di loro era il padre di Adelmo, della voce narrante di questo libro, ossia era Aldo Cervi. Aldo voleva cambiare il mondo e, insieme al fratello più grande, Gelindo, aveva convinto gli altri fratelli che era giusto cambiare una realtà di miseria, di ristrettezze e soprusi.
I sette fratelli sono stati travolti da una tempesta chiamata guerra: in un mondo che perseguitava e sterminava i diversi; che opprimeva i lavoratori, sfruttandoli fino alla morte; che, quando doveva liberarsi dei rivoluzionari, lo faceva senza scrupoli.
Ancora giovanissimo, Aldo assiste all'insorgere minaccioso del fascismo, della dittatura. L'ombra oscura del fascismo si allunga sulle campagne reggiane, seminando vigliaccamente lo scompiglio e il terrore: aggressioni, prepotenze, intimidazioni che contrastano le leghe contadine e le cooperative sotto la minaccia mafiosa degli squadristi armati.
Aldo si è “voltato” a queste acerrime condizioni.
Imprigionato a Gaeta, prese coscienza della propria appartenenza di classe, leggendo molti libri, da Marx al Vangelo: libri che predicano la liberazione dall'oppressione.
I Cervi, da Valle Re ai Campi Rossi, erano contadini, che avevano creato dal nulla, non solo un'azienda familiare all'avanguardia, ma anche un modello di propaganda clandestina contro il regime, tramite un internazionalismo proletario concreto e efficace.
Dopo la svolta di Gaeta, Aldo cominciò a discutere di politica, a fare propaganda antifascista con costanza e a imparare anche la prudenza.
Il regime non lo sa ancora, ma Aldo Cervi, con l'aiuto dei suoi sette fratelli e la complicità di un gruppuscolo di comunisti e simpatizzanti dei dintorni sta già lottando contro, con l'idea di fare Resistenza. I Cervi infatti agiscono, intensificando la controinformazione con l'aiuto di Lucia Sarzi, un'attrice girovaga e altri giovani di Campegine e dintorni... fino alla caduta del fascismo nel 1943. Ma la guerra continua e loro invece volevano la Pace. Ai Cervi non interessa la patria, che non coincide con un mondo più giusto e più libero. Nel frattempo i Russi stanno morendo a milioni per salvare il sogno della rivoluzione dagli artigli di Hitler.
La Resistenza è dire no. La Resistenza è sorridere dentro, perché sai che ti stai opponendo per il cambiamento, in nome della vita e non della morte, con le emozioni vere, condivise con i compagni, che non hanno limiti, né bandiere, né confini. E come cantano anche i Modena City Ramblers:
chi non vuole chinare la testa,
con noi prenda la strada dei monti
Ma i capi del comitato militare di Reggio hanno deciso che il modo di agire della banda Cervi è troppo pericoloso e che se qualcosa non funziona, l'intera rete clandestina del partito rischia di saltare.
E così hanno ordinato di lasciarli soli.
Vi hanno lasciati soli.
Le loro vere armi erano gli ideali, i libri, la vanga e il trattore. Aldo era già partigiano prima ancora di toccare un'arma. Partigiano perché “di parte”, di quella parte che lui sentiva giusta. La stessa parte dove sta adesso il figlio Adelmo. La parte della Pace. Della giustizia. Dell'uguaglianza. La parte dei fratelli Cervi.
I Cervi, entrati nel mito, in qualche modo non sono mai morti, come cantano i Gang in coda alla loro canzone, perché quando non ci si vede ben chiaro, a volte è meglio lasciar parlare gli artisti, i poeti, i musicisti, con qualche idea in più:
sette uomini sette
sette ferite
e sette solchi
ci disse la pianura
i figli di Alcide
non sono mai morti
Note:
su PRESSENZA - International Press Agency: 
pressenza.com
su ILDialogo.org: 
su Libera.TV - la Social Web TV delle idee, delle passioni, delle lotte: 
su LiberoLibro: 
Allegati



Sabato 25 Marzo,2017 Ore: 18:29
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Appuntamenti

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info